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LETTO NUMERO 6 di Milena Cocozza

Tante sono le motivazioni che spingono il mondo a fare cinema, tutte diversificate e assolutamente variabili in base alla personalità e i bisogni di chi crea. Ce n’è una, però, che è comune [o quantomeno dovrebbe esserlo] a chiunque scelga di intraprendere la strada della creazione cinematografica: l’espressione artistica personale. Cioè veder vivere la propria, originale, visione all’interno di un panorama cinematografico sconfinato, che comprende tutte le diversificate e complesse sfaccettature dell’animo umano.

Milena Cocozza è, con Letto numero 6, alla sua opera prima dietro la macchina da presa, dopo una lunga carriera a fianco di nomi illustri del cinema italiano. A partire da Lucio Fulci, grandissimo Maestro per tutti gli Amici dell’Horror, per arrivare ai Manetti Bros., che in questa particolare occasione firmano il soggetto. Ci si aspetta, dunque, che Cocozza sappia maneggiare il Genere ad occhi chiusi e che la sua visione cinematografica sia potente e personale, originale ma allo stesso tempo con spalle larghe frutto della conoscenza dei classici.

In Letto numero 6, Carolina Crescentini è Bianca Valentino, una dottoressa neoassunta in un ospedale pediatrico gestito dal Vaticano, dopo che la collega che l’ha preceduta si è suicidata buttandosi dalla finestra della guardia medica del reparto di ortopedia, in cui Bianca dovrà coprire i turni di notte. Ben presto, però, Bianca scoprirà sulla sua pelle che in quell’ospedale c’è qualcosa di sinistro che si aggira per i corridoi, qualcosa che la Chiesa sta cercando di nascondere.

Niente di particolarmente innovativo, insomma, nella trama di questa ghost story all’italiana, che dovrebbe dunque fare lo sforzo si distaccarsi dai cliché di Genere attraverso quella visione di cui prima si parlava.

Il problema di Letto numero 6, però, è che sembra che a mancare sia proprio la motivazione nel voler aggiungere qualcosa, nel metterci del proprio in quel panorama cinematografico sconfinato.

Letto numero 6, infatti, è in realtà un film già visto, così tanto allineato al modello da risultare schematico, artefatto, addirittura posticcio. La storia di Bianca va avanti al rallentatore, in una ripetizione continua ed estenuante di non-accadimenti che finisce per essere sfiancante, azzerando l’effetto suspense che in una pellicola thriller/horror dovrebbe essere la conditio sine qua non.

Il film è inutilmente lungo, annacquato, dilatato all’estremo senza alcun motivo; l’unico, telefonato, colpo di scena [che da manuale dovrebbe accadere all’incirca dopo mezz’ora dall’inizio] avviene dopo settantacinque minuti in cui ciò che viene svelato con tanta enfasi era già stato dato per scontato dallo spettatore durante tutta la visione. Da quel momento in poi, tutto diventa così poco credibile da sembrare addirittura volutamente grottesco, fino a sfiorare il ridicolo.

La regia è piatta, banale, ordinaria. Troppo poco dalla mano di Cocozza viene aggiunto alla storia: idee rarefatte, qualche jumpscare qua e là, ma nessun momento orrorifico degno di nota.

Tutti gli attori, nessuno escluso, sono evidentemente in difficoltà, per niente aiutati da dialoghi da soap opera e dalla pressoché nulla costruzione dei personaggi, destinati ad essere semplici macchiette che agiscono senza essere spinti da nessuna motivazione concreta.

Il risultato è una pellicola vuota, già vista, inutilmente lunga e raffazzonata. Un’opportunità sprecata, l’ennesima prova di ritorno al Genere del cinema italiano che, purtroppo, non conduce a nessun risultato degno di nota.

Irene Scialanca

LETTO NUMERO 6

Regia: Milena Cocozza

Disponibile on demand: su Sky Cinema 1 da Gennaio 2021

Sceneggiatura: Cristiano Brignola, Michelangelo La Neve [da un soggetto dei Manetti Bros.]

Produzione: Madeleine, Mompracem, Rai Cinema, Romana Audiovisual, Tam Tam Fotografie

Distribuzione: 01 distribution

Anno: 2019

Durata: 117’

InGenere Cinema

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