Il regista russo Egor Abramenko dopo l’acclamato cortometraggio Passazhir [2017], gira il film di fantascienza Sputnik, lungometraggio vincente del premio Asteroide al Trieste Science + Fiction Festival 2020.
Kazakistan 1983. Due astronauti russi giacciono a terra dopo un incidente spaziale. L’astronauta Konstantin Veshnyakov viene tenuto sotto sorveglianza all’Istituto di Ricerca di Neuroscienze di Mosca. La dottoressa Tatyana Klimova viene incaricata dal governo per studiare e monitorare la salute del cosmonauta.
Ben presto si accorge che qualcosa di inquietante sta accadendo all’interno della struttura e che una creatura aliena condivide il corpo di Konstantin. Presso l’Istituto, una commissione si riunisce per esaminare le cure mediche della dottoressa Tatyana Klimova [Oksana Akinshina] fornite a un paziente improvvisamente deceduto.
Il Colonnello Semiradov [Fedor Bondarchuk], in cambio dell’aiuto con la commissione disciplinare, chiede il suo parere scientifico per esaminare l’astronauta Konstantin Veshnyakov [Pyotr Fyodorov] ricoverato sotto stretto isolamento. La dottoressa inizia ad analizzare i fascicoli del caso e scopre quello
che si nasconde dietro i disturbi mnemonici dell’uomo. Il suo corpo nasconde al suo interno una forma di vita extraterrestre. I loro organismi vivono in simbiosi. Nessuno dei due può vivere se l’altro muore.
In una sequenza rivoltante, l’astronauta espelle dalla propria cavità orale il corpo dell’alieno interamente ricoperto di slime trasparente. Poco dopo, Tatyana incontra la creatura aliena nella stessa cella dove l’equilibrio tra suono e immagine creano la giusta suspense alla scena.
La televisione russa nasconde la verità al popolo diffondendo notizie positive sul rientro dei due astronauti dalla missione spaziale. Il governo vuole riuscire a controllare la creatura per trasformarla in un’arma militare. Pur di continuare le ricerche sulla creatura, il governo e la scienza sono disposti a mettere in secondo piano la vita umana, costringendo l’astronauta a enormi sofferenze fisiche e mentali. Il governo nutre la creatura, e lo stesso astronauta, con carne umana.
Criminali, stupratori e assassini sono cibo, che il governo non ritiene degno di vivere. Konstantin scopre così di essersi nutrito a sua insaputa dell’amico e compagno astronauta [Aleksey Demidov], una morte eroica secondo il colonnello, che considera un privilegio donare la propria vita per rendere grande la madre Russia.
Egor Abramenko confeziona un film oscuro, in linea con la fantascienza moderna, ricca di spunti filosofici e autoriali, distante dalla fantascienza nuda e cruda degli anni settanta-ottanta. Il film, con estrema serietà e profondità visiva, mostra che i veri mostri non sono gli alieni, bensì gli esseri umani.
Giulio Golfieri [RATS]
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Regia: Egor Abreamenko
Con: Oksanna Akinshina, Pyotr Fyodorov, Fyodor Bondarchuk, Anton Vasilyev
Sceneggiatura: Oleg Molovichko, Andrei Zolotarev
Produzione: Vodorod Pictures, Art Pictures Studio, Hype Film, Cinema Fund, Nmg Studio, CTC Network
Distribuzione: Koch Media
Anno: 2020
Durata: 113’