È senza alcun dubbio il film del momento, quello di cui tutti parlano e che desiderano vedere. Quello che dopo aver vinto il Leone d’Oro alla 77esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, ha sbancato anche la recente Notte degli Oscar conquistando le tre statuette più prestigiose: Miglior Film, Migliore Regia e Miglior Attrice Protagonista. Avete già capito di quale pellicola stiamo parlando, Amici di InGenereCinema.com, ovviamente di Nomadland di Chloé Zhao.
Basato sull’omonimo romanzo di Jessica Bruder, con le musiche emozionanti di Ludovico Einaudi, Nomadland ci conduce attraverso l’America deindustrializzata e in piena crisi economica post 2007. Fra persone sperdute, anziane e impaurite che provano ad affrontare il terrore di aver perso, con il proprio fallimento professionale, un ruolo in questa società.
Con una visione raffinata e potente, Zhao, si sofferma a osservare le precarietà e le sconfitte della working class bianca proveniente da quella che tanti definirebbero come la “vera” America, lontana dalle mille luci di Manhattan o dal fascino mondano di L.A. Nomadi in costante migrazione e pieni di risorse, capaci di gesti di grande generosità e misericordia, separati eppure uniti da una solidarietà utopica come in una grande famiglia decostruita e sparpagliata lungo una strada infinita, che non li allontana mai, ma che al contrario, li fa ricongiungere sempre. Un on the road affascinate e forte, ritratto politico e sociale dell’America e del capitalismo contemporanei.
Fern è una donna sulla sessantina del Nevada, che a seguito del crollo economico dovuto alla Grande Recessione, ha perso il suo impiego presso l’azienda nella quale lavorava. Rimasta sola, data la recente scomparsa del marito e senza più un lavoro fisso, la donna decide di compiere un gesto inaspettato: vendere tutto ciò che ha per comprare un furgone e tentare la vita sulla strada.
Con i bagagli in spalla, Fern si mette in viaggio verso gli stati occidentali, determinata a vivere come una nomade dei nostri giorni, al di fuori della società e delle convenzioni odierne. Durante il suo tragitto, la donna incontrerà altri nomadi con i quali condividerà molto e grazie a questa compagnia riuscirà ad aprirsi e a superare il passato.
La vecchiaia, il viaggio, la solidarietà e il rifiuto delle attuali convenzioni sociali, su questi pilastri sembra appoggiarsi Chloé Zhao per costruire il suo Nomadland, film sincero e fortissimamente voluto dalla sua autrice e dalla sua interprete, Frances McDormand. Storia necessaria che ricorda la ricerca cinematografica del Wenders di Paris, Texas o di Alice nella Città, ma che conserva e restituisce un’autenticità di sguardo e di intenzione. La macchina da presa si incolla a Fern e viaggia insieme a lei fra il Sud e il Nord Dakota, il Nebraska, il Texas, e ancora più giù. Incontra altri viaggiatori che consentono a quei luoghi di farsi conoscere a fondo, di scaldare le gelide nottate e di riempire giornate misere. Forse, ci sarebbe spazio pure per l’amore, ma il cuore di Fern è difficile da conquistare: sepolto dalla neve di troppi ricordi, soffoca ogni sentimento e fugge da ciò che non sa più controllare o riconoscere. Sotto questo aspetto, Nomadland, ha la severità di non permette all’anziana protagonista di riprovarci, ma le consente soltanto di mostrarsi imperfetta e impaurita da orizzonti che non possono essere raggiunti da un furgone. Scelta narrativa, tuttavia, coraggiosa e intelligente che rende questa pellicola reale e viva.
Paolo Gaudio
–
NOMADLAND
Regia: Chloé Zhao
Uscita in streaming e in sala in Italia: giovedì 29 aprile 2021
Con: Frances McDormand, David Strathairn, Gay DeForest, Patricia Grier, Linda May, Bob Wells, Charlene Swankie, Angela Reyes, Carl R. Hughes, Douglas G. Soul
Sceneggiatura: Chloé Zhao
Produzione: Cor Cordium Productions, Hear/Say Productions, Highwayman Films
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Anno: 2020
Durata: 110’