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L’UOMO CALAMITA di Giacomo Costantini

Giovedì 12 dicembre al Teatro Vascello ha debuttato in prima nazionale lo spettacolo di Circo el Grito L’uomo calamita, diretto e interpretato da Giacomo Costantini con testi e voce di Wu Ming 2 e musiche dal vivo di Fabrizio Baioni Cirro.

Lo spettacolo indubbiamente colpisce fin dal titolo e dalla breve descrizione sul volantino, ma ciò che più ha suscitato interesse in chi scrive [oltre a conoscere già l’attività di Circo el Grito e quindi ad apprezzare la compagnia indipendentemente dallo spettacolo in scena] è la sfida che questo lavoro teatrale si pone: combinare acrobazie circensi, reading teatrale e musica dal vivo in una drammaturgia estremamente politica e politicizzata, in collaborazione con il collettivo Wu Ming.

La rappresentazione inizia con violenza, con un assestato e improvviso colpo di batteria che spezza e sovrasta la melodia anni ‘20 che ci aveva accompagnato e coccolato dal primo momento in cui – ancora a sipario chiuso – il pubblico ha messo piede in sala.

La voce di Wu Ming 2 ci parla subito e lo fa in prima persona, accompagnandoci direttamente al cuore della storia: durante la Seconda guerra mondiale, una compagnia di circensi sinti subisce orribili persecuzioni nazi-fasciste ed è costretta a scappare, a nascondersi, a combattere e inventarsi nuovi modi per campare in un periodo storico così buio. Tra questi circensi, primeggia l’Uomo Calamita, un freak capace con i suoi fantasmagorici numeri di incantare i cuori di tutti, in particolare quello della piccola Lena, figlia del personaggio che ci racconta la storia.

La narrazione va di pari passo con la musica [un mix di percussioni ed elettronica allo stesso tempo gradevole e straniante] e molto presto entra in scena il vero protagonista della storia: l’uomo Calamita a.k.a. Giacomo Costantini che tra un “Come ha fatto?” e un “Ma ci sarà un trucco?” stupisce il pubblico con le sue abilità circensi e con la sua presenza scenica decisamente predominante.

Man mano che la storia si fa più ostica e la fuga della compagnia circense diventa più difficile, i numeri eseguiti da Costantini aumentano di complessità e di meraviglia; la sua prestanza fisica e capacità artistica è senza dubbio impressionante, così come le sue intuizioni registiche di un’originalità fuori dal comune. La macchina ammazza-nazisti guidata dall’Uomo Calamita diventa una creatura poetica e mostruosa capace di sconfiggere il male con la musica, i proiettili sparati dai soldati sono bolas in legno che colpiscono a ritmo il pavimento con una maestria unica, combinate con il tip-tap e la musica di Cirro.

Costantini sembra saper fare tutto, e lo fa sempre in maniera eccellente, tenendo il pubblico col fiato sospeso in un susseguirsi di prove di sempre più difficile esecuzione.

È proprio perché tutto sembra voler mirare all’eccellenza che da Circo el Grito ci aspettiamo il meglio e ci sentiamo in dovere di fare qualche piccolo appunto su una performance che – ci auguriamo – possa avere lunga vita sulle scene italiane e internazionali.

Innanzitutto, rintracciamo senza cattiveria una pecca nella scelta di Wu Ming 2 alla voce: le capacità attoriali del lettore non sono abbastanza per sostenere il confronto in scena con le acrobazie circensi e troppo spesso, ad osservare le meraviglie di Costantini, capita di dimenticarci del racconto che intanto prosegue in sottofondo. Per di più perché la storia è così potenzialmente toccante ed emozionante che è veramente un peccato non avere un attore degno di nota a raccontarcela, a farci soffrire insieme a Lena, all’Uomo Calamita e ad ogni componente della compagnia in fuga dalle persecuzioni razziali.

Il secondo appunto ricade su alcune scelte registiche di Costantini, che non specifichiamo apertamente per non fare spoiler, ma che sicuramente ci hanno lasciato perplessi perché non sottolineano i passaggi narrativi con la potenza che meriterebbero e che ci aspetteremmo da una rappresentazione così scenica [il finale è uno di questi momenti].

Per il resto, guardando allo spettacolo applaudiamo a questo mix di talenti artistici che rappresenta senza dubbio una miscela esplosiva e un grande orgoglio per il teatro italiano e che sicuramente col tempo riuscirà ad affinare alla perfezione questi piccoli particolari, che in un debutto sono da considerarsi pane quotidiano.

Irene Scialanca

L’UOMO CALAMITA

Regia: Giacomo Costantini / Circo el Grito

Cast: Giacomo Costantini, Wu Ming 2, Fabrizio Baioni Cirro

Drammaturgia: Giacomo Costantini, Wu Ming 2, Luca Pakarov

Teatro e date: Teatro Vascello, 12/15 dicembre 2019

InGenere Cinema

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