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TOP TEN INDIE OF THE DECADE 2010/2019

Si chiude il secondo decennio del secondo millennio. Un decennio che ha segnato anche la nascita e il primo importante anniversario per la nostra Gazzetta.

InGenereCinema.com compie i suoi primi 10 anni e ha già iniziato i suoi festeggiamenti cambiando veste grazie al nuovo logo creato da Stefano Tabellini e mettendo in cantiere la sua prima produzione video, la docu-serie Il Giro dell’Horror.

Il 2020 sarà un anno ricco di novità e di nuovi spunti, ma ci è sembrato importante chiudere il 2019 con una riflessione sull’horror e sul fantastico, argomenti di particolare rilievo per la nostra ricerca all’interno del mondo del cinema.

Il focus che abbiamo scelto per la nostra Top Ten del decennio è il cinema indipendente, da sempre nodo nevralgico del nostro racconto critico e creativo, e di certo punto d’osservazione prelibato per la ricerca di titoli, di piccola e media produzione, che riescano a raccontare il Genere in maniera sempre innovativa, fresca e libera, senza compromessi e con una “luccicanza” che riempie il cuore e fa innamorare.

Salutiamo così i secondi 10 anni del 2000 e i primi del nostro InGenereCinema.com, con un piccolo e interessante viaggio tra alcuni dei titoli che più ci hanno colpito in questa decade. Una piccola guida all’interno di una new wave di autori da tenere d’occhio.

TROLL HUNTER di André Øvredal [2010]

Sorprendente mockumentary che attualizza e riflette circa la mitologia nordica e la nostra necessità di riscoprire il fantastico come una realtà. Apparentemente semplice, Troll Hunter convince per ritmo e per la spensieratezza nell’approcciare il sovrannaturale, i mostri e l’avventura. Intelligente.

The WOMAN di Lucky McKee [2011]

Riflessione oscura, malata e postmoderna sulla famiglia tipo cinematograficamente degenerata in anni di riletture di Genere. C’è un padre padrone e psicopatico, una madre due figlie femmine [lato arcaicamente sottomesso della famiglia, nonostante numericamente in maggioranza] e un figlio maschio che cattura una selvaggia e la porta nel granaio per regalarle la civiltà, ovviamente attraverso metodi di coercizione che, inorgogliendo il genitore, strizzano l’occhio al torture e allo splatter e ad un discorso di differenze di genere davvero molto attuale. Inaspettato.

RED KROKODIL di Domiziano Cristopharo [2012]

Sofferto, allegorico, disturbante e poetico. Cinema a bassissimo costo che si eleva a opera d’arte. Cristopharo ha la capacità, la visione e l’artigianalità necessaria per raccontare il tormento e l’agonia lenta di un tossico che rinuncia a tutto per il “coccodrillo rosso”. Compatto e potente Red Krokodil è un film ancora nuovo e da scoprire. Inedito.

OLTRE IL GUADO – ACROSS THE RIVER di Lorenzo Bianchini [2013]

Lorenzo Bianchini ritorna all’horror dopo l’angosciante Occhi del 2010. Oltre il guado, film silenzioso, sottile, tagliente, racconta la paura per eccellenza, quella che nasce dalla notte, dal buio e dalla solitudine, quella che consuma dal di dentro, come una maledizione, poggiandosi gelato sulle ossa di un unico attore protagonista [Marco Marchese] e su una natura notturna e liquida che di materno conserva solo gli spigoli più spaventosi e opprimenti della genitorialità. Fa paura!

IT FOLLOWS di David Robert Mitchell [2014]

Se nel 1996 Craven e Williamson avevano declinato per la prima volta, all’interno del film capostipite della saga Scream, le famose “regole per sopravvivere in un film horror” di cui la più importante recitava “Non fare sesso” , nello strano slasher fuori tempo [o da un’altra dimensione] di Mitchell funziona molto bene l’intuizione di antropomorfizzare l’idea incorporea di un male mortale legato proprio al sesso, lento ma inesorabile che diventa villain cangiante e incorporeo e come un classico automa omicida da horror americano alla Halloween diventa terrificante ombra della vittima di turno. Fuori dal tempo.

THE WITCH di Robert Eggers [2015]

La paura della strega è, come Storia insegna, paura della morte, della povertà, del non compreso, dell’inaccettabile. E la famiglia non è che la riduzione in piccolo di una società, piagata dalla cecità dell’inquisizione nel film di Eggers. Il dio scongiurato dal capofamiglia del film, invece di regalare protezione e amore ai suoi adepti, sembra divertirsi a spargere tra loro terrore e odio, o semplicemente non esistere. Robert Eggers racconta una storia oscura che si macchia di orrore solo di tanto in tanto, un orrore misterico agli antopodi del Genere, che ne colora il finale epifanico, ma che va cercato con attenzione e a mente aperta nel resto del film. Uno dei migliori horror del decennio, ma che non va cercato con sola sete orrorifica e che è anche un racconto di crescita, di passaggio, ed è costruito con una bella cura estetica, da film storico, non ricercando lo shock del colpo di scena, ma cumulando silenzi, sospetti e simboli. Rapisce!

THE VOID – IL VUOTO di Jeremy Gillespie e Steven Kostanski [2016]

Prendete il cinema di John Carpenter, aggiungente i miti e la letteratura di H.P. Lovecraft e mescolate tutto con un pizzico di survival-horror alla Silent Hill. Il risultato è The Void – Il Vuoto, pellicola del duo canadese Gillispie e Kostanski che non smetteremo mai di ringraziare per questo incredibile film. Horror duro e puro che tocca vette altissime di gore e suspance vecchia maniera. Per tutti i nostri carissimi #AmiciDellHorror è già un classico. Necessario.

MATAR A DIOS di Caye Casas e Alberto Pintó [2017]

Il cinema di Genere indipendente spagnolo continua a vivere un momento di grandissima vitalità artistica.

Matar a Dios è un film frizzante e grottesco. Una commedia nera alla Álex de la Iglesia, con protagonista un clochard nano che potrebbe essere Dio e quattro sventurati che devono scegliere i nuovi Adamo ed Eva in vista di una prossima Apocalisse! Un intelligente racconto che parla di divino e credo attraverso personaggi e immagini potenti e battute robuste e sarcastiche. Divino.

MANDY di Panos Cosmatos [2018]

Allucinazioni, confusione sensoriale, alterazione della realtà, panico, paranoia e hard rock. E poi ancora: duelli con motoseghe, teste mozzate, motociclisti demoniaci, crocifissioni, gente arsa viva, evocazioni, balestre, T-shirt invidiabili, LSD, cocaina e fiumi di sangue. Se non fosse ancora sufficiente, aggiungente un Nicholas Cage lisergico, disturbante, contraddittorio e bellissimo. Capace di commuovere e di mettere in imbarazzo lo spettatore allo stesso tempo. Un film epico quello di Cosmatos che sembra provenire da un altro pianeta o da un futuro a cui vorremmo appartenere. Capolavoro.

MIDSOMMAR – Il Villaggio dei Dannati di Ari Aster [2019]

Opera seconda di Ari Aster, regista dell’acclamato Hereditary – Le radici del Male, Midsommar – Il Villaggio dei Dannati è una lunga discesa verso la follia, illuminata dal sole di mezzanotte svedese. Un film visionario, drammatico e poderoso, che ha il coraggio e l’incoscienza di essere discontinuo e a volte prolisso, eppure, affascinate e ipnotico. Imperdibile.

Luca Ruocco + Paolo Gaudio

InGenere Cinema

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