Michele Tetro e Roberto Azzara firmano per Odoya Edizioni un succulento dizionario del cinema horror I due volti del terrore – La Narrativa Horror su Grande Schermo.
Il volume, come si intuisce dal sottotitolo, racchiude nelle oltre 530 pagine quasi 400 schede di pellicole cinematografiche [e televisive] tratte da grandi romanzi e racconti dell’orrore.
Schede agili e divertite [i due autori e gli altri critici che li affiancano si lasciano spesso andare a riflessioni e strizzate d’occhio per il lettore amico dell’horror più esperto], con crediti che comprendono sempre anche l’ultima edizione italiana del racconto da cui il film è tratto.
Inoltre buoni inserti dedicati, ad esempio, ai casi cinematografici con più vite [Amityville… Dottor Jekyll…].
Ci si diverte a rimbalzare tra un titolo e l’altro negli adattamenti più “ritornanti” [fatevi un viaggio nei tanti Dracula e nei tangenziali Nosferatu, ad esempio!], si ritorna su nomi illustri [Stephen King su tutti, ovviamente, come si può dedurre dalla cover con il Pennywise di IT] e ci si sorprende a scoprire qualche film tratto da racconti brevi inediti in Italia.
Un libro che, come tutti i dizionari così corposi, può essere letto piacevolmente [e ancor più piacevolmente] rimbalzando tra le pagine alla ricerca di un titolo, a caso o seguendo una suggestione.
Ricco di foto, dai film e dalle cover dei libri citati.
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Sparse per le librerie di casa, chi scrive ha tante versioni del Dracula di Bram Stoker.
Niente di costoso o davvero introvabile, solo edizioni che per motivi affettivi o per caratteristiche editoriali [cover, illustrazioni o altro] mi hanno portato a prenderne ancora un’altra copia.
Quella ora edita da Fanucci Editore è di certo una delle edizioni di Dracula più eleganti e irresistibili. Una vera “bibbietta”, per formato, spessore, consistenza delle pagine [624].
Il romanzo epistolare del 1897, nella traduzione di Giorgio Borroni, è arricchito dalla bellissima cover illustrata da Antonello Silverini, con un Dracula che ha l’aspetto del conte vampiro che più amiamo su InGenereCinema.com, il Conte Orlok di Nosferatu, che però sembra vestire una delle lunghe e tuniche rosso porpora del Dracula di Bram Stoker di Coppola.
Tra l’altro l’illustrazione si ritrova in un bel b/n subito sotto la sovraccoperta.
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Xavier Gens, Pascal Laugier, Alexandre Aja, Alexandre Bustillo e Julien Maury, e ancora Cattet e Forzani e… insomma Fabio Zanello guida la brigata di critici ed esperti formata da Aurora Auteri, Gian Luca Castoldi, Danilo Arona, Rudy Salvagnini, Francesco Saverio Marzaduri, Davide Ottimi, Michele Raga, Elisa Torsiello e [ovviamente] il lettore in un viaggio di scoperta [catalogazione, storicizzazione o riscoperta, in base all’esperienza maturata in precedenza] del cinema dell’orrore franco-belga del nuovo millennio.
Il libro fotografa un momento molto interessante e fortunato del cinema horror dei cugini d’oltralpe, attraverso schede monografiche [di autore, coniugato con le proprie singole opere, ma anche – sulla chiusa con titoli a parte come The Horde o autori liminali come Gaspar Noé].
Libro ricco di suggerimenti di visione, soprattutto per chi ancora non ha approfondito questa ricca [e fresca] horror family made in France, che dopo un’esplosione in Europa ha subito messo radici in USA [con esiti alterni], sia esportando autori che duplicando opere [tipo Martyrs] in remake.
90 pagine di sangue e orrore che fissano su carta i nomi di autori seminali di quello che è in tutto e per tutto uno dei più importanti momenti della cinematografia orrorifica francese. Così freschi ma già storicizzati.
Frontiers – Il cinema horror fraco belga degi anni zero è da Shatter Edizioni.
Luca Ruocco