31 ottobre 1976. Un gruppo di perdigiorno nemmeno più tanto giovani si muovono su di un grosso camper tra le lande desolate del Texas. Il gruppo, capeggiato da Sheri Moon Zombie, viene rapito da tre folli e ricchi signori. Come già successo nella saga di Hostel e in quella de La notte del giudizio, i danarosi mattoidi amano passare il tempo giocando con le vite di poveri malcapitati: in questo caso portando il gruppo di protagonisti all’interno di un edificio abbandonato per dare il via ad una caccia all’uomo che vede dei criminali altrettanto fuori di zucca nelle vesti dei cacciatori. Dei cacciatori con nomi d’arte che ne fotografano le principali caratteristiche caratteriali [Doom-Head, Psycho-Head, Death-Head, Sex-Head e via dicendo…], e con dei trucchi e dei costumi che puntano ancora una volta sull’ossessione del regista per “la maschera”, soprattutto su quella del clown.
Cosa è successo a Rob Zombie dopo Le streghe di Salem? Uno dei registi horror più talentuosi e acculturati della cinematografia americana contemporanea aveva cercato, dopo aver firmato il miglior thriller a tinte forti degli ultimi anni [La casa del diavolo, che era anche un western e un horror…] e uno dei pochi remake con una reale dignità filmica [Halloween – The Beginning], Zombie aveva deciso di modificare la rotta per proporre al suo pubblico un altro modo di pensare all’orrore. Un modo sempre personale ma, per certi versi, diametralmente opposto a quello grafico e diretto utilizzato fino a quel momento. Un orrore più poetico e cerebrale. Un esperimento perfettamente riuscito, per chi scrive… ma gran parte del suo pubblico non la prese bene.
Proprio per rispondere a questo calo di interesse Zombie decise di ritornare alle origini: tornare, quindi, ad un cinema più crudo e violento, indipendente e irriverente. Per farlo avrebbe dovuto, nei suoi pini, distaccarsi da ogni tipo di dipendenza dalle case di produzione.
31, il suo ultimo lungometraggio arrivato in Italia direttamente in home video nella curatissima edizione di Midnight Factory, allora, si rivolge direttamente a quei fan: volevano uno Zombie totalmente libero di fare “il lavoro del diavolo”? Avrebbero dovuto supportarlo con il crowdfunding.
Zombie prende la richiesta dei suoi fan alla lettera e decide di mettere in cantiere un film primitivo e minimale. Ma qualcosa non funziona. Quello che arriva sullo schermo con 31 è il tentativo di un autore giunto ad certa una consapevolezza di sé, della sua arte e dell’horror che imita il sé stesso di qualche decina di anni prima, oltretutto dimenticandosi di inserire un barlume di vitalità creativa all’interno di quello che è un essenzialmente un lungo bodycount diviso in tappe, che si salva almeno non assecondando fino in fondo le regole del Genere.
Punto per punto è facile ritrovare tematiche e input che rimandano ad un universo artistico che il regista è riuscito a concretizzare e imporre in ambito horror nell’arco degli anni, ma tutto risulta posticcio e slavato. Carnevalesco, macabro e grottesco, sì, ma senza un’idea in testa. Gli ingredienti ci sono tutti: la violenza delle scene e quella verbale, i personaggi ipercinetici e schizzati, il ritmo spezzato, ma a mancare è la mano dello chef, quella che negli ultimi anni ha saputo trasformare il cantante in uno dei più apprezzasti cineasti contemporanei dell’orrore e del nero. Tutto è solo ludico e, allora, perde ad un certo punto sapore e interesse.
Utile, comunque, e immancabile per i collezionisti e i tuttologi della cinematografia zombiana.
Negli extra dell’edizione BD distribuita da Koch Media per la collana Midnight Factory, i trailer e “Rob Zombie: Death is the only escape”, documentario realizzato unendo due incontri con Zombie e moglie avvenuti tra il 2015 e il 2016 [un’intervista rilasciata Gomarasca e Del Porto per Nocturno Cinema e una conferenza stampa al festival di Sitges].
La confezione Midnight si presenta sempre con custodia in cartonato e booklet. Per 31, inoltre, sono state stampate 7 cartoline con i ritratti dei villain del film.
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Nel febbraio del 1959, nove escursionisti russi si avventurano in una zona remota dei monti Urali. Due settimane dopo, vengono ritrovati tutti morti… ma senza ferite esterne! L’incidente noto come quello “di Passo Dyatlov” scatenò ipotesi di possibile interazione con extraterrestri o cospirazioni governative, ma nessuno arrivò mai a scoprire la verità definitiva su quelle morti. Nel 2012, un gruppo di ambiziosi studenti decide di indagare sul caso, ripercorrendo il tragitto dei nove escursionisti e andando incontro a fenomeni sempre più strani e terrificanti.
Ancora un horror mockumentary: Il passo del diavolo [Devil’s Pass] di Renny Harlin [Nightmare 4 – Il non risveglio] come d’uopo appunta gli artigli in un alibi da “tratto da una storia vera”, apparentandosi per tipologia e struttura con quello che è il capostipite dei POV moderni: The Blair Witch Project.
I giovani protagonisti si incamminano su una strada che già da lontano puzza di morte, arrivano in Russia e cominciano a raccogliere le testimonianze degli abitanti del luogo, a viaggiare tra i silenziosi paesaggi innevati, che si fanno mano a mano più inquietanti, fino ad avvicinarsi in maniera fin troppo pericolosa alla verità, raggiungendo il punto di non ritorno.
Il passo del diavolo non brilla per composizione o idea di fondo, ma forse viaggia penalizzato dallo smodato utilizzo del linguaggio cinematografico scelto dal regista, soprattutto in campo horror.
Per fortuna, nonostante un paio di pericolosi cali d’attenzione, non rappresenta nemmeno uno dei momenti più bui della storia del mockumentary dell’orrore, soprattutto perché decide intelligentemente di ibridare con temi fantascientifici e da paranoia movie.
L’edizione Midnight Factory, con custodia in cartonato e booklet, presenta tra gli extra un’intervista al regista, il trailer, il dietro le quinte e il video di presentazione “Le montagne della follia” con il regista che introduce il film al pubblico del NIFFF.
Luca Ruocco
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31
Voto film:
Voto Blu-Ray:
Regia: Rob Zombie
Con: Sheri Moon Zombie, Jeff Daniel Phillips, Lawrence Hilton-Jacobs, Meg Foster, Kevin Jackson, Malcolm McDowell, Jane Carr, Richard Brake
Formato: Widescreen 16:9 – 2.35:1
Audio: Italiano, Inglese 5.1 DTS Master Audio
Distribuzione: Koch Media – Midnight Factory [www.midnightfactory.it]
Extra: Rob Zombie: Death is the only escape; Trailer
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IL PASSO DEL DIAVOLO
Voto film:
Voto Blu-Ray:
Regia: Renny Harlin
Con: Holly Goss, Matt Stokoe, Luke Albright, Ryan Hawley, Gemma Atkinson, Nikolay Butenin, Nelly Nielsen, Valeriy Fedorovich, Aleksey Kink
Formato: Widescreen 16:9 – 1.85:1
Audio: Italiano, Inglese 5.1 DTS Master Audio
Distribuzione: Koch Media – Midnight Factory [www.midnightfactory.it]
Extra: Renny Harlin: un regista Rock’n’Roll; Speciale: Le montagne della follia; Dietro le quinte; Trailer