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DOPPIA PELLE di Quentin Dupieux

Doppia pelle è la storia di un uomo di nome Georges, che si lascia alle spalle la sua vita e si mette in viaggio per raggiungere una zona montuosa e comprare una giacca da un tale Monsieur B. La giacca, pagata con tutti i suoi risparmi, è realizzata al 100% con pelle di daino.

Perdutamente innamorato e ossessionato da questo indumento, l’uomo in preda a un delirio si trasforma in un criminale: decide che la sua deve essere l’unica giacca di pelle e lui l’unico ad averne una.

Compagna di questo girotondo squilibrato è Denise, una cameriera con una passione cinefila molto particolare: le piace mettere mano ai cult cinematografici e ri-montarli a modo suo.

Cosa si può rispondere quando si viene invitati a vedere un film la cui unica riga di sinossi recita: “Georges e la sua giacca 100% daino hanno un piano”? L’unica risposta possibile è “Andiamo subito! Non può che essere un capolavoro.”.

Ora, Le Daim o Doppia pelle, non sarà un capolavoro, ma a suo modo rappresenta una visione unica. È bellissimo vederlo così, a scatola chiusa, senza saperne assolutamente niente, tranne che ci si ritroverà di sicuro davanti a qualcosa di strano e insolito.

Sarebbe bello anche riguardarlo in compagnia di qualcuno che non l’ha ancora visto, e osservare un po’ il film e un po’ il cambiamento nelle espressioni e nello sguardo dell’ignaro compagno di visione.

Infatti il film non è particolarmente efferato e non eguaglia neanche lontanamente le vette di follia raggiunte da tanto altro cinema [occidentale e non]. Eppure c’è qualcosa di unico nel film di Dupieux. Sarà lo stile minimale, con un uso parsimonioso e misurato dei movimenti di camera; sarà la generale sensazione di calma ineluttabile che pervade il luogo in cui è ambientato il film; o forse la recitazione degli attori, che esplode solo in pochi punti e attraverso alcune azioni singole, ma che per il resto viaggia sul binario della pacatezza e della placidità; oppure il fatto che la discesa nella follia del protagonista [o dei protagonisti?] viene raccontata come la cosa più normale del mondo.

Tutti questi fattori riescono a inculcare, minuto dopo minuto, una serie di reazioni diverse nello spettatore.

La prima fase suscita incredulità.

L’unico appiglio è proprio il personaggio di Denise, la quale, almeno all’inizio, sembra l’unica in cui potersi identificare e che proverà ad opporsi a ciò che sta succedendo. Ma molto velocemente [visto che il film dura solo 77 minuti] ci si rende conto che la discesa nell’assurdo sarà collettiva: questa seconda fase suscita in un primo momento una sorta di rigetto [com’è possibile che stia succedendo tutto questo?], ma poi anche un sentimento di divertimento sano e liberatorio, che accompagnerà gli spettatori fino alla conclusione.

L’unica nota negativa è che il film di Dupiex, così libero e fuori dagli schemi, sia ingabbiato e bloccato fino a data da destinarsi. Ma di certo si potrebbe approfittare di recuperare il resto della filmografia di questo autore, in modo da arrivare preparati a questa sua ultima opera folle.

Egidio Matinata

DOPPIA PELLE

Regia: Quentin Dupieux

Con: Jean Dujardin, Adèle Haenel, Albert Delpy, Pierre Gommé, Laurent Nicolas, Coralie Russier, Stéphane Jobert, Marie Bunel

Uscita in sala in Italia: rinviata

Sceneggiatura: Quentin Dupieux

Produzione: Atelier de Production

Distribuzione: Europictures Distribuzione

Anno: 2019

Durata: 77‘

InGenere Cinema

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