Don Simone è un prete di una piccola cappella in difficoltà di Firenze. Con pochi fedeli e tante spese, il sacerdote si ritrova ben presto pieno di debiti e con il tetto della chiesa crollato. Tuttavia, il buon Don Simone non si perde d’animo e, infatti, un bel mattino riceve la notizia della dipartita di un suo zio un po’ sui generis che viveva in Svizzera. A quanto pare, il parente gli ha lasciato in eredità un’attività molto redditizia a Lugano. Il prete, fiducioso di poter aiutare la sua comunità con il denaro ereditato, si precipita sul posto. Giunto a destinazione, scopre con sorpresa che l’attività in questione non è altro che una lussuosa casa di appuntamenti, gestita dalla maitresse Lena.
Questa l’esilissima e infantile trama de Il sesso degli angeli, nuovo film di Leonardo Pieraccioni in sala dal 21 aprile. Anche questa volta, l’attore e regista toscano, insiste con il suo schema da “cinema garbato” che vuole il solito bravo ragazzo turbato da tentazioni più grandi lui. Ma, se altre volte lo spirito naif e gentile delle sue costruzioni comiche riuscivano a rintracciare un’innocenza paesana e verace, questa volta il sistema s’inceppa e produce un prodotto moralista, paternalista e davvero anacronistico.
Un enorme malinteso, difatti, c’è alla base de Il sesso degli angeli, ovvero quell’idea di protezione dell’universo femminile che avrebbe, forse, avuto un senso negli anni cinquanta, ma che nel 2022 appare a dir poco superato. Pieraccioni si cala nei panni di un prete di provincia timorato di Dio che non riesce a instaurare nessun rapporto con le ragazze del bordello che non sia impostato su un paternalistico intento redentore. Ma, mentre il sacerdote prova a mostrare un’altra via alle pecorelle smarrite, la macchina da presa indugia volentieri sulle loro forme.
L’opera di redenzione si scontra, dunque, con l’esigenza della commedia sempliciotta di Pieraccioni costretta a rendere oggetti i corpi delle sue attrice, privandole di qualsiasi dignità di personaggio, o almeno, di persone che operano liberamente le proprie scelte. C’è bisogno di un salvatore – maschio – che non ceda alle provocazioni carnali e che ristabilisca il ruolo femminile, gli consenta dignità e valore e soltanto in seguito, capacità di giudizio e autodeterminazione.
In questo contesto, contraddittorio e fortemente sessista, si aggiunge la descrizione della figura del prete lontanissima da quella attuale. Il Don Simone di Pieraccioni fa apparire Don Camillo di Fernandel un progressista illuminato e la chiesa cattolica, un’istituzione ingenuotta e fuori dal tempo come mai in un film contemporaneo. Insomma, davvero un lavoro indifendibile questo Il sesso degli angeli che ha tra gli altri anche il demerito di ridicolizzare un caratterista interessate e ancora poco sfruttato dal nostro cinema come Marcello Fonte.
Che sia arrivato il tempo per il regista de Il ciclone di sperimentare nuove strade narrative, nuove idee di comicità e un nuovo modo di vedere il cinema? Cari Amici di InGenereCinema.com, noi diciamo che non è mai troppo tardi, nemmeno per Leonardo Pieraccioni.
Paolo Gaudio
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IL SESSO DEGLI ANGELI
Regia: Leonardo Pieraccioni
Con: Leonardo Pieraccioni, Sabrina Ferilli, Marcello Fonte, Gabriela Giovanardi, Eva Moore, Maitè Yanes, Valentina Pegorer, Giulia Perulli, Massimo Ceccherini, Massimiliano Vado, Bruno Santini, Fabien Lucciarini
Uscita sala in Italia: giovedì 21 aprile 2022
Sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni, Filippo Bologna
Produzione: Levante con Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Anno: 2022
Durata: 91′