A più di trent’anni dalla sua uscita, grazie alla sempre beneamata Arrow Video, l’opera prima di Jim Van Bebber trova finalmente il suo esordio in una splendida e necessaria edizione Blu-Ray che gli amanti del cinema underground più spinto e brutale attendevano da troppo tempo.
Ad onor del vero la filmografia del regista si ferma a questo titolo e al più conosciuto The Manson Family [un autentico calvario produttivo girato tra il 1997 e il 2003], a cui si sommano un’altra manciata di titoli tra cortometraggi e videoclip musicali. Ad oggi, infatti, lo ricordiamo per lo più come attore [divertente il suo cameo nel primo American Guinea Pig, dove si è occupato anche del reparto fotografia] e in particolare per le sue eccellenti doti di lottatore, ammirabili soprattutto in questo suo esordio dietro la macchina da presa, in cui si ritaglia anche il ruolo di protagonista.
La vicenda è ambientata in una cittadina dell’Ohio: Goose è il leader dei Ravens, una gang di teppisti in perenne lotta con gli Spiders. Grazie al guadagno ottenuto con l’ultima partita di droga, il giovane inizia a meditare di cambiare vita e dedicarsi al rapporto con la sua ragazza. Quando però quest’ultima viene torturata e uccisa dai membri della banda nemica, Goose scatena tutta la sua furia vendicativa, culminante con un’autentica carneficina.
Come si può intuire, la trama è praticamente ridotta all’osso, ma è palese che l’intento di Van Bebber sia in primis quello di catapultarci in un realtà metropolitana squallida, degradante e priva di ogni forma di speranza. A questo proposito basterebbe citare la scena dove due ruspe spazzano via cumuli di macerie, mentre alcuni bambini giocano nei pressi con dei fucili finti, e l’incipit in cui le due gang si fronteggiano tra le lapidi di un cimitero [come a dire: neanche in mezzo ai morti possono esistere pace e quiete]. Quella descritta dal regista è un’umanità senza regole in cui regnano disperazione e [auto]distruzione, un microcosmo abitato da una schiera di personaggi deprimenti e dannati [impossibile non citare il padre tossico del protagonista], messi tutto sullo stesso piano, dove risse, spaccio e rapine a mano armata sono all’ordine del giorno. Negli ultimi minuti, quando si assiste alla resa dei conti tra Goose e la banda rivale, lo spettatore viene infine catapultato in uno dei climax più selvaggi, cinici e immorali che il cinema d’azione abbia mai offerto: un susseguirsi frenetico di calci, pugni, coltellate, colpi di catene e di pistole, il tutto coreografato e filmato con uno stile senza alcun dubbio lodevole e personalissimo.
Nonostante un’estetica sporca ed essenziale, data anche dal formato in 16mm con cui il film è stato girato, Van Bebber riesce a sfoggiare una tecnica invidiabile che si avvale di alcune mirabolanti inquadrature e di una fotografia quasi allucinogena [soprattutto nei momenti più visionari]. Il suo cinema [che qui ha più di un punto in comune con un altro cult della cerchia indie di quegli anni, ovvero lo splendido Combat Shock di Buddy Giovinazzo] risuona come un lacerante grido di disperazione, incapace di trovare orecchie in grado di ascoltarlo. Ed è proprio nel finalissimo che trionfa più che mai il nichilismo alla base di un’opera simile, quando il protagonista concluderà la sua guerra personale e rimarrà solo uno dei tanti rifiuti urbani abbandonati nell’indifferenza più totale di un’impassibile metropoli.
Lorenzo Paviano
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DEADBEAT AT DAWN
Regia: Jim Van Bebber
Con: Jim Van Bebber, Megan Murphy, Paul Harper, Marc Pitman, Ric Walker
Sceneggiatura: Jim Van Bebber
Produzione: Mike King
Distribuzione: Arrow Video
Anno: 1988
Durata: 80′