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MEN IN BLACK: INTERNATIONAL di F. Gary Gray

Ma quanto è brutto e inutile Men in Black: International?

Film tutto puntato sulla coppia di protagonisti proveniente dall’Asgard marvelliana, un Chris Hemsworth-Thor, vecchia gloria dei MIB, che dopo aver salvato il mondo dall’attacco di una delle più pericolose razze aliene sembra essersi trasformato senza motivo in un bamboccione dal cuore grande e dal cervello non particolarmente sviluppato, e Tessa Thompson-Valchiria, una giovane aspirante agente in nero che, dopo aver assistito da piccola ad un intervento dei misteriosi governativi proprio nella sua abitazione ha vissuto con l’ossessione di entrare a far parte del gruppo e di poter  capire, finalmente, come funziona l’Universo.

Ma una coppia di attori può fare un film? Forse… Di certo può portare una produzione a pensare che questo basti ad attirare uno zoccolo duro di pubblico e a sperare che nessuno si accorga che, oltre a questa coppia, non si sia riusciti ad accocchiare nulla.

Nonostante questo preambolo Men in Black: International ha grandi aspirazioni e questo non fa che peggiorare la situazione. Il film vorrebbe andare a rispolverare il riuscito connubio fantascienza/commedia del capostipite della saga, ma chi ne ha le redini non intuisce nemmeno lontanamente la modalità di preparazione della ricetta, puntando sull’accumulo, piuttosto che sulla qualità.

La storia, se davvero di storia di può parlare, è una sorta di monotona spy, in cui gli agenti segreti H&M, sotto la guida del veterano T [Neeson], tentano di far fronte all’attacco di pericolose creature parassitarie extraterrestri mentre in contemporanea indagano sulla molto concreta possibilità della presenza di una talpa all’interno del dipartimento inglese dell’organizzazione dei MIB.

Assolutamente niente di nuovo, né di interessante, ma non è questo il problema più grave, o almeno non è questo quello che rimane marchiato a fuoco nella mente dello spettatore sopravvissuto ad un preambolo di presentazione personaggi davvero interminabile [e imperdonabile].

Quello che, però, fa annegare tutto in un tragico “No” è una scrittura orrenda, imbarazzante, tutta puntata su un tipo di umorismo che non fai mai ridere. Mai! Con nessuna delle tante battute accumulate, in nessuna delle gag che praticamente costituiscono il 90% del film. Per niente! E anche la piccola venatura che cerca un appiattimento politicamente corretto sulla parità dei sessi “in azienda” si quieta e si annulla nell’inutile tormentone di “Men and Women in Black”.

Un autogol che parte da un tiro potenzialmente interessante che non può che rimandare al capitolo tutto al femminile di Ghostbusters anche e soprattutto per la goffa e antipatica idiozia dei due personaggi intepretati, qui e lì, da Chris Hemsworth che inanellando un terzo personaggio di questo livello dovrà per forza arrendersi a veder bruciare per autocombustione la sua tanto agognata carriera dal bel commediante.

Nulla da aggiungere su una spy story fantascientifica in chiave comedy in cui si riesce a prevedere tutto con larghissimo anticipo e dove non si ride mai, se non che lo staff non è riuscito a tirar su nemmeno una razza aliena che sia, esteticamente o antropologicamente, almeno un po’ interessate.

Vi prego sparaflashatemi. Fatemi dimenticare.

Che tempi tristi.

Luca Ruocco

MEN IN BLACK: INTERNATIONAL

Regia: F. Gary Gray

Con: Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Liam Neeson, Rafe Spall, Emma Thompson

Uscita in sala in Italia: giovedì 25 luglio 2019

Sceneggiatura: Art Marcum, Matt Holloway

Produzione: Sony Pictures Entertainment

Distribuzione: Sony Pictures Italia/Warner Bros.

Anno: 2019

Durata: 115’

InGenere Cinema

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