Quando si parla di cinema italiano contemporaneo siamo tutti, chi più chi meno, legati a Carlo Verdone da un affetto sincero, spontaneo, quasi amichevole. Verdone è parte di ognuno di noi per aver saputo raccontare [dagli anni Ottanta fino a oggi] con attenzione e delicatezza tutte le più recondite e folli, ma a noi estremamente familiari, sfumature dell’Italia intera.
Torna in sala quest’anno con il suo ventisettesimo film, Si vive una volta sola, e lo fa con una pellicola corale, che non pone al centro il Verdone personaggio ma piuttosto lo affianca a grandi volti: Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Max Tortora.
Sono quattro i co-protagonisti della storia, Umberto, Lucia, Amedeo e Corrado, colleghi nella sala operatoria e amici nella poca vita che rimane all’infuori delle mura ospedaliere. Tanto bravi sul lavoro quanto falliti nell’intimità, i nostri arricchiscono le loro povere giornate dedicandosi agli scherzi, indirizzati soprattutto al più debole tra loro, Amedeo [Rocco Papaleo]. Vi ricorda qualcosa?
Seppure Verdone ci tenga a specificare di non aver cercato una vicinanza con Amici miei, il parallelismo con il capolavoro di Monicelli viene da sé quando si parla di amici amanti dello scherzo. Inutile a dirlo, il paragone è quanto di più forzato si possa immaginare.
Se in Amici miei l’architettura dello scherzo e spesso il cinismo che gli si celava dietro servivano a mostrare il cuore grande di personaggi soli in una società che non sembra appartenere loro, qua lo scherzo perde la poesia e diventa semplice derisione, beffa o – per dirla in termini più moderni – bullismo. Si prova pena per il personaggio di Papaleo, ingiustamente martoriato dai suoi “amici” che non ci pensano due volte a fargli rimuovere la macchina o a fargli credere di essere stato licenziato, per dirne due. E così, con il racconto dell’accanimento sul povero Amedeo, in un susseguirsi di quelli che sembrano più singoli sketch che scene di un film, la pellicola va avanti per circa un’ora. Soltanto a quel punto avviene la svolta, l’avvenimento che dà il via agli eventi e che sarebbe dovuto accadere con quaranta minuti d’anticipo: i tre malvagi amici scoprono che il povero Amedeo ha un cancro incurabile e, per comunicargli la sua impellente morte, decidono di partire per un surreale viaggio alla scoperta della vita.
Superato questo inutile dilungamento nella parte iniziale, il film inizia a scorrere in maniera più piacevole. La freddezza diminuisce e si torna per qualche istante ad assaporare Verdone, il nostro Verdone, quello a cui tutti vogliamo bene e che tanto ci ha fatto ridere e commuovere negli anni.
Purtroppo, però, l’illusione fa presto a scomparire.
Verdone, ormai spoglio della sua comicità delicata e poetica, per strappare un sorriso si serve troppo spesso di battutacce che sfiorano la volgarità e situazioni da cinepanettone che proprio non gli si addicono, non appartengono al cinema a cui ci ha da sempre abituati e soprattutto non appartengono agli attori che vediamo sullo schermo. Li conosciamo tutti, Papaleo, Tortora, Foglietta e lo stesso Verdone, per ruoli di spessore maggiore [anche rimanendo nella commedia] e tutti e quattro tendono a non essere al massimo della loro forma alle prese con discoteche estive, scambi di coppia e parolacce usate al solo scopo di far ridere. Come se poi la risata fine a sé stessa fosse davvero così importante.
Il film, che pure aveva nella storia potenzialità artistiche e spunti di riflessione, rimane invece sterile contenitore, commediola innocua, con un finale che crede di essere a sorpresa ma che è invece altamente prevedibile fin dall’inizio.
Insomma, con grande dispiacere, ci sembra di essere davanti a un film fatto solo per contratto, perché, nonostante tutto, si deve lavorare, anche se non si ha proprio niente da dire.
Con la speranza e l’augurio che nella ventottesima pellicola, il nostro Carlo torni a raccontarci quelle storie garbate che tanto gli vengono bene e che riesca di nuovo a farlo con la cura e l’amore con cui sempre ha firmato il suo cinema.
Oh, a Verdone gli si vuole bene comunque, si intende.
Irene Scialanca
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SI VIVE UNA VOLTA SOLA
Regia: Carlo Verdone
Uscita in sala in Italia: mercoledì 26 febbraio 2020
Sceneggiatura: Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Pasquale Plastino
Produzione: Filmauro
Distribuzione: Vision Distribution
Anno: 2020
Durata: 105’