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MATRIX RESURRECTIONS di Lana Wachowski

L’attesa è finita, Amiche e Amici di InGenereCinema.com: dopo un clamoroso rinvio dovuto alla maledetta pandemia, esce nelle sale italiane l’ultimo attesissimo – e temutissimo – capitolo della saga di Matrix ideata dalle Sorelle Wachowski. Previsto per maggio 2021, Matrix Resurrections ha alimentato ansia e paura di milioni di fan della saga sci-fi che tanto ha condizionato l’immaginario di due generazioni [quella X e i Millenials, naturalmente]. Ansie e paure del tutto comprensibili data la natura dell’operazione: in fondo, ogni volta che Hollywood si propone di “rilanciare” questo o quel gran film del passato [recente o meno, non importa] un brivido corre lungo la schiena di tutti i cinefili del mondo. In questo caso, bisogna ammettere, che la delusione cocente e amara è stata evitata. In primo luogo, poiché i seguiti diretti del primo film – Reloaded e Revolutions – non avevano convinto davvero e, in secundis, poiché Lana Wachowshi ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, un coraggio creativo e una capacità critica e di riscrittura della sua stessa opera assolutamente invidiabile. Alla grande metafora sulla transizione, infatti, si aggiunge un senso sovversivo e ironico verso il sistema cinema-americano che replica, cita, ricicla, ma senza prenderne davvero le distanze. Palesandosi come un ingranaggio di questo sistema di cui si fa parte che si vorrebbe combattere ma del quale non si può fare a meno.

Matrix Resurrections vede Thomas Anderson, aka Neo di nuovo nel mondo reale, non è più un programmatore informatico, ma un grande game designer. Tormentato da sogni e visioni che non gli consentono di decodificare la realtà che vive ogni giorno, si rivolge ad un analista temendo di essere diventato pazzo. Nonostante sembri non ricordare molto di quanto accadutogli in precedenza – ovvero, gli avvenimenti della famosa trilogia – tanto da incontrare Trinity e non riconoscerla, il signor Anderson sembra essere cosciente di come le persone siano vittime della tecnologia e dei loro dispositivi elettronici. Per scoprire se la sua realtà è quella vera o solo immaginata e per conoscere realmente se stesso, Thomas [cioè Neo], dovrà decidere di nuovo se inghiottire la pillola rossa o la pillola blu. Dovrà seguire ancora una volta il Bianconiglio e tornare alla ricerca dell’eletto che ha sacrificato se stesso per salvare l’umanità. Entrare o uscire da Matrix è ancora più difficile, perché la matrice è più forte e più pericolosa che mai e genera déjà-vu sempre più fuorvianti.

Matrix Resurrections arriva al cinema quasi vent’anni dopo Matrix Revolutions, il terzo capitolo che sembrava aver concluso per sempre una delle saghe fantascientifiche più celebri e influenti di questo secolo. Senza l’inseparabile sorella Lilly, Lana realizza il Matrix più devoto alla rivoluzione della transizione: tale proposito lo raggiunge attraverso un percorso di riflessione critica del successo ottenuto alla fine degli anni ’90 e dell’ossessione turbo-capitalista di ripetere, ancora e ancora la stessa cosa, con la speranza che reiterare possa consentirne il cambiamento. Affascinate analisi meta-cinematografica che per tutta la prima parte di Resurrections pone lo spettatore dinnanzi alla riflessione di un autore stritolato dal successo della sua opera e del sistema che ha concesso tale successo, a tal punto da reagire dissociandosene.

La regista, infatti, procede con un’analisi di tutto quello che Matrix ha rappresentato per sé e per gli altri, come se tutto questo non le appartenesse più, come se il materiale che deve maneggiare non avesse la forma iconica che tutti conosciamo. Solo così la trasformazione può avere inizio: Neo non è più quello che conosciamo, così come Trinity o Morpheus. La trilogia non è più cinematografica ma video ludica e il centro della narrazione può così mutare preferendo la romance [la storia d’amore tra Neo e Trinity] al disvelamento della realtà. Eppure, Matrix Resurrections non rinuncia minimamente alla coerenza con quel mondo visionario così riconoscibile e potente. Infatti, anche questa volta, ritroviamo gli effetti speciali incredibili, il bullet time, la filosofia colma di spiritualismo, il kung fu, gli spiegoni interminabili, le sparatorie e gli inseguimenti, il mondo digitale della Matrice e quello reale delle macchine e degli umani. Insomma, tutto quello che hanno costruito i Wachowski come lo ricordavamo, tuttavia, un po’ differente, modificato, trasformato. Poiché Matrix in questo nuovo capitolo prende coscienza della sua identità nuova, della sua transizione e del suo rinnovamento, celebrando un vero atto di eversione persino da ciò che è stato in precedenza. Unico grande limite di questa operazione difficile e delicata, l’incapacità di ottenere lo stesso dirompente effetto che il Matrix originale ebbe sul pubblico del 1999. La forza rivoluzionaria che conquistò milioni di appassionati del Genere non alimenta Resurrections che, ciò nonostante, resiste alla piattezza del conformismo hollywoodiano confermando Lana Wachowski come una cineasta di razza purissima.

Paolo Gaudio

MATRIX RESURRECTIONS

Regia: Lana Wachowski

Uscita sala in Italia: sabato 1 gennaio 2022

Con: Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss, Neil Patrick Harris, Christina Ricci, Priyanka Chopra, Jonathan Groff, Jessica Henwick, Ellen Hollman, Yahya Abdul-Mateen II, Jada Pinkett Smith, Daniel Bernhardt, Brian J. Smith, Max Riemelt, Lambert Wilson, Andrew Caldwell, Ian Pirie, Toby Onwumere

Sceneggiatura: Lana Wachowski, Aleksandar Hemon, David Mitchell

Produzione: NPV Entertainment, Silver Pictures, Village Roadshow Pictures, Warner Bros.

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Anno: 2022

Durata: 148’

InGenere Cinema

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