Sono passati otto anni dalla sua elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui monti con Janis e la piccola Guevara. Peppino non ha dubbi: preferisce la montagna alla campagna… elettorale.
Janis, invece, è sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e soprattutto non riconosce più in lui l’uomo appassionato, di cui si era innamorata, e che voleva cambiare l’Italia.
Richiamata al Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara. Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per riconquistare la donna che ama.
Ciò che si prova durante e dopo la visione di Bentornato Presidente può essere riassunto in stupore, divertimento e gratitudine.
Il film si iscrive nella ristretta cerchia dei sequel che riescono superare il proprio predecessore per due motivi principali: per merito della sceneggiatura di Fabio Bonifacci [che in fase di scrittura del soggetto è stato affiancato anche dal produttore Nicola Giuliano] e soprattutto grazie ai registi Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi.
Una durata ristretta [96 minuti], un ritmo forsennato, ogni immagine, ogni scena e ogni sequenza costruite e girate come se fossero le più importanti di tutto il film; è inusuale trovare [non solo nel cinema italiano] un’attenzione e una cura così approfondite e funzionali alla storia.
I due giovani registi di origine lucana confermano tutte le qualità che avevano dimostrato in Metti la nonna in freezer e si affermano come “i nostri Edgar Wright”: è difficile non notare quanto il regista britannico [autore della Trilogia del Cornetto e del recente Baby Driver] sia influente per Stasi e Fontana, per il modo in cui lavora e usa gli attori e i personaggi, per come riesce a mescolare i toni comici e grotteschi, drammatici e da thriller, per come riesce a far fare un salto di qualità ai film attraverso le idee di regia, senza che quest’ultima diventi la protagonista, ma mantenendola al servizio della storia.
Inoltre, Bentornato Presidente è un film coraggioso perché si prende la responsabilità di affrontare di petto la situazione politica italiana, non di striscio, non da lontano, ma quasi dall’interno.
Quello in cui Giuseppe Garibaldi si ritrova ad essere Presidente del Consiglio è palesemente il governo felpastellato. Da quel punto di partenza si crea una storia di finzione che riflette in maniera limpida e precisa la nostra attualità confusa e veloce, in continuo mutamento, aggressiva, spietata, contraddittoria e spesso deprimente, ma in cui c’è sempre spazio per la speranza.
Tra qualche anno, quando ripenseremo a questo periodo storico, torneremo a guardare questo film e continueremo a stupirci di quanto l’avesse inquadrato bene.
Egidio Matinata
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BENTORNATO PRESIDENTE
Regia: Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi
Con: Claudio Bisio, Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Massimo Popolizio, Cesare Bocci, Ivano Marescotti, Antonio Petrocelli, Guglielmo Poggi
Uscita in sala in Italia: giovedì 28 marzo 2019
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci
Produzione: Indigo Film e Vision Distribution
Distribuzione: Vision Distribution
Anno: 2019
Durata: 96’