1976. Valerio, un bambino di dieci anni assiste all’attentato di suo padre Alfonso, un vice questore preso di mira da alcuni terroristi. Durante la riabilitazione del padre, Valerio fa amicizia con Christian, un ragazzo di borgata. Per evitare di vivere in perenne ansia e recuperare il rapporto con la famiglia, Alfonso decide di passare l’Estate nella tenuta di campagna in Calabria. A sconvolgere la vacanza è l’arrivo improvviso di Christian.
In Concorso alla 77ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il regista Claudio Noce presenta Padrenostro [2020], film drammatico ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto al padre del regista per mano dei Nuclei Armati Proletari nel 1976.
“Buonanotte fiorellino.”
La televisione trasmette il carosello di Osvaldo Cavandoli, La linea [1971-1986].
Proprio come il personaggio del cartone animato che parla con il suo immaginario disegnatore, Valerio [Mattia Garaci] dialoga con il suo amico immaginario nel palazzo, al quale porta anche la cena. Il lavoro del padre impedisce al bambino di portare a casa degli amici veri.
La paura arieggia in ogni momento che passa con il padre Alfonso [Pierfrancesco Favino], che il regista sapientemente ci nasconde per tutta la prima parte del film, contribuendo ad accrescere l’ansia, la paura e il piombo di questo noir. Valerio osserva e ascolta come il più nobile dei registi ciò che gli accade attorno. Disegna e ricostruisce l’attentato del padre con un gessetto colorato sul cemento della strada e disegna sul suo libretto. Infine, la cinepresa super8 portata in casa dall’amico questore, interpretato da Antonio Gerardi; diventa la pistola di Valerio, la pistola che userà da adulto lo stesso regista Claudio Noce per girare questo film.
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LE MOSCHE di Edgardo Pistone
Quatto adolescenti passano le loro giornate vagabondando per le strade di Napoli ciondolando senza meta. Il divertimento si tramuta velocemente in tragedia.
Il giovane regista Edgardo Pistone, diplomato in regia e fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, presenta il cortometraggio Le mosche [2020] nella sezione cortometraggi della Settimana della Critica 2020.
Un cortometraggio che vive di un pretesto, un racconto abbozzato, che pare essere un appunto per un futuro lungometraggio che un corto fine a se stesso. Un bianco e nero inutile ai fini della storia, con i quattro protagonisti che scimmiottano i fortunati vitelloni di Federico Fellini. Si muovono e parlano come i quattro avvoltoi del libro della giungla.
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SHORTA di Anders Ølholm e Frederik Louis Hviid
Gli agenti Jens e Mike, dopo una perquisizione corporale ai danni di un adolescente vengono attaccati da un gruppo di ragazzini. Quando risalgono in auto la radio annuncia la morte di Talib, un ragazzo del ghetto di Svalegården morto in seguito alle complicazioni di un arresto illegale. I manifestanti non tardano ad arrivare e costringono i due alla ritirata nel quartiere peggiore della città, dove nessuna pattuglia ha il coraggio di entrare.
I registi danesi Anders Ølholm e Frederik Louis Hviid presentano alla Settimana della Critica il loro primo lungometraggio Shorta [2020], un poliziesco teso e muscolare.
“Quando ti puntano una pistola addosso ti fanno cambiare prospettiva alle cose.”
Un poliziesco al cardiopalma dove il razzismo e la fratellanza sono percepiti fin dalle prime immagini del film, che i registi dedicano alla memoria di George Floyd.
Mike Andersen [Jacob Lohmann] è il poliziotto cattivo, Jens Høyer [Simon Sears] è il poliziotto buono. Almeno così pare essere. Un dualismo che ben presto viene messo in crisi dal fluire degli eventi. Andersen, esempio del poliziotto di mezza età in crisi con se stesso e in lotta con la società intera è il prototipo del poliziotto razzista disposto a tutto pur di non tradire i compagni.
Høyer è il custode, giovane poliziotto ligio al dovere e alle regole, che mette il buon senso e la pacificazione davanti alle ostilità. Compagni di strada e poi nemici, lottano per sopravvivere ai manifestanti armati che li sorvegliano e inseguono senza dar loro un attimo di tregua. Stories Instagram caricate di continuo sui social forniscono ansia e suspense al film.
Andersen ascende agli inferi lottando prima contro cerbero, un rotweiller che lo intrappola in un ascensore, e poi per i sobborghi della città alla ricerca dello stesso ragazzo che aveva arrestato ingiustamente, con il compito di riportarlo sano e salvo dalla madre. La nottata fa cambiare prospettiva a entrambi, facendo crollare le loro certezze per sempre. Nessuno è buono e nessuno è cattivo del tutto, ma le nostre azioni dipendono dagli eventi che attraversano la nostra vita.
Giulio Golfieri [RATS]