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WAITING FOR THE BARBARIANS di Ciro Guerra

“Mai visto niente del genere. Due dischetti di vetro cerchiati di metallo davanti agli occhi. È cieco? Capirei se fosse cieco, se volesse nascondere occhi che non vedono. Ma non è cieco. I dischetti sono scuri, dall’esterno sembrano opachi, però lui ci vede attraverso. Mi spiega che sono un’invenzione nuova.”

Così scriveva il Premio Nobel J. M. Coetzee nel suo Aspettando i barbari, pubblicato nel 1980. A distanza di circa quarant’anni, lo scrittore sudafricano debutta come sceneggiatore adattando il suo stesso romanzo, con la regia del colombiano Ciro Guerra, anch’egli al suo esordio con un film in lingua inglese, in una produzione italo-statunitense.

In un tempo e in un luogo indefinito, un pacifico magistrato [Mark Rylance] appartenente ad un impero senza nome, gestisce da anni un avamposto di frontiera, oltre il quale si trovano le popolazioni originarie di quelle terre, denominati “barbari”.

La vita sembra scorrere nella totale armonia, grazie ad un tacito accordo fra le genti, fino all’arrivo di una legione imperiale guidata dal Col. Joll [Johnny Depp], giunta per ispezionare il territorio e per garantire che i nativi non rappresentino una possibile minaccia per l’impero. Il colonnello destabilizza immediatamente la quiete della zona, rivelandosi uno spietato torturatore, pronto a punire duramente gli indigeni anche per reati di poco conto. Fra i malcapitati nelle grinfie del crudele militare, vi è una giovane donna, resa menomata e quasi cieca, al quale il magistrato sembra subito infatuarsi. Dopo essersene preso cura e aver convissuto con lei, l’uomo acconsente a liberarla e a riportarla nelle sue terre, affrontando un pericoloso viaggio verso lande ignote, con l’ulteriore preoccupazione dei barbari, resi veramente ostili dalle continue violenze di Joll.

Con Waiting for the Barbarians, ci troviamo così catapultati in un luogo fittizio nell’estremo oriente, con desertici paesaggi mozzafiato [immortalati in Marocco] e con il ruolo dei “barbari” affidato a popolazioni di etnia mongola. Ciò potrebbe passare in secondo piano se si tiene presente il messaggio che la pellicola vuole trasmettere: potrebbe benissimo essere ambientata durante le guerre indiane, così come ai giorni nostri. Insomma, quello che vediamo è ancora attuale e probabilmente lo sarà sempre: la ricerca e la creazione di un nemico da parte di un popolo conquistatore, pronto a spargere sangue pur di ottenere l’espansione tanto ambita. Chi è il barbaro in questo caso?

A guidare il cast dell’opera, un immenso Sir Mark Rylance, che infonde al Magistrato – incredulo di fronte a tanta sofferenza – una grande forza e umanità, seguito ulteriormente dal sempre camaleontico Johnny Depp, che ci dona un personaggio invaso da superbia e cecità: è lui infatti che indossa quasi sempre quei particolari occhiali da sole citati all’inizio, quasi a non voler vedere e ignorare la realtà dei fatti; fino ad arrivare poi ad un Robert Pattinson nei panni di un militare altrettanto privo di cuore, succube di Joll e del suo impero.

Questo trio di attori rappresenta senza dubbio il punto di forza del film. Un supporto fondamentale per lo stile registico scelto da Guerra, che risulta nella predilezione di ritmi molto lenti, ai quali si aggiunge l’assenza di musica per gran parte del tempo. Ciò potrebbe non aiutare lo spettatore più comune, facilmente attirato in sala dalla presenza del cast di primordine, più che dalla curiosità della storia in sé.

Nonostante queste scelte non proprio convincenti, Waiting for the Barbarians rimane comunque un’opera dal grande fascino, godibile grazie alle ottime performance, prima fra tutte quella di Rylance.

Luca Pernisco

WAITING FOR THE BARBARIANS

Regia: Ciro Guerra

Con: Mark Rylance, Johnny Depp, Robert Pattinson, Gana Bayarsaikhan, Greta Scacchi

Uscita in Italia: giovedì 24 settembre 2020

Sceneggiatura: J. M. Coetzee

Produzione: Iervolino Entertainment, Ithaca Pictures

Distribuzione: Iervolino Entertainment

Anno: 2019

Durata: 112’

InGenere Cinema

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