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PARASITE di Bong Joon Ho

“…Parasite non è un film che dipende solo da un unico grande colpo di scena finale…”

Queste parole sono parte di un’introduzione scritta dallo stesso Bong Joon Ho, autore della pellicola, in cui si chiede di evitare la diffusione di spoiler. Un’impresa ardua quando si tenta di parlare di un film così stratificato e complesso come Parasite, ma a fornirci una base dal quale partire sono proprio le parole del regista.

La fortuna della sua ultima fatica è infatti tutta nella sua capacità di presentare un film doppio, un lavoro che inizia in un modo per poi virare bruscamente e trasformarsi in qualcosa di completamente diverso. La premessa è, difatti, alquanto semplice, pur nella sua lucidissima e cristallina analisi sociologica: l’autore ci presenta il ritratto di una famiglia piuttosto unita ma anche molto povera e dal futuro incerto. La fortuna, però, busserà alla loro porta, sotto le sembianze di un giovane studente universitario che propone al figlio, Ki-woo, un lavoro ben pagato come insegnante privato. Il ragazzo, raccomandato dal suo amico, sarà tuttavia costretto ad imbrogliare sulla sua preparazione scolastica pur di ottenere il lavoro. Dopo il primo e fortunato incontro con la ricca famiglia Park, Ki-woo sarà trascinato in un vortice di bugie che, a loro volta, innescheranno una reazione a catena di disavventure ed incidenti.

Ed è proprio a questo punto che il regista sterza di colpo contrastando violentemente i toni leggeri che hanno caratterizzato la prima parte del film. Nonostante, infatti, non manchino momenti di riflessione, il primo atto procede seguendo i delicati, e altrettanto brillanti, ritmi narrativi – e visivi – di una commedia; a partire dal secondo atto invece tutte le allegorie e i simbolismi di fanno via via più espliciti, trascinando lo spettatore in un’assurda e tragica spirale di eventi che puntano i riflettori sulla natura delle relazioni umane e sull’ormai insostenibile differenza tra classi sociali.

A questo punto una nuova premessa è d’obbligo, Parasite è un film da vedere solo se si riesce a mettere da parte lo sguardo occidentale; la sua messa in scena, infatti, soprattutto nelle reazioni umane di ogni singolo personaggio, può sembrare a tratti surreale se non si parte dal semplice presupposto che esiste un’enorme differenza culturale tra lo spettatore e i personaggi in gioco. Un esempio piuttosto lampante è proprio il modo di gestire i continui colpi di scena che la famiglia Park si troverà ad affrontare nella prima parte del film; le eccentriche reazioni dei ricchi protagonisti rientrano sì in una scelta narrativa di Bong Joon Ho, che tendono a marcare determinate differenze al fine di rendere chiaro il gap sociale che separa le due famiglie, ma è anche frutto di una penna completamente diversa dal classico prodotto occidentale.

L’estetica del film è invece di più ampio respiro, con una regia il cui ritmo si riadatta costantemente ai diversi toni assunti dal film; l’autore predilige campi stretti, dettagli e piani ravvicinati, in grado di dare il giusto risalto ad ogni azione e stringendo allegoricamente lo spazio attorno ai protagonisti man mano che la storia si snoda nei tragici colpi di scena. E ugualmente simbolico è anche l’incredibile uso della fotografia, che aiuta a sottolineare costantemente le differenze che sussistono tra le due famiglie; una scelta che si rivela fortunata soprattutto nel primo atto, in cui scorrono parallelamente sullo schermo sequenze all’interno delle rispettive case dei protagonisti – cupa e grigia in un caso ed estremamente luminosa nell’altro.

Nel cinema di Bong Joon Ho non mancano altri momenti di alta e incredibile riflessione – si pensi al suo lavoro più conosciuto dal grande pubblico occidentale, Snowpiercer – ma con Parasite il regista riesce a fare un ulteriore passo in avanti e a regalarci un lungometraggio impeccabile sotto ogni profilo, una perfetta esperienza tanto dal punto di vista estetico e narrativo, quanto da quello morale – aspetto in cui, di recente, in molti hanno fallito.

Claudia Anania

PARASITE

Regia: Bong Joon Ho

Con: Song Kang-ho, Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Choi Woo-shik, Park So-dam, Lee Jung-eun, Park Myeong-hoon, Chang Hyae-jin, Jung Ziso, Jung Hyeon-jun, Park Seo-joon

Uscita in sala in Italia: 7 Novembre 2019

Sceneggiatura: Bong Joon Ho

Produzione: Barunsun E&A

Distribuzione: Academy Two

Anno: 2019

Durata: 132’

InGenere Cinema

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