Rupert Turner, giovane attore, decide di raccontare la vera storia di John F. Donovan, star della televisione americana scomparsa dieci anni prima, che in una corrispondenza epistolare gli aveva aperto le porte del cuore, svelando i turbamenti di un segreto celato agli occhi di tutti. Ne ripercorre così la vita e la carriera, dall’ascesa al declino, causato da uno scandalo tutto da dimostrare.
Fa sempre poco piacere – a meno che non si parli di tifo simil-calcistico, antipatie o schieramenti dogmatici – quando arriva la voce che un film molto atteso sarà in realtà una delusione.
Ancor meno piacere provoca scoprirlo con i propri occhi.
E il primo film in lingua inglese di Xavier Dolan, con un cast all-star e un’aura di predestinazione al successo quasi totale, ne aveva creata molta di attesa. Dopo sette film realizzati in dieci anni [da quando lui ne aveva ancora venti!], nati da una grande cultura artistica, da un inesauribile furore creativo e da una visione e un modo di raccontare molto personale, La mia vita con John F. Donovan fallisce esattamente nei punti forti su cui Dolan ha costruito la sua brillante carriera.
I temi fondanti del suo cinema rimangono sempre gli stessi: la relazione madre/figlio, l’omosessualità e l’infanzia su tutti. Ma è l’incisività e l’originalità nel loro racconto a mancare; o meglio, ad essere presenti ma in una forma stanca e debole.
Le interpretazioni degli attori [sempre portati in un territorio estremo, agitato e complesso da Dolan] hanno solo un involucro di profondità e di “pesantezza”, ma risultano poco originali, poco vere, iper costruite.
L’uso della musica, spesso audace e coraggioso, qui sembra impostato come in un videoclip o in una pubblicità qualsiasi ed è protagonista in assoluto della scena più brutta del film, con protagonisti Natalie Portman, Jacob Tremblay e Stand by Me.
E infine la banalità nel racconto interiore dei personaggi, ambito in cui l’autore canadese può invidiare pochissimi registi, è forse la componente che genera maggior delusione. Tra madri problematiche, figli incompresi e bulli sadici, non c’è davvero niente di nuovo sul fronte occidentale.
“Vivi, prima di mentire” è una frase fondamentale del film. Non si può certo dire che il cinema di Xavier Dolan non sia vero o spinto da una pulsione interiore personale molto viva, e la cosa emerge anche qui nel suo film peggiore. E non si può neanche parlare di mentire, o di tradire, ma solo di aggiustare il tiro, di evitare di mettere troppi film in uno solo [non una cosa negativa in sé, ma in questo caso sì] e di ritrovare la spinta e il furore che emergeva dai suoi precedenti lavori, anche quelli meno riusciti.
Egidio Matinata
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LA MIA VITA CON JOHN F. DONOVAN
Regia: Xavier Dolan
Con: Kit Harington, Natalie Portman, Jacob Tremblay, Ben Schnetzer, Kathy Bates, Sarah Gadon, Thandie Newton, Susan Sarandon
Uscita in sala in Italia: giovedì 27 giugno 2019
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Produzione: Lyla Films, Pipeline Entertainment, Sons of Manual, Warp Films
Distribuzione: Lucky Red in associazione con 3 Marys
Anno: 2018
Durata: 123’