Fortunatamente, esistono ancora autori svincolati da logiche editoriali, commerciali e di opportunismo. Cineasti in attività che si relazionano alla settima arte seguendo la propria necessità di espressione, proponendo allo spettatore, una visione personale allo spegnersi delle luci in sala. Uno sguardo che non possa essere confuso con altri, eppure che riporti alla mente di chi osserva, tutto l’immaginario del grande cinema che ha reso quest’arte tale.
In un’epoca come questa, così omologata e omologante, iniziative del genere appaiono sovversive, indecifrabile e spesso, destinate a passare inosservate. In fondo, oggigiorno, la libertà confonde e il coraggio spaventa. Ma come dicevamo sopra, fortunatamente c’è ancora qualcuno che ai reboot, ai remake e ai sequel, preferisce i film. Quelli veri.
James Gray è senza dubbio uno di questi e con la sua ultima fatica lo ha dimostrato ancora una volta, incontrovertibilmente.
Civiltà perduta, tratto dal bestseller Z la città perduta di David Grann, racconta l’incredibile storia, basata su fatti realmente accaduti, dell’esploratore Percy Fawcett che negli anni ’20 scomparve nel cuore delle giungle amazzoniche.
Siamo nel 1925, il leggendario esploratore britannico si avventura in Amazzonia, alla ricerca di un’antica civiltà, lo splendente regno di El Dorado, con lo scopo di fare una delle scoperte più importanti della storia. Dopo aver catturato l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo, Fawcett s’imbarca insieme al figlio, determinato a provare che quest’antica civiltà, da lui rinominata Z, esiste.
La pellic
ola si apre con una battuta di caccia degna del cinema di Michael Cimino. Sequenza che introduce il protagonista, ponendolo nella posizione più comoda per lui, vale a dire l’azione, e al contempo, quella più spiacevole, il rapporto con la società che lo circonda e che lo giudica. Fawcett, interpretato da Charlie Hunnam – attore in crescita esponenziale – non gode dell’alto lignaggio necessario per farsi ben volere dalle persone che contano, dunque, ritiene necessario guadagnarsi questa stima attraverso le sue imprese. E quale impresa è più grande dell’esplorare nuovi territori incontaminati, raggiungere luoghi esotici e nascosti, nonché dimostrare l’esistenza di una civiltà antichissima e perduta? Il desiderio di conoscenza e di scoperta del suo protagonista, riecheggia nello spirito del suo autore. Gray, newyorkese doc, racconta la giungla così come l’ha vista raccontata sul grande schermo da maestri come Coppola o Herzog. Fa della sete di Fawcett di riportare alla luce antichi tesori, la propria. Quasi come se la ‘civiltà perduta’ del titolo, sia quella del grande cinema americano, ormai dimenticato e umiliato.
Ogni suo fotogramma, ci appare come una dichiarazione d’amore a ciò che il cinema è stato e che da troppo non è più: visione, meraviglia, avventura, racconto, emozione, immaginario.
Il fiume, la giungla, l’Amazzonia intera, sono fotografate con la stessa empatia che il regista mette nell’inquadrare i volti dei suoi protagonisti. Star hollywoodiane, inconfondibili e moderne – si va da Re Artù, passando al vampiro più amato dalle teenager, fino all’attuale Spiderman – plasmate in uomini di inizio novecento, i quali appartengono a quei luoghi in maniera inscindibile, mostrando la straordinaria capacità che possiede il cinema di rendere reale l’artificio. Civiltà perduta è una macchina del tempo che con grazia ci consente di spiare il passato, quello a cui appartiene la storia di Fawcett e compagni, ma anche quello dell’arte inventata dai fratelli Lumiere. In questo senso, davvero splendido si può definire il lavoro fotografico realizzato da un mito come Darius Khondji, il quale imprime su pellicola 35mm, immagini illuminate dalla sola luce naturale o da fioche candele e lampade a petrolio.
James Gray appartiene a quella specie di cineasti in via d’estinzione, che gli Studios stanno sterminando a colpi di franchise. La sua idea di cinema, l’incrollabile tenacia nel vederla realizzata e il suo indiscutibile talento, lo rende agli occhi di scrive, un eroe epico e romantico. Un cultore di una civiltà antica che merita più rispetto e amore.
Coraggio: andate a vedere i suoi film. Per favore…
Paolo Gadio
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CIVILTÀ PERDUTA
Regia: James Gray
Con: Charlie Hunnam, Robert Pattinson, Sienna Miller, Tom Holland, Angus Macfadyen, Daniel Huttlestone, Aleksandar Jovanovic, Edward Ashley
Uscita in sala in Italia: giovedì 22 giugno 2017
Sceneggiatura: James Gray
Produzione: MICA Entertainment, MadRiver Pictures, Paramount Pictures, Plan B Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures, Leone Film Group
Anno: 2017
Durata: 140′