I film Marvel Studios sono ormai tutti belli? Non vi piacciono? Sono tutti brutti?
Esiste una formula adottata, ormai, come ottimale per sfornare dei titoli sempre assai dignitosi e di alto livello di intrattenimento che, sacrificando nella maggior parte dei casi la personalità del regista, diventano i tasselli di un enorme progetto ludico che si va componendo titolo dopo titolo?
Tante domande e l’illusione di avere tra le mani la risposta affermativa proprio dopo Spider-Man: Homecoming.
Gli indizi ci sono tutti: un film piacevolissimo che decide di raccontare la vita del giovane Spiderman di quartiere non dai suoi esordi nella carriera da mutante [lo aveva fatto già il primo della trilogia di Raimi e quello del dittico “Amazing”], ma da subito dopo il suo incontro/scontro con gli Avengers già visto in Captain America: Civil War. Primo punto fermo, quindi, è che Spider-Man entra finalmente di ruolo nell’universo Marvel e, di preciso, in quello dei The Avengers.
John Watts lo fa in modo estremamente moderno e sornione, affidandosi all’attualissima moda dei più giovani di raccontarsi attraverso dei video-diari affidati al web.
Può sembrar poco, ma in questo sta la chiave di volta del ritorno in casa Marvel dell’Uomo Ragno cinematografico. Proprio in questo suo rivolgersi alle generazioni più giovani. Una regressione del target d’età di riferimento che era andato via via ringiovanendosi da Raimi in poi, e che ora con Watts si focalizza proprio sul preciso target pre-adolescenziale. Personaggi, tipo di racconto, ammiccamenti… tutto è dedicato a questa fascia di pubblico, pur rimanendo fruibile per tutti gli altri.
Ma non finisce qui: la ricetta Marvel, se una ricetta c’è, prevede che ad ogni supereroe affidato ad un giovane dalla promettente carriera venga contrapposto un villain interpretato da grande attore degli anni ’80. E’ matematica e c’è poco da scherzare: l’eroe per i più giovani, il villain tosto per le generazioni più stagionate e per i cinefili d’un tempo che, in questo caso, avranno da assaporare un ottimo Michael Keaton che darà filo da torcere a Tom Holland che, a sua volta, fa un gran bel lavoro nel dar fisicità ed emozioni ad un Peter Parker pieno di energia e d’entusiasmo ma assai impreciso e immaturo, come deve essere ogni adolescente.
Il resto lo fanno scene di combattimento acrobatico ben orchestrate e realizzate, che però finiscono sempre un po’ per assomigliarsi: in ogni film ne risaltano due su tutte le altre, e quasi mai è quella finale!
E poi c’è l’ironia che prende sempre più spazio, all’interno dei vari capitoli dell’universo filmico Marvel, soprattutto quando c’è in giro mister Robert Iron Man Downey Jr., e che in questo ultimo film fa davvero la differenza sull’intera riuscita e si spinge anche oltre i titoli di coda!
C’è una ricetta per fare di un film Marvel un film riuscito?
Luca Ruocco
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SPIDER-MAN: Homecoming
Regia: Jon Watts
Con: Tom Holland, Michael Keaton, Jon Favreau, Zendaya, Marisa Tomei, Robert Downey Jr.
Uscita in sala in Italia: giovedì 6 luglio 2017
Sceneggiatura: Jonathan Goldstein, John Francis Daley, Jon Watts, Christopher Ford, Chris McKenna, Erik Sommers
Produzione: Columbia Pictures, Marvel Studios, Pascal Pictures
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Anno: 2017
Durata: 133’