Dopo il caos doppiaggio che ha fatto slittare l’uscita del film di più di un mese, dal 23 giugno arriverà finalmente in sala Una donna promettente, opera prima di Emerald Fennel, premiata dall’Academy nel 2021 come Miglior Sceneggiatura Originale.
Girato nel 2019 e poi lasciato lì ad attendere, Una donna promettente è un ibrido thriller/commedia che ricorda tanto i migliori anni Novanta, un revenge movie dal retrogusto di So cosa hai fatto che non lascia certo indifferenti.
Cassandra, detta Cassie, [Carey Mulligan] ha mollato gli studi in medicina nonostante la sua promettente carriera universitaria, vive ancora a casa con i genitori e lavora in un bar. Di giorno. Di notte, invece, frequenta i club più in della città per mettere in atto la sua meschina e personalissima vendetta contro il genere maschile. Cassie, infatti, ce l’ha con gli uomini da quando la sua migliore amica Nina si è tolta la vita dopo uno stupro di gruppo subìto all’università, i cui colpevoli non hanno mai pagato per l’orribile atto compiuto.
Ci troviamo di fronte a un’opera prima dalle scarse risorse produttive, lontanissima dagli standard hollywoodiani a cui siamo abituati: poche locations, pochi attori, macchine da presa non sempre all’altezza dello schermo; una regia asciutta ma efficace, senza troppi movimenti di macchina che avrebbero appesantito l’impatto produttivo ed economico della pellicola. Non dimentichiamoci, infatti, che le riprese sono durate in totale ventitré giorni e che Fennel era in stato avanzato di gravidanza durante la realizzazione dell’opera.
Possiamo assicurarvi, però, amici di InGenereCinema.com, che a tutto ciò non se ne dà peso.
La sceneggiatura è obbiettivamente talmente forte che la pellicola scorre ugualmente ritmata e veloce, in un racconto pop che sa far divertire e contemporaneamente far riflettere. Ottime le interpretazioni di tutti gli attori e bellissima la fotografia che gioca coi colori in un continuo alternarsi di rosa e blu che sottolinea la tematica gender.
È, in effetti, un racconto estremamente femminile, che mette al centro la donna e le difficoltà che si trova a dover affrontare in un mondo così spietatamente patriarcale. Il tutto, spinto a un eccesso che non diventa mai stucchevole o poco credibile, ma sa invece come far stare al gioco lo spettatore in un’altalena in cui il limite tra buono e cattivo, giusto e sbagliato, colpevole e innocente oscilla costantemente fino all’ultimo colpo di scena.
Il rischio che si corre, e in cui il film un poco scivola, è che il genere femminile ne esca come portatore sano di questa ambivalenza, tutto sommato giustificabile, mentre il genere maschile ne risulta ormai completamente corrotto e spacciato. Ad eccezione di due personaggi, graziati da questo schema forse per una consapevolezza acquisita a causa del fattore anagrafico: il padre di Cassie, interpretato da Clancy Brown, e l’avvocato difensore degli stupratori di Nina, interpretato da Alfred Molina. Come a dire che gli uomini sono fatti tutti della stessa pasta: l’unico elemento che può salvarli dal peccato è la vecchiaia.
Nota di merito: la personalissima colonna sonora che accosta le musiche di Wagner a pezzi pop firmati Spice Girls piuttosto che Britney Spears, spesso riediti in versione sinfonica.
Insomma, Una donna promettente è un film molto godibile, autentico e personale. Forse potrà far storcere un po’ il naso al pubblico maschile ma, d’altronde, a cosa serve il cinema se non a far discutere?
Irene Scialanca
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UNA DONNA PROMETTENTE
Regia: Emerald Fennel
Con: Carey Mulligan, Bo Burnham, Alison Brie, Clancy Brown, Jennifer Coolidge, Laverne Cox
Uscita in sala in Italia: mercoledì 23 giugno 2021
Sceneggiatura: Emerald Fennel
Produzione: LuckyChap Entertainment
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2020
Durata: 113’