Protagonista dell’ottava giornata della Festa del Cinema l’incantevole Vanessa Redgrave che con la sua grinta ha presentato il suo primo film da regista ovvero Sea Sorrow, un film che racconta il dramma dei migranti e dei rifugiati.
Altra stella del cinema che ha percorso il tappeto rosso all’Auditorium Michael Shannon che ha presentato il film Trouble No More, che racconta della figura e della musica di Bob Dylan.
Per quanto riguarda la Selezione Ufficiale della Festa abbiamo assistito a Birds Without Names di Kazuya Shiraishi, basato sul romanzo The Birds She Doesn’t Know the Names Of di Mahokaru Numata e a La vida y nada mas di Antonio Méndez Esparza.
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Sea Sorrow e l’incontro con Vanessa Redgrave
Vanessa Redgrave ha esordito dichiarando: “I bambini migranti, muoiono, muoiono, muoiono”. Il premio Oscar, ottanta anni, ripete questa frase con vero pathos e più volte, per far capire che il problema è urgente e bisogna far qualcosa subito. Inoltre l’attrice ricorda che siamo tutti in pericolo e che la democrazia ancora di più e che la politica non sta facendo nulla a riguardo, se non violare tutti i diritti.
Sea Sorrow è un documentario nudo e crudo che racconta la vera realtà del dramma dei migranti toccando paesi come Grecia e Italia attraverso i racconti di attivisti, operatori del settore e gli stessi rifugiati.
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La musica di Dylan e i Sermoni di Shannon
Dopo il film su Elvis Presley, Michael Shannon da voce a una colonna della musica internazionale: Bob Dylan.
Il film non fiction è costruito su immagini ritrovate di alcune performance di Dylan a Toronto e Buffalo nel 1980, nel pieno del suo periodo gospel, specchio del suo percorso di fede, al centro di tre album: Slow Train Coming [1979], Saved [1980] e Shot of Love [1981].
Shannon, tanti ruoli potenti e due nomination all’Oscar [per Revolutionary Road e Animali notturni], traccia un parallelo tra Presley e Dylan: “Una delle cose che mi ha più colpito di Elvis era il suo essere profondamente spirituale, alla ricerca non del successo, ma della maniera di migliorarsi, per capire cosa potesse dare alle persone. E credo che questo aspetto spirituale lo condivida anche Dylan”.
Francesco Bettanin