Gabriele Mainetti, gareggia in Concorso ufficiale alla 78a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con il fantasy Freaks Out [2021].
1943. In un’Italia in piena guerra mondiale, un gruppo di circensi dotati di poteri straordinari si ritrova improvvisamente senza lavoro. Il mago Israel [Giorgio Tirabassi] parte cercando di procurarsi dei documenti falsi per emigrare in America assieme ai suoi amici. Non vedendolo fare ritorno, Fulvio [Claudio Santamaria] trascina i suoi compagni in un circo tedesco a Roma gestito dal soldato nazista Franz [Franz Rogowski]. Indotto dall’etere, Franz vede nelle sue visioni la disfatta di Hitler e si convince che l’unico modo per cambiare il corso degli eventi sia quello di sfruttare i poteri dei freaks.
«Usa questi poteri Gabriele, ma usali bene!».
Israel presenta al pubblico del Circo Mezzapiotta i suoi fenomeni da baraccone: l’uomo bestia Fulvio [Claudio Santamaria], l’uomo insetto Cencio [Pietro Catellitto], l’uomo calamita Mario [Giancarlo Martini] e Matilde [Aurora Giovinazzo], la donna elettrica. Improvvisamente degli aerei bombardano il circo, interrompendo la poesia visiva che Mainetti aveva abilmente creato presentandoci i protagonisti della sua storia.
Le premesse fanno pensare subito a un film con la guerra sullo sfondo e una microstoria in primo piano come Il Labirinto del Fauno [2006] o La ballata dell’odio e dell’amore [2010].
Il film, invece, si trasforma in una melensa storia di responsabilità. La linea principale portata avanti dal personaggio di Matilde viene talmente riciclato nel fantasy o nel superhero movie tanto da uscirne fuori prosciugato. La freak Matilde non vuole usare i suoi poteri per fare del male alle persone. Nemmeno ai nazisti.
I cattivi sono il secondo problema di questo blockbuster fantasy. Il cinema ha abusato troppo dei nazisti depotenziandone la credibilità come cattivi. Mainetti ruba da Jack lo squartatore [2001] e da La leggenda degli uomini straordinari [2003] per tratteggiare un villan ridicolo e per nulla empatico. Franz sembra essere uscito dallo Sturmtruppen di Bonvi e la perfezione caratteriale dello Zingaro di Lo chiamavano Jeeg Robot [2015] è ormai un lontano ricordo.
Sarebbe stato interessante, soprattutto vista la presenza della resistenza nel film, sfruttare il Genere per approfondire una pagina della storia italiana utilizzando come antagonista l’esercito fascista.
Farsesco risulta infine la caratterizzazione data ai partigiani. Un gruppo di menomati disertori provenienti da vari eserciti uniti per combattere i nazisti sotto la guida di fisicamente troppo menomato ma frizzante Max Mazzotta. Un addobbo eccessivo che appesantisce ulteriormente la storia che già possedeva i suoi freak di riferimento.
La vera magia di sceneggiatura del regista è nelle scene dedicate proprio a loro, che avrebbero meritato di portare avanti la narrazione. Mainetti li dipinge come delle poesie in movimento scritte da Charles Bukowski, Gianni Rodari e Filippo Tommaso Marinetti: Fulvio, ruvido e rude; Mario, dolce e innocente come un bambino che ha appena scoperto la pubertà; e Cencio, scapestrato e faunesco.
Il film, per quanto dimostri la possibilità di poter competere con i blockbuster americani, rimane un fantasy con poco sapore macchiato dal superhero movie, senza aver chiaro quale sia il suo target di riferimento. Troppo spinto per i bambini, troppo smielato per gli adulti.
Giulio Golfieri [RATS]
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FREAKS OUT
Regia: Gabriele Mainetti
Con: Claudio Santamaria, Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta, Pietro Castellitto, Aurora Giovinazzo, Giancarlo Martini, Franz Rogowski
Uscita in sala in Italia: 28 ottobre 2021
Sceneggiatura: Gabriele Mainetti, Nicola Guaglianone
Produzione: Lucky Red, Goon Films, Rai Cinema
Distribuzione: 01 distribution
Anno: 2021
Durata: 141’