Nord America. Wyoming. Freddo, isolato e brutale.
Un cacciatore solitario ritrova durante un’escursione tra le nevi il corpo senza vita della figlia di un suo caro amico. Mosso da un passato personale misterioso, decide di unirsi alla giovane agente FBI Jane Banner in una pericolosa caccia all’assassino.
È tutta una questione di confine per Taylor Sheridan. Ma quale confine? E soprattutto chi è Taylor Sheridan?
Sheridan è lo sceneggiatore di due dei migliori film americani degli ultimi anni: Sicario [Denis Villeneuve, 2015], di cui uscirà quest’anno anche l’atteso sequel Day of the Soldado [diretto da Stefano Sollima], e Hell or High Water [David Mackenzie, 2016].
I segreti di Wind River, suo esordio da regista, sembra aver assimilato alcune delle migliori caratteristiche dei due film scritti in precedenza [da un lato la magniloquenza e la capacità di avere una visione d’insieme, dall’altro la bravura nell’addentrarsi nei particolari, nelle pieghe di una storia] e va a concludere una trilogia tematica che esplora la moderna frontiera americana
Il primo era ambientato lungo il rovente confine tra Messico e Stati Uniti, il secondo nei conflitti tra ricchi e poveri nella Comancheria del Texas, mentre quest’ultimo si addentra nella realtà delle riserve dei nativi americani.
Ma non è mai soltanto una questione di confine territoriale, di confine ideale o dei confini che separano, profondi come strapiombi ma anche flebili come l’aria, il bene e il male, giusto e sbagliato, vita e morte, giustizia e ingiustizia, libertà e schiavitù.
Il confine ha sempre a che fare anche con l’interiorità dei personaggi. “Si può superare una tragedia senza porvi mai una vera fine?” sembra chiederci il film, “Come ci si rapporta ad una vita che lascia senza alternative?” e anche “Come agire in un mondo che non gioca secondo le nostre regole?”.
Sia Jeremy Renner che Elizabeth Olsen [ma anche Jon Bernthal, in un ruolo breve, intenso e fondamentale, proprio come in Sicario] incarnano in maniera notevole i personaggi e i temi che scaturiscono dalla pellicola; soprattutto il primo, forse nella miglior prova della sua carriera cinematografica, riesce a costruire in maniera impeccabile una maschera di impermeabilità che poi demolisce in una singola sequenza, con poche parole e uno sguardo.
Altro valore aggiunto è la colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis. Avvolgente ed evocativa, sembra scaturire direttamente dalla natura, dalle cime innevate, dal cielo e dal vento, e proietta Wind River in una dimensione ultraterrena, simbolica, quasi sacra, come se in quei luoghi si stessero decidendo le sorti dell’umanità intera.
Insomma, I segreti di Wind River non è soltanto uno dei migliori thriller polizieschi che vedremo al cinema nei prossimi mesi [almeno in Italia, visto che il film circola da quasi un anno dopo aver vinto il premio per la miglior regia nella sezione ‘Un certain regard’ di Cannes 2017]; è l’esordio dietro la macchina da presa di uno dei migliori talenti del cinema americano e anche una riflessione su quanto siano pericolosamente in bilico le esistenze di tutti noi.
Egidio Matinata
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I SEGRETI DI WIND RIVER
Regia: Taylor Sheridan
Con: Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Jon Bernthal, Kelsey Asbille, Julia Jones, Norman Lehnert, Gil Birmingham, Graham Greene, Eric Lange, Hugh Dillon, Tantoo Cardinal
Uscita in sala in Italia: giovedì 5 aprile 2018
Sceneggiatura: Taylor Sheridan
Produzione: Acacia Filmed Entertainment, Film 44, Savvy Media Holdings, Thunder Road Pictures, Voltage Pictures
Distribuzione: Eagle Pictures con Leone Film Group
Anno: 2017
Durata: 107’