Tra i compiti a cui un cineasta è chiamato ad assolvere, il più complesso è senza dubbio la ricerca della verità. Costruire una vicenda che possa essere credibile e godibile come se stesse accadendo davanti ai nostri occhi in quel preciso istante. Infondere naturalezza alla propria narrazione al fine di coinvolgere lo spettatore senza che nulla possa intervenire a distoglierlo dalla sorte dei nostri personaggi. Compito difficile, ma imprescindibile se si vuole fare questo mestiere, non c’è dubbio. Lezione che Salvatore Allocca ha imparato molto bene e lo dimostra con Mancino naturale, sua terza opera in uscita nelle nostre sala dal 31 marzo.
Mancino naturale racconta la storia di Isabella, una giovane donna che abita in un quartiere popolare di Latina, in cui trascorre una vita per niente appagante. Isabella ha perso il marito tre anni prima e ora si trova a crescere da sola suo figlio adolescente Paolo, chiamato così dal padre per rendere omaggio al suo idolo calcistico Paolo Rossi. Il ragazzo ha una caratteristica in comune con il grande calciatore: ha un piede sinistro straordinario e, dopo la morte di suo marito, Isabella desidera a tutti i costi che Paolo diventi un calciatore professionista. La notizia di un torneo vetrina per giovani talenti rappresenta una grossa opportunità per il ragazzo e Isabella fa di tutto per non perderla. Tuttavia, la sua ostinata determinazione non le consente di leggere davvero nel cuore del figlio, facendole commettere scelte sbagliate.
Ben scritto e magnificamente interpretato, Mancino naturale è una vera sorpresa capace di raccontare con verità e grazia l’ossessione di un riscatto sociale che apparentemente può passare solo dal mondo del calcio.
Se per Visconti tale mobilità sociale apparteneva al cinema e allo spettacolo [ci riferiamo a Bellissima del 1951], nel 2022 un ragazzo proletario e senza padre può trovare il proprio riscatto solo giocando a pallone. È lì che ci sono i soldi, il successo e il benessere ed è lì che Isabella vuole che il figlio stia. Perché è forte, perché nessun ragazzino ha un piede sinistro come il suo e perché tutti i sacrifici che sta facendo per suo figlio devono essere ricompensati con i soldi, il successo e il benessere. È questo quello che vuole Isabella ed è determinata, cocciuta e ostinata a tal punto da non curarsi se tutto questo coincida o meno con i desideri del figliolo. Questa convinzione vacilla solo dopo l’incontro con un vicino di casa precario e solitario. Uno sceneggiatore televisivo mite e un po’ sfigato, in debito con la fortuna, ma in pace con sé stesso.
Mancino naturale è, dunque, un affresco sincero e delicato su un certo tipo di provincia e di periferia che fa rabbia e tenerezza allo stesso tempo, che custodisce competitività dannose e legittime aspirazione di chi si sente ultimo e desidera avere le stesse opportunità di quelli che in periferia non ci sono mai stati.
Con un cast in stato di grazia [certamente Claudia Gerini regala la sua interpretazione più convincente, ma tutti gli attori meritano una menzione d’onore] l’ultima fatica di Allocca mette in scena con semplicità uno spaccato di vita reale senza l’arroganza ricattatoria della retorica del più debole e con la dolcezza dell’umanità contraddittoria dei suoi protagonisti.
Un piccolo film da non perdere, che regala molti spunti di riflessione e che non cede mai alla facile scorciatoia della tematica sociale da sfoggiare come un vessillo senza significato.
Paolo Gaudio
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MANCINO NATURALE
Regia: Salvatore Allocca
Con: Claudia Gerini, Francesco Colella, Alessio Perinelli, Katia Ricciarelli, Massimo Ranieri, Francesca De Martini, Stefano Scandaletti, Alessio Vassallo, Alessandro Bressanello, Federico Tocci
Uscita sala in Italia: giovedì 31 marzo 2022
Sceneggiatura: Salvatore Allocca, Emiliano Corapi, Massimo De Angelis, Simone Lenzi
Produzione: Emma Film
Distribuzione: Adler Entertainment
Anno: 2022
Durata: 107’