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BACKSTAGE DI UN COMPOSITORE + MEMORIE DI UN BOIA CHE AMAVA I FIORI + INQUISIZIONE, ERESIA E MAGIA NEL TARDO MEDIOEVO

Fabio Frizzi si racconta nella sua autobiografia Backstage di un compositore da poco pubblicata da Graphofeel Edizioni.

Un libro in cui il maestro dona davvero tanti aneddoti personali al suo pubblico; piccoli pezzi di un puzzle a doppia faccia che da un lato restituisce un resoconto emozionale ed approfondito della sua carriera artistica, mentre dall’altro racconta la storia del cinema nostrano, ovviamente declinata da un punto di vista preciso e particolare: quello di chi ha vissuto set, conosciuto registi e collaborato con grandi artisti per realizzare musiche per il cinema.

Fabio Frizzi è un grande contastorie, generoso e luccicante, pieno di energia. Noi de Il Giro dell’Horror abbiamo potuto assaggiare dal vivo il suo modo di raccontare con semplicità la storia del cinema, aprendo parentesi che abbracciano grandi nomi e titoli cult con naturalezza e passione e, quando serve, con goliardia. Frizzi sa come affascinare il lettore [in questo caso], come giocare le carte per ricostruire la sua storia nel migliore dei modi. Dopotutto ha tanti assi nella manica!

In Backstage di un compositore c’è davvero tutto: l’avvicinamento al mondo del cinema e della musica in famiglia, i primi gruppi musicali, il trio Bixio-Frizzi-Tempera… E poi le grandi commedie, Fantozzi e l’incontro con Paolo Villaggio e, per noi Amici dell’Horror tanto Lucio Fulci: il primo incontro per il western I quattro dell’Apocalisse, per poi passare agli horror.

Zombi2, Paura nella città dei morti viventi, …E tu vivrai nel terrore! L’Aldilà… Solo tre dei tanti titoli che segnano non solo la storia della nostra industria di cinema di Genere, ma anche la parabola orrorifica della coppia Fulci/Frizzi. Un rapporto creativo assai fruttuoso che riesce a continuare anche “a distanza”, dopo la scomparsa del regista romano, con i concerti tributo Frizzi2Fulci che negli ultimi tempi hanno portato il compositore e la sua band in giro per il mondo.

Il libro è pensato anche per chi di musica è un po’ più esperto. Frizzi include nelle sue storie riferimenti tecnici e musicali, da far captare alle orecchie più appuntite e una parte di spartito musicale in apertura di ogni capitolo.

A voi Amici dell’Horror, l’invito a gustarvi l’aneddoto dello “Zombone Merenguero”!

Impreziosisce una leggera intro di Vincenzo Mollica.

“Mi chiamo Charles-Henri Sanson, sono nato a Parigi il 15 febbraio del 1739 e sono un boia. Un boia emofobico.”
Bakemono Lab ci inviata a fare un viaggio nella Parigi del 1700, la città dove la ghigliottina è riuscita più che altrove a segnare le pagine dei libri di storia, oltre che i colli decapitati di uomini e donne davvero senza distinzioni gerarchiche!

Nicola Lucchi ai testi e Stefano Bessoni ai disegni. Così nasce Memorie di un boia che amava i fiori, un libro illustrato che mescola i toni diretti e taglienti di una storia semplice ma efficace coniugata in dark comedy, con un’atmosfera macabra ma allo stesso tempo sopra le righe, davvero molto nelle corte di Bessoni che abbiamo più volte recensito per le sue opere illustrate da autore completo per Logos.

Charles Henri Sanson è il figlio di un boia e, da incrollabile tradizione di famiglia, dovrà vivere la sua infanzia all’ombra della morte, per arrivare un giorno a prendere il posto di suo padre.
Ma il destino beffardo sembra avere per lui altri progetti: non può sopportare la vista de sangue… figurarsi decollamenti, decervellamenti, squartamenti e omicidi vari. Al solo pensiero il primo corpo a cadere a peso morto è proprio il suo!
Charles Henri ha il pollice verde, ama le piante e i fiori. In qualche modo la sua passione sembra essere tenere in vita, coltivando con cura, qualcosa, non dare una mano alla Nera Signora per falciare via qualche nome dall’elenco telefonico mondiale.
Un giorno, però, tutto cambia. Come e perché, molto meglio scoprilo nel volumetto di Lucchi e Bessoni.
Storia davvero agile e sinistramente divertente, illustrata ad hoc da un autore che ormai mescola a meraviglia tonalità di gotico terrore e grottesca irrealtà.

In chiusa un piccolo ma decisamente interessante saggio sulla storia dei boia, della decapitazione e della ghigliottina, firmata dal più audace degli studiosi del bizzarro: Ivan Cenzi di Bizzarro Bazar.

Inquisizione, eresia e magia nel Tardo Medioevodi Vincenzo Tedesco è un’indagine accurata sul rapporto tra l’inquisizione e il concetto di magia per come stava per essere inteso e canonizzato in un preciso periodo storico [il basso medioevo – tra l’anno 1000 e il 1492 – un momento davvero carente di fonti e quindi meno approfondito dal punto di vista della saggistica, anche per quanto riguarda temi così inflazionati come potrebbe essere quello della stregoneria] e per mezzo di un organismo deputato fino a quel momento al controllo del dissenso di natura religiosa: l’eresia, filoni para-cattolici o scuole di pensiero e spiritualità che cozzavano o contraddicevano uno o più aspetti della canonica dottrina di Madre Chiesa.
La pratica delle arti magiche cadeva all’interno del ventaglio di queste pratiche e realtà da scovare, studiare e sopprimere. Una delle tante “eresie” esistenti, prima che per l’ufficio dell’Inquisizione la stregoneria non diventasse il peggiore dei mali, in quanto la pratica delle arti magiche venne col tempo considerata sempre più legata ad un’ispirazione demoniaca.
Esistono davvero molti libri sul tema, ma Inquisizione, eresia e magia nel Tardo Medioevo di Tedesco è davvero un saggio utile soprattutto per scoprire come la costruzione stessa dell’organo inquisitorio e quella del mondo stregonesco [per come sarà canonizzato e raccontato dalla Chiesa] siano due processi percorribili in parallelo. La via più battuta per raccontare una Storia come questa sarebbe stata quella di certo più liminale al folklore di avvicendare resoconti di sabba a confessioni sotto tortura; Tedesco sceglie la strada opposta, e ancora una volta inaspettata, di raccontare il tutto attraverso scritti ufficiali: libri di religiosi, indicazioni papali, studi e resoconti firmati da inquisitori, regolamenti di ordini religiosi.
Ovvio [e molto interessante da leggere da questo punto di vista] che in questi scritti, e nelle righe saggistiche e storiche dell’indagine dell’autore, che le pratiche stregonesche abbiano il loro peso, il tutto in questo caso è, però, sempre e comunque legato alla traduzione di una pratica in una pena prevista da un diritto che si stava formando.
Una sorta di mostro legislativo/religioso che si andava costruendo al fianco di un quello che lui stesso denunciava come mostro pericoloso per una comunità che voleva tenere sotto scatto.
Interessantissimi gli inserti tratti da tratti e libri antichi, raccolti poi in modo assai più sviluppati in coda al saggio.

Edito da Edizioni La Vela.

Luca Ruocco

InGenere Cinema

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