Il franchise di Jurassic Park percorre con la saga Jurassic World una strada che sembra voler riproporre le stesse tappe della trilogia originaria, solo condendole con ingredienti più eclatanti e appariscenti, capaci forse di far dimenticare queste somiglianze, ma di certo di rompere l’aura di verosimiglianza della storia.
Con Jurassic World l’intento di regalare al pubblico una nuova versione di Jurassic Park, solo più grande e rumorosa, era chiarissima. Lo stesso scheletro narrativo del nuovo film si sarebbe potuto specchiare in quello del capostipite. Pur passando di mano ad un altro regista, Juan Antonio Bayona, il piano produttivo della saga “JW” rimane lo stesso e il secondo capitolo, Jurassic World – Il regno distrutto, vuole essere specchio ingrandente [e deformante] de Il mondo perduto – Jurassic Park.
Tre anni dopo i fatti di Jurassic World, il parco di Isla Nublar è stato completamente distrutto dai dinosauri, che ora sono gli unici padroni dell’isola. Ancora per poco, però, perché un’imminente eruzione vulcanica sembra voler potere i dinosauri verso una seconda violenta estinzione di massa.
Per salvare i grandi rettili, il ricco Benjamin Lockwood, un anziano e malmesso socio dello storico John Hammond di cui non si era mai fatto cenno finora, convince Claire e Owen a prendere parte ad una spedizione sull’isola che ha fra i punti fondamentali di riuscita quello di ritrovare il velociraptor Blue, rettile che ha dimostrato un’intelligenza molto più sviluppata di quella dei suoi simili. Arrivando sull’isola mentre il vulcano comincia ad eruttare, la spedizione, però, si rivela una cospirazione ai danni dei due scienziati, dello stesso Lockwood e di certo dei dinosauri che, una volta caricati dai militari sulle navi cargo, raggiungono in breve la loro vera destinazione: una tristissima asta segreta gestita dal giovane assistente dell’anziano miliardario, con ospiti i più assurdi e macchiettistici acquirenti provenienti dai quattro angoli del pianeta.
Da qui in avanti si gioca di ripetizione rispetto alla saga giurassica in genere e, per non far mancare nulla al senso di ridondanza ciclica, si iniziano a ripetere scene assolutamente identiche per più volte, modificando solo pochi dettagli. Esempio eclatante è quella da domatore affidata ad Owen col suo raptor: la vediamo su Isla Nublar, la rivediamo varie volte in video registrati su dei computer e ancora una volta nella villa di Lockwood.
Il continuo rimando al già visto non poteva ignorare il gioco al rialzo avviato con Jurassic World dove l’uomo non solo aveva ricreato i dinosauri, ma era riuscito addirittura a dare vita ex-novo ad un super-rettile, ibridando il codice genetico di diversi grandi rettili. Si trattava dell’Indomitus Rex, che in questo secondo capitolo cede la scena ad una sua versione probabilmente ancor più feroce, ma dal nome di certo meno convincente: l’Indoraptor!
Il meccanismo, ovvio, è lo stesso: più che feroce, folle… più che selvaggio, indomabile. Ma la smania creazionista ormai incontrollata poterà a scoperte assai più eclatanti che hanno a che fare con un’altra protagonista, la più giovane: Maisie. la piccola nipote del vecchio Lockwood.
La giostra gira veloce, supportata da un buonissimo lavoro fatto sui vfx, ma ci si stanca presto di una giostra, quando ci si aspettava un intero parco giochi.
Mosca bianca è un’unica sequenza, la più riuscita, in cui si riconosce Bayona e un po’ di voglia di poter dire la propria all’interno di un franchise che ingabbia forse più saldamente il regista che i feroci dinosauri. Si tratta di una scena che vede protagonisti la piccola Maisie e il cattivissimo Indoraptor. Un inseguimento nella magione che, di punto in bianco, si trasforma in una scena da film gotico, con la bambina nascosta tra le lenzuola e il mostruoso dinosauro che si insinua nella stanza aprendo la finestra e avvicinando al lettino le sue unghiute zampe, da buon babau.
La scena dona all’ultima parte del film una chiave di lettura nuova e fresca [quella da film gotico coi dinosauri!], ma il sapore di “diverso e forse strampalato” dura davvero troppo poco, per poi rituffarsi nella solita struttura testata e riconoscibile. La solita gabbia.
Il finale lascia apertissime le porte a quello che dovrebbe essere il capitolo finale della nuova trilogia, lasciando in giro indizi [l’intelligenza anormale di Blue, la fuga dei dinosauri in giro per il mondo…] che sembrano voler portare ad una sorta di guerra tra umani e grandi rettili forse simile a quella con i primati combattuta nella nuova saga de Il pianeta delle scimmie… Questa sarebbe una vera evasione!
Luca Ruocco
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JURASSIC WORLD – Il regno distrutto
Regia: Juan Antonio Bayona
Con: Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Rafe Spall, Justice Smith, Daniella Pineda, Toby Jones
Uscita in sala in Italia: giovedì 7 giugno 2018
Sceneggiatura: Colin Trevorrow, Derek Connolly
Produzione: Amblin Entertainment, Legendary Entertainment, Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2018
Durata: 128’