Micheal Bay è uno di quei registi estremamente riconoscibili, la cui filmografia è inscindibilmente legata al suo nome, alla sua fama, al suo saper essere sempre così esplosivo [è proprio il caso di dirlo] e prorompente. Con Ambulance, in sala dal 23 marzo, remake del film danese del 2005 Ambulancen, non smentisce nulla di tutto questo.
Will [Yahya Abdul-Mateen II] e Danny [Jake Gyllenhaal] sono due fratelli molto diversi tra loro. Il primo è un veterano di guerra, a cui servono duecentomila dollari per pagare un intervento a sua moglie; il secondo, invece, è un criminale affermato. Quando Will chiede aiuto economico a Danny, quest’ultimo non gli propone un prestito, ma una rapina, la più grande mai fatta alla banca di Los Angeles. Durante il colpo, però, qualcosa va storto e i due fratelli non hanno altra scelta se non la fuga col bottino. Quando s’imbattono in un’ambulanza, i due ne prendono il controllo, non immaginando che al suo interno ci sia un’infermiera, Cam [Eiza González] con un poliziotto gravemente ferito da Will, che ha bisogno di andare in ospedale, iniziando una rocambolesca fuga tra le strade di Los Angeles.
Inseguimenti, esplosioni, elicotteri, improbabili interventi chirurgici, ultimatum al telefono e malavita messicana sono solo alcuni degli ingredienti che il regista di Armageddon decide di inserire all’interno del suo ultimo film, sicuramente tra i più riusciti nella sua recente filmografia.
Ambulance è una pellicola dal sapore anni ’90 ma dall’impatto produttivo gigantesco, inconcepibile per qualsiasi paese che non siano gli Stati Uniti d’America. Una specie di Speed [1994] sotto steroidi, enfatizzato, ingigantito, esasperato, è un film che non si ferma mai e che nemmeno per un attimo mostra voglia [o bisogno] di intimismo, di riposo, di respiro. La pellicola corre a cento chilometri orari così come lo fa instancabilmente per oltre due ore l’ambulanza guidata dai nostri due uomini: il criminale cattivo che delinque per scelta e quello buono, ex marines costretto da uno Stato assente alla malvivenza per giusta causa. Insieme a loro, la bella infermiera ispanica che ha coraggio da vendere e un talento innegabile mette da parte la sua vita pur di salvare il poliziotto bianco giovane e in pericolo. Cam sembra non temere nulla, così come Michael Bay non ha paura di compiacersi in questo mare di cliché; tutt’altro: lo fa a testa alta, dichiarandosi, esagerando e portandoli all’estremo. Alla fine, in effetti, non se ne soffre se ci si mette nella posizione di godersi il Bay più spudorato che si sia mai visto e, semplicemente, si accetta di divertirsi davanti a un prodotto d’intrattenimento di altissimo livello.
Certo è che una pellicola del genere è inscindibilmente legata all’esperienza cinematografica: inutile dire che una bella sala, un ottimo impianto audio e generosi pop-corn consentano di apprezzare la visione al massimo. Certo, questo vale per ogni film del mondo, ma in particolar modo Ambulance visto senza condizioni adatte potrebbe non funzionare allo stesso modo e rischiare di rimanere schiavo di tutti i suoi difetti. La ridondanza, la durata, l’esasperazione dei cliché del Genere, che in sala hanno il potere di esaltare il divertimento della visione, potrebbero invece rivelarsi un’arma a doppio taglio nel momento in cui le condizioni non permettessero di goderne come si dovrebbe.
Vi consigliamo vivamente la visione, dunque, se avete voglia di spegnere il cervello e di passare due ore di americanissimo divertimento firmato a caratteri cubitali Michael Bay.
Irene Scialanca
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AMBULANCE
Regia: Michael Bay
Uscita in sala in Italia: mercoledì 23 marzo 2022
Con: Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen II, Eiza González, Garret Dillahunt, Adolfo Martinez, Keir O’Donnell, Moses Ingram, Jose Pablo Cantillo, Colin Woodell, Jesse Garcia, Victor Gojcaj, Jackson White, Brendan Miller, Jamie McBride
Sceneggiatura: Chris Fedak
Produzione: 5150 Action, Bay Films, Endeavor Content, New Republic Pictures, Project X Entertainment, Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2022
Durata: 136’