Film d’apertura della 77a Mostra del Cinema di Venezia, Lacci di Daniele Luchetti è l’ultima fatica del regista di Mio fratello è figlio unico e del più recente Io sono Tempesta.
Tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone, che dell’opera è anche sceneggiatore insieme a Francesco Piccolo e allo stesso Luchetti, Lacci è una storia che attraversa trent’anni di vita e di sentimenti di una coppia e dei loro due figli, un tempo bambini e ora diventati adulti.
Aldo e Vanda [Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher] all’inizio degli anni ‘80 sono due trentacinquenni, genitori da circa dieci anni, certamente provati dalla vita coniugale ma, allo stesso tempo, completamente declinati e devoti a essa. Almeno fino alla sera in cui Aldo decide di confessare a sua moglie un tradimento. Da quel momento in poi, le loro vite cambieranno per sempre.
La pellicola, fedelissima al romanzo, riesce fin da subito, perfettamente e con delicatezza, nell’arduo compito di far connettere gli spettatori ai personaggi del racconto.
L’importanza di questa storia, più che in ciò che accade nella vita, si rintraccia in ciò che avviene nei cuori e nelle menti di chi la abita. Non si dà spessore al fatto in sé, ma piuttosto a ciò che quel fatto scatena nell’essere umano. E Luchetti, questo, sa raccontarlo benissimo. È una regia attenta al particolare, la sua, che pone la macchina da presa spesso fin troppo vicina ai personaggi, tanto che è come se volesse addirittura entrarci dentro, mostrarci cosa c’è all’interno di quei corpi singoli eppure così connessi l’uno all’altro.
Come fossero due storie separate e ben distinte, attraverso un gioco di flashback e flashforward, assistiamo contemporaneamente alla storia di Aldo e Vanda degli anni 80, quelli della giovinezza, rappresentata da una fotografia calda e accogliente, e alle vicende di Aldo e Vanda dei giorni nostri, quelli della vecchiaia [interpretati da Silvio Orlando e Laura Morante], ingrigiti da un blu che avvolge certamente anche i loro animi. Anche nella struttura drammaturgica, il film si attiene alla perfezione al romanzo di Starnone che, proprio in questo modo, in una sorta di compartimenti stagni che ogni tanto fanno acqua qua e là, categorizza i protagonisti in base al momento vissuto.
Buonissime le prove d’attore di tutti gli interpreti, ben amalgamati e che, seppure il rischio sia altissimo quando si tratta di passione, tradimenti e atti di follia d’amore, mai scadono in un fin troppo drammatizzante vizio “mucciniano” che tanto piace a noi italiani.
Lo Cascio è convincente nella sua impossibilità di comunicare i propri sentimenti, senza però mai risultare apatico e sa ben esprimere il suo disagio interiore senza aver bisogno di troppe parole. Alba Rohrwacher [per onestà bisogna ammettere che solitamente non è amata da chi scrive] si trova ad affrontare un ruolo complicato, di grande spessore, eppure risulta convincente, mai sopra le righe, perfettamente misurata e, anche lei, intensa nel suo dolore espresso a volte troppo, a volte troppo poco. Linda Caridi, seppure interpreti un ruolo minore, lo fa con bravura ed eleganza e lo stesso va detto per Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini. Last but not least, Silvio Orlando e Laura Morante, nonostante anche loro siano, in proporzione, meno tempo sullo schermo rispetto ai due protagonisti giovani, riescono ad essere perfetti nelle loro unicità attoriali ben riconoscibili. Il monologo finale di Orlando è una chicca di scrittura [Per stare bene insieme bisogna parlare poco. Cit.] e di interpretazione, mentre la nevrosi rancorosa di Morante è un modus attoriale completamente suo, eppure capace di essere ogni volta originale e declinato al personaggio. Quando poi, a concludere una lista di ottime interpretazioni, si aggiungono anche quelle di due bambini, allora significa senza dubbio che il merito, oltre agli interpreti, sia da ricondurre anche al regista che ha saputo fare un ottimo lavoro nella direzione degli attori.
Lacci è un film che procede adagio, senza colpi di scena [se non per il finale], in un binario già prestabilito eppure così piacevolmente percorribile. Forse, ogni tanto, soprattutto alla fine del secondo atto, potrebbe risultare lento, ma non lasciatevi ingannare: è soltanto il respiro di quei sentimenti narrati, che hanno bisogno di tempo per essere compresi, accettati e solo dopo espressi.
Insomma, il film non è ancora uscito in sala, eppure è già un piccolo gioiello del cinema italiano, una di quelle perle che sanno come infondere speranza in un periodo così particolarmente bisognoso di utopia cinematografica.
Vi esorto ad andare in sala, ma con un consiglio prima di sedervi: Lacci non è un film da vedere, ma da sentire.
Irene Scialanca
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LACCI
Regia: Daniele Luchetti
Uscita in sala in Italia: giovedì 1 ottobre 2020
Con: Luigi Lo Cascio, Alba Rohrwacher, Silvio Orlando,Laura Morante
Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Domenico Starnone, Francesco Piccolo
Produzione: Beppe Caschetto, Ibc Movie, Rai Cinema
Distribuzione: 01 distribution
Anno: 2020
Durata: 100‘