E’ incredibile, ma non dovrebbe sorprendere, quanto fortissimo e vivo possa ancora essere l’interesse, senza alcun dubbio inesauribile, nei confronti di un artista intramontabile come Michelangelo Merisi da Caravaggio e della sua produzione pittorica. Un corpus, quello del Merisi, ricco di capolavori universalmente riconosciuti capaci di andare ben oltre i cataloghi e i volumi di storia dell’Arte. Non è un caso, infatti, che tale interesse si sia esteso, ieri come oggi, non solo all’ambito pittorico, con mostre e personali permanenti o itineranti dislocate alle diverse latitudini, ma anche alla Settima Arte e al piccolo schermo: da Caravaggio, il pittore maledetto [1941] di Goffredo Alessandrini a Caravaggio [1987] di Derek Jarman, da Caravaggio – L’ultimo tempo [2004] di Mario Martone a Voluptas dolendi i gesti del Caravaggio [2008] di Francesco Vitali, passando per le omonime miniserie televisive dirette da Silverio Blasi e Angelo Longoni, rispettivamente nel 1967 e nel 2008, oltre che per documentari come Caravaggio. Il corpo ritrovato del 2011.
Insomma se ne parla e se continuerà a parlare per il resto dei giorni attraverso una pluralità di linguaggi e immagini, perché la figura controversa e geniale del Merisi e ciò che ha lasciato appartengono di fatto all’eternità.
Di conseguenza, la notizia di qualche giorno fa circa la decisione presa dal Ministro Franceschini, con il benestare della Soprintendenza, di autorizzare lo spostamento de La Madonna dei Pellegrini del Caravaggio, dalla sua sede naturale, ovvero la chiesa di Sant’Agostino a Roma, a una mostra in quel di Forlì, non poteva che calamitare a sé una vagonata di polemiche, poiché definita da molti addetti ai lavori e non solo inammissibile e folle per via dell’amovibilità di opere come questa, che per DNA non possono e non devono essere avulse dal luogo e dalla dimensione – anche turistica – dove sono nate.
Vi starete chiedendo del perché abbiamo deciso di inaugurare questa pubblicazione tirando in ballo la suddetta news. La risposta sta nel fatto che il dipinto in questione è tra i protagonisti, insieme a colui che lo ha realizzato nel lontano 1606 ca e al luogo dove da decenni è custodito, di un documentario di recente produzione, firmato da Jesus Garces Lambert, dal titolo Caravaggio – L’anima e il sangue, distribuito dalla Nexo Digital nella tre giorni evento dal 19 al 21 febbraio. Produzione, questa targata Magnitudo Film e Sky, che arriva nelle sale nostrane sulla scia della fortunatissima e affollatissima mostra milanese andata in scena a Palazzo Reale, dal 29 settembre 2017 al 4 febbraio 2018 scorsi, dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio, battezzata Dentro Caravaggio, che ha accolto al suo interno venti capolavori del Maestro riuniti per la prima volta tutti insieme. Un’esposizione unica non solo perché ha presentato al pubblico opere provenienti dai maggiori musei italiani e da altrettanto importanti musei stranieri ma perché, per la prima volta le tele del celebre artista sono state affiancate dalle rispettive immagini radiografiche che hanno consentito ai visitatori di turno di seguire e scoprire, attraverso un uso innovativo degli apparati multimediali, il percorso del pittore dal suo pensiero iniziale fino alla realizzazione finale dell’opera.
Un percorso narrativo e un approccio alla materia che il regista messicano, già autore di film documentari di grande successo per le televisioni più importanti al mondo [tra cui Inside Costa Concordia, voices from disaster per National Geographic International], ha in parte provato a replicare anche sullo schermo nella sua ultima fatica dietro la macchina da presa. Jesus Garces Lambert conduce per mano lo spettatore in una biografia che è al tempo stesso ritratto del protagonista, tanto dal punto di vista umano che professionale, che film sull’Arte. Il tutto alternando e mescolando senza soluzione di continuità, in maniera equilibrata e scorrevole, i due piani, quanto basta per dare forma e sostanza a una pellicola in grado di fare emergere tanto i tasselli biografici dell’individuo ritratto, caratterizzati da un turbinio di tormenti, estasi, vizi, virtù e genio, quanto i processi di creazione messi in atto dall’artistica per consegnare al mondo autentiche meraviglie pittoriche. E per farlo, il cineasta ha catapultato il fruitore in un viaggio fisico ed emozionale in quei luoghi che ancora oggi custodiscono i suoi capolavori, facendo tappa a Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta. Il tutto per racchiudere in 90 minuti una sorta di galleria audiovisiva di straordinario impatto, capace di restituire in parte, a colui che la guarda, la misura di un’esperienza dal vivo come quella della visita di una mostra.
Si perché Caravaggio – L’anima e il sangue è un’esperienza audiovisiva prima ancora che un classico documentario biografico e storico-artistico, decisamente unica nel suo genere. Unica per il modo in cui Lambert riesce a differenziare il suo film da altre operazioni analoghe [vedi Raffaello – Il principe delle Arti o Segantini – Ritorno alla Natura], visivamente accattivanti e qualitativamente pregevoli, ma indebolite dalla presenza nelle rispettive timeline di ricostruzioni in costume dei momenti salienti delle vite dei loro protagonisti non sempre riuscite. A queste, l’autore messicano preferisce invece efficacissime e suggestive ricostruzioni di scene fotografiche e simboliche che danno corpo e suono ai fantasmi e al potere immaginifico di Caravaggio, i cui flussi mentali sono affidati alla voce over di Manuel Agnelli [frontman del gruppo rock Afterhours e celebre per la sua partecipazione come giudice del talent show X Factor].
Sta nella riuscita fusione e nella convergenza delle parti documentaristiche con questa tipologia non didascalica e artefatta di fiction, la vera forza di un’opera magnetica alla quale è facile appassionarsi e difficile staccarsi con gli occhi e la mente. Merito delle scelte adoperate dal regista sia in fase di ripresa chee di editing, a cominciare da quella di avvalersi del formato Cinemascope 2:40 e della risoluzione in 8K [trattasi di una delle prime produzioni in Italia] per dare vita a immagini davvero spettacolari. Queste permettono allo spettatore il lusso, normalmente e rigorosamente non concesso, di scivolare insieme alla macchina da presa lungo e sulle superfici delle tele di dipinti celeberrimi [da Bacco a Decollazione di San Giovanni Battista, da Amor vincit omnia a Crocifissione di san Pietro, passando per Sette opere di Misericordia] e di poterlo fare da vicinissimo.
Francesco Del Grosso
–
CARAVAGGIO – L’ANIMA E IL SANGUE
Regia: Jesus Garces Lambert
Con: Manuel Agnelli [voice over Caravaggio], Simone D’Andrea [voce narrante]
Uscita in sala in Italia: da lunedì 19 a mercoledì 21 febbraio 2018
Sceneggiatura: Laura Allievi
Produzione: Sky Italia, Magnitudo Film
Distribuzione: Nexo Digital
Anno: 2018
Durata: 134’