Molly Bloom è un’ex sciatrice del Colorado di fama mondiale. Nell’estate del 2004, dopo aver fallito l’obiettivo delle Olimpiadi a causa di un infortunio e prima di proseguire gli studi di giurisprudenza a Harvard, decide di trasferirsi a Los Angeles per dare una svolta alla propria vita.
Per sbarcare il lunario inizia a lavorare come cameriera e in seguito come assistente di un organizzatore di partite di poker. Quando viene licenziata, decide di organizzare il suo giro di poker clandestino, che ben presto diventa il più esclusivo e ambito della città. Il buy-in è di 250.000 dollari. Il giro muove centinaia di milioni di dollari e viene frequentato dai più celebri nomi di Hollywood: campioni dello sport, uomini d’affari, imprenditori, attori, produttori, miliardari, magnati e, a sua insaputa e suo malgrado, esponenti della mafia russa.
Il film di Sorkin comincia con l’arresto di Molly da parte dell’FBI per spostarsi avanti e indietro nel tempo, tra la ricostruzione della sua vita e il processo che la vedrà protagonista.
Il passo che separa la scrittura dalla regia non deve essere molto facile da compiere, ma probabilmente parlare di ‘passo’ è riduttivo; è più un cambiamento di prospettiva, di approccio, di campo di gioco [forse anche di campionato e di sport!], anche se sei uno dei più grandi sceneggiatori contemporanei.
Aaron Sorkin ha scritto, tra gli altri, The Social Network, Steve Jobs, L’arte di vincere e Codice d’onore, oltre alle serie tv The West Wing e The Newsroom.
Molly’s Game è un buon film, ma rimane incompiuto principalmente per una ragione: la mancanza di carattere.
Per quanto riguarda la regia, non ha un approccio originale o personale, e potrebbe essere scambiato per un film realizzato da uno “Scorsese wannabe” qualsiasi. Molto merito va dato al montaggio se il film ha un certo ritmo e mantiene alta l’attenzione, malgrado la durata di due ore e venti.
Nonostante molti lavori di Sorkin siano tratti da libri, come anche in questo caso, lo sceneggiatore riesce a plasmarli in modo tale da renderli una sua diretta creazione. I suoi personaggi sono gli esseri umani più capaci, arguti e colti al mondo, hanno studiato in università prestigiose, occupano posizioni di rilievo, hanno sempre la battuta pronta, hanno letto tutti i libri del mondo, hanno visto tutti i film del mondo, sono a conoscenza dei meccanismi che stanno alla base dell’universo e forse sanno anche con certezza cosa ci fosse un attimo prima del Big Bang.
Sono degli obiettivi a cui tendere e in molti casi le persone che vorremmo essere.
In questo caso, l’unico vero personaggio “sorkiniano” è l’avvocato Charlie Jaffey, interpretato da Idris Elba, mentre tutti glia altri, Molly inclusa, potrebbero appartenere a qualsiasi altro film.
Ed è proprio questo che non si perdona a Molly’s Game: essere uno come tanti, quando invece il suo autore ci aveva abituati all’unicità del singolo, all’eccellenza che non si confonde con la massa.
Egidio Matinata
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MOLLY’S GAME
Regia: Aaron Sorkin
Con: Jessica Chastain, Kevin Costner, Idris Elba, Michael Cera, Jeremy Strong, Chris O’Dowd, Bill Camp
Uscita in sala in Italia: giovedì 19 aprile 2018
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Produzione: Entertainment One, The Mark Gordon Company, Pascal Pictures
Distribuzione: 01 Distribution
Anno: 2017
Durata: 140’