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FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 – Report #02

Nel secondo e terzo giorno della Festa arrivano un horror molto atteso, un film acclamato al Sundance e una rilettura della tragedia di Antigone ambientata nel Canada contemporaneo.

 SCARY STORIES TO TELL IN THE DARK di André Øverdal

Nella cittadina di Mill Valley incombe l’ombra della famiglia Bellows. È nella loro dimora che Sarah ha trasformato la sua travagliata esistenza in una serie di storie spaventose, scritte in un libro che ha travalicato il tempo, storie che diventano fin troppo realistiche per un gruppo di giovani che, durante la notte di Halloween, commettono l’errore di dare potere a quelle pagine oscure.

Dopo un inizio non molto promettente in cui sembra che il film di Øverdal non sia molto di più di un trasposizione di Piccoli Brividi adatta al pubblico di Disney Channel, anche per colpa di una presentazione di personaggi piatti e riconoscibili immediatamente nella loro canonicità [la protagonista sensibile e problematica, il ragazzo cool e granitico, il cattivone, la vanitosa] e quindi prevedibili nel loro arco di trasformazione, Scary Stories ingrana poco a poco inanellando una serie di sequenze molto riuscite. L’andamento coinvolgente, il tocco del produttore e cosceneggiatore Del Toro e un finale poco canonico lo rendono un prodotto piacevole per gli adulti, ma soprattutto un film a tratti spaventoso per i più giovani.

THE FAREWELL di Lulu Wang

Billi, nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, ritorna a Changchun quando scopre che all’amata nonna Nai-Nai restano poche settimane di vita. Ma l’unica a non saperlo è proprio la nonna. I familiari, per farla felice, decidono di riunirsi per improvvisare il matrimonio di un nipote.

The Farewell è un film che mette di buon umore. Già dall’inizio ci si rende conto di trovarsi di fronte a un prodotto fresco, con una propria sensibilità e originalità che si distaccano dal dramedy inglese o americano, o dalla commedia europea. La buona riuscita del film sta anche nel fatto che lo spettatore si immedesima subito nella protagonista, la quale è a tutti gli effetti un’americana che si trova a riscoprire le sue radici orientali. Come da copione, si ride molto e ci si commuove, con un andamento che sembra andare verso un destino inesorabile, ma allo stesso tempo verso una grande positività e serenità d’animo.

ANTIGONE di Sophie Deraspe

In seguito all’assassinio dei suoi genitori, la giovane Antigone si rifugia a Montreal insieme ai fratelli e alla nonna. Studentessa modello, Antigone è il collante che tiene unita la famiglia. La tragedia deflagra quando suo fratello Étéocle viene ucciso dalla polizia.

Uno dei migliori film della Festa. Il pregio primario, ma anche la prima pietra su cui viene costruita la struttura di questo adattamento è l’equilibrio. C’è equilibrio tra classicità e modernità, c’è equilibrio nella messa in scena [nel modo in cui si mescolano intimità, il racconto dei social e la durezza di una vicenda estremamente contemporanea], nella recitazione degli attori [su cui spicca l’ipnotica e affascinante protagonista Nahéma Ricci] e per la bravura nel trattare tematiche delicate senza banalizzarle. Scelto dal Canada come rappresentante agli Oscar come miglior film straniero, ha tutte le carte in regola per diventare un cult.

Egidio Matinata

InGenere Cinema

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