Siamo negli anni ’90 ed un uomo attraversa con rabbia il corridoio di una clinica di riabilitazione con uno sgargiante costume da diavolo alato; dopo aver canalizzato tutta l’attenzione su di sé, ammette senza troppi giri di parole di avere problemi di ogni tipo, dalla droga all’alcol finanche al sesso e allo shopping. Togliendosi il costume un pezzo alla volta si metterà a nudo anche emotivamente, trascinandoci nell’incredibile, sfavillante ma anche tragico viaggio nella vita di Reginald Kenneth Dwight, il nome dietro la figura leggendaria di Elton Hercules John.
Sono queste le premesse che sfrutta Dexter Fletcher per l’enorme progetto chiamato Rocketman; nonostante sia quasi banale fare un parallelo con Bohemian Rhapsody, data la popolarità che quest’ultimo ha acquisito dalla sua uscita e considerato il ruolo che Fletcher ha svolto nel suo processo produttivo [pur non essendo ufficialmente accreditato], purtroppo il paragone tra i due progetti risulta pressoché inevitabile. In questa forsennata corsa al biopic musicale, l’indiscusso metro di paragone sembra essere diventato, infatti, il film di Singer; nonostante però il successo ottenuto, l’intero progetto non godeva di una perfetta messa in scena né di una sceneggiatura efficace o, almeno, fedele alla storia dei rispettivi protagonisti.
Tutti questi errori sono stati abilmente evitati da Fletcher, che predilige una costruzione che sfocia senza dubbio più nel fantasmatico e nel musical, ma che al contempo vanta una maggiore accuratezza rispetto alla vita pubblica e privata di John. Il regista sfrutta al massimo le potenzialità del Genere, utilizzando i brani più iconici dell’artista per creare raccordi nella costruzione ellittica del racconto o per evidenziare la condizione psicologica del protagonista nei momenti decisivi della sua vita. Coreografie pazzesche sorreggono alcuni di questi momenti, dando ancor più risalto alla composizione generale della scena, mentre ripropongono le performance pubbliche dell’artista, dai suoi esordi fino ai suoi concerti più noti.
Inutile dire che anche la composizione migliore non sarebbe valsa a nulla senza l’interprete perfetto, in grado di sopportare il peso dell’intero film. Taron Egerton riesce in questa folle impresa, aggiungendo ad una buona mimesi estetica anche un profondo studio del suo personaggio e riuscendo così a coglierne i tratti distintivi. A suo vantaggio, poi, gioca una ricostruzione piuttosto accurata di tutti gli abiti di scena più famosi della rockstar, dall’iconica salopette agli occhiali a forma di cuore, fino ai costumi più complessi.
Dove sono, insomma, i difetti in un progetto apparentemente così ben curato? Non riuscendo a discostarsi del tutto dalle abitudini dei biopic più recenti, anche Rocketman soffre, almeno esteticamente, nei momenti in cui Fletcher tenta di strizzare l’occhio ai fan dell’artista; l’errore è nell’eccessivo risalto dato ad alcuni momenti determinanti della sua carriera, arrivando quasi a sospendere il tempo della narrazione e rendersi fastidiosamente retorico e didascalico [come il momento in cui sceglie il proprio cognome guardando una foto di John Lennon]. Quel che però preoccupa maggiormente è scrittura delle scene dedicate alla riflessione sulla sessualità dell’artista; non è la prima volta – e purtroppo torna un inevitabile parallelo con Bohemian Rhapsody – che si racconta di un’artista omosessuale e la tendenza, in questi casi, è sempre di mostrare il protagonista che affronta questa scoperta in via passiva. Benché in Rocketman si sia cercato di seminare qualche indizio anche nella vita del giovanissimo Reginald, anche in questo caso sembra che la scoperta della propria sessualità dipenda da un fattore esterno e che, di nuovo, l’artista viva quest’esperienza passivamente.
Nonostante questi due nei, Dexter Fletcher, e lo sceneggiatore Lee Hall, propongono un progetto vincente, in grado di indagare anche nei momenti più bui della vita di Elton John senza mai mancare di rispetto a nessuno dei personaggi coinvolti. Che il merito sia da attribuire al diretto coinvolgimento di John nel progetto o della seducente messa in scena di ogni singolo momento, Rocketman è un film che accontenterà i fan e sarà in grado di trasmettere tutta la forza espressiva di una delle più grandi leggende viventi nella storia della musica.
Claudia Anania
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ROCKETMAN
Regia: Dexter Fletcher
Con: Taron Egerton, Bryce Dallas Howard, Richard Madden, Jamie Bell, Steven Mackintosh, Kamil Lemieszewski, Tate Donovan, Stephen Graham, Harriet Walter, Charlie Rowe, Gemma Jones, Tom Bennett, Kit Connor, Bern Collaço, Graham Fletcher-Cook
Uscita in sala in Italia: mercoledì 29 maggio 2019
Sceneggiatura: Lee Hall
Produzione: Marv Films, New Republic Pictures, Paramount Pictures
Distribuzione: 20th Century Fox Italia
Anno: 2019
Durata: 121’