Sommate 1100 pagine con oltre 4000 titoli… Cosa viene fuori?
No, non è l’elenco telefonico della vostra città, ma qualcosa di molto molto più succulento, soprattutto per chi frequenta la pagine virtuali del nostro InGenere Cinema!
Il signor Rudy Salvagnini [scrittore, sceneggiatore e critico specializzato nel nostro Genere preferito] ha tirato fuori qualche settimana prima delle feste la terza edizione del suo magistrale Dizionario dei Film Horror! Una nuova edizione ampliata che, per l’appunto, si arricchisce di molti nuovi titoli, arrivando a raccontare anche l’orrore cinematografico contemporaneo. Lo si intuisce dalla cover, che stavolta fotografa il malvagio spirito Valac bardato da suora [che ruba la copertina a Dracula-Lugosi, prima, e Michael Myers, poi] direttamente dal secondo capitolo della saga di The Conjuring, firmata da uno dei principini dell’horror mainstream di oggi, James Wan.
Ma il discorso si fa ancor più interessante e succulento grazie all’attenzione che il curatore mostra per il nostro cinema dell’orrore attuale, quello indipendente, che entra nel Dizionario a testa alta, contendendosi le stellette di Salvagnini, fianco a fianco con film ben più conosciuti.
Il cercatore d’orrore Rudy Salvagnini include all’interno del suo dizionario tanti sottoGeneri dell’horror e nella breve introduzione [che ripubblica anche le intro delle prime due edizioni del libro] spiega i motivi della sua scelta d’inserimento o esclusione di un titolo rispetto ad un altro, di una “sottocategoria” rispetto ad un’altra.
Esempi? Ci troverete Lo squalo e Alien, ma non Ghostbusters. Gremlins? Quello sì.
Per valutazioni e stellette, acquistate senza pensarci il Dizionario Horror, nella bella edizione edita e distribuita da Bloodbuster , che include un indice esaustivo dei registi presenti nel volume, in ordine alfabetico, associati ai film girati.
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Ne abbiamo già parlato, Dracula è un testo che chi scrive ama comprare in edizioni e traduzioni diverse.
I Poteri delleTenebre – Dracula, Il manoscritto ritrovato, edito da Carbonio Editore con traduzione a cura di Matteo Curtoni e Maura Parolini, non è semplicemente un’altra edizione di Dracula, ma un testo strano e prezioso: la versione islandese del romanzo di Bram Stoker, che semplice traduzione dall’inglese non è, ma diventa [anche] altro!
Per gli Amici dell’Horror, soprattutto per quelli più vampire friendly e gotici, innanzitutto c’è una introduzione che è un piccolo saggio storico su questo Makt Myrkranna di Valdimar Ásmundsson, il Dracula islandese, un libro dimenticato che ha vissuto nell’ombra [da buon vampiro, anche se solo letterario] forse prima di tutto perché “per più di un secolo, la barriera linguistica che ha diviso l’Islanda dal resto del mondo ha impedito agli amanti di storie soprannaturali” di godere di un’opera eccezionale e davvero sui generis.
L’adattamento di Valdimar Ásmundsson, inizialmente pubblicato in puntate, è legato anche alla versione svedese [del 1899], che lo ha preceduto di un paio di anni e ha in qualche modo incuriosito lo scrittore, giornalista e traduttore islandese, attirandolo nelle grinfie del Principe delle Tenebre.
La cosa letterariamente più importante [sia per la grande particolarità di quanto accaduto, sia per la stessa riuscita narrativa del Makt Myrkranna] è che il Dracula di Ásmundsson, pur essendo profondamente apparentato con quello svedese e con quello di Stoker, possiede una profonda e visibilissima autonomia nella struttura, nella costruzione dei personaggi [e nell’inserimento di personaggi completamente nuovi, alcuni dei quali sembra poter rimandare addirittura a possibili prime stesure stokeriane], nel tono.
Le ipotesi e le ricostruzioni del curatore Hans C. de Roos, raccontano di bozze e minute del Dracula originale passate di certo tra le mani dell’autore del Makt Myrkranna, da cui l’autore islandese può probabilmente essersi lasciato suggestionare durante la ricostruzione dei fatti e dei personaggi che aveva deciso di rinarrare. Controprova del legame tra Ásmundsson e Stoker sarebbe anche la piccola prefazione al Makt firmata dall’autore di Dracula.
Il viaggio di scoperta di un altro Dracula, uno finalmente di nuovo sconosciuto e misterioso, proposto da Carbonio Editore, ci propone una sorta di castello “parallelo”, che sorge in un mondo narrativo diverso rispetto a quello che ospita il Dracula canonico.
Diverse sono le tappe del viaggio che Thomas Harker [non Johanthan] compie per arrivare da Dracula; molto più corposa è la parte dedicata al suo soggiorno nel castello [con l’inserimento di due personaggi femminili di spessore: una serva muta e una sensuale vampira che instaura un rapporto diretto con il nuovo arrivato]; più breve e compressa la parte che fotografa il ritorno a Londra e l’arrivo del vampiro, ma anche in questo caso il tutto viene condito con l’inserimento di elementi originali, come alcuni rimandi che si collegano direttamente alle saghe norrene. A cambiare sarà addirittura il fine ultimo di Dracula.
Ma su questo lasciamo il piacere della scoperta a chi vorrà avvicinarsi ancora una volta al conte vampiro per riscoprirne un profilo davvero inedito.
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“Cari futuri cadaveri, preparatevi al trapasso.” – è il dolce invito di Caitlin Doughty, impresaria funebre ma anche blogger e scrittrice squisitamente macabra, che nel suo nuovo libro Il mio gatto mi mangerà gli occhi?, affronta capitolo per capitolo le curiosità in materia di decesso espresse da un gruppo selezionato di giovanissimi uditori.
Quella racchiusa nel titolo è una delle più interessanti e, come poi accade puntualmente con tutte le altre nei capitoli successivi, la Doughty fotografa per bene la situazione tipo [in questo caso trapassare in casa e rimanere, cadavere, solo con il proprio animale domestico per ore o, magari, per giorni] con ironia nera, ma lasciando ampio spazio ad un’analisi probabilistica e scientifica che porti, in conclusione, a fornire delle risposte concrete e reali ai piccoli curiosi.
Nel libro si spazia davvero tanto sia per tipologie differenti di morti [“Che cosa succede al corpo di un astronauta nello Spazio?”; “I gemelli siamesi muoiono sempre nello stesso momento?”], che per quanto riguarda le utili pillole di sapere necroforo [“Perché cambiamo colore quando moriamo?”; “I corpi nei cimiteri danno un cattivo sapore all’acqua che beviamo?”; “Come fa un adulto ad entrare tutto quanto in una scatoletta dopo la cremazione?”], senza tralasciare nozioni comportamentali da non dimenticare in materia di Nera Signora [“Posso conservare il mio corpo nell’ambra come un insetto preistorico?”; “Posso tenere i teschi dei miei genitori quando muoiono?”].
Se si possa o meno affrontare il tema della morte con un sorriso, più o meno amaro, è un tempa davvero affasciante da affrontare.
Caitlin Doughty di morte sembra saperne davvero molto ed è pronta a dar risposte schiette. Lo fa in questa guida dal linguaggio fresco e dai ragionamenti frizzanti, ma anche spietati!
Ogni capitolo/argomento è accompagnato da un’illustrazione di Dianné Ruz. Il libro è edito da il Saggiatore.
Luca Ruocco