“Nel 1995 un bambino di nome Andy ricevette in regalo un giocattolo del leggendario Space Ranger Buzz Lightyear. Questo è il film da cui è stato ispirato quel giocattolo.”
È più o meno questo il cartello con cui ha inizio Lightyear – La vera storia di Buzz, il 26° lungometraggio firmato Pixar diretto da Angus MacLane, storico animatore della casa di produzione californiana e già regista di Alla ricerca di Dory.
Una premessa, dunque: ciò che stiamo per vedere è lo stesso film che Andy ha visto prima delle vicende di Toy Story [1995] e prima di innamorarsi di quel nuovo Buzz Lightyear di cui tutti poi ci siamo innamorati. Uno spin-off che ci racconta le origini di quel “Verso l’infinito e oltre” che è diventato il motto di un’intera generazione di bambini, ma soprattutto ci narra dell’eroe che si nasconde dietro al celebre giocattolo.
Ciò che le menti di casa Pixar hanno saputo tirar fuori da questa gigantesca sfida creativa è un blockbuster di fantascienza che affronta tematiche delicate e di spessore: quanto sia sbagliato, a volte, voler a tutti i costi rimediare ai propri errori, quando invece basterebbe semplicemente accettare i nostri sbagli e andare avanti accanto alle persone che ci amano. Un film importante, insomma, da cui non è difficile credere sia stata tratta una linea di action figures da regalare a un bambino come Andy.
Vi basti sapere questo della trama: che Buzz passerà così tanto tempo a cercare di rimediare a un suo errore da allontanarsi dalla vita stessa. Perché Lightyear – La vera storia di Buzz è un film quasi totalmente incentrato su un unico personaggio, sui suoi limiti, sulle sue paure, ma anche e soprattutto sulla sua crescita e la sua evoluzione che – pian piano – arriva per tutti, se solo si cessa di chiudersi nelle proprie convinzioni e ci si apre all’altro.
In questo, c’è da ammettere che la Pixar non perde mai colpi: nel riuscire sempre a trovare il modo migliore di comunicare su più livelli, di veicolare tramite l’animazione messaggi importantissimi senza mai sfociare nel moralismo o nel buonismo patinato in cui spesso le storie per bambini cadono.
Ciò che Lightyear – La vera storia di Buzz soffre, invece, è la mancanza di emozione. Seppure la visione sia decisamente piacevole e di altissimo livello [le animazioni riescono ancora una volta a sorprendere per l’incredibile fluidità e per i rimandi visivi alla storia del cinema di fantascienza; uno su tutti 2001 – Odissea nello spazio] non è un film che ha saputo toccare corde intime come invece spesso i capolavori firmati Pixar riescono a fare. Forse perché la storia non ha un’evoluzione narrativa lineare, ma si perde piuttosto in una serie di reiterazioni sempre uguali a sé stesse che a un certo punto allontanano lo spettatore dall’esperienza immersiva. Inoltre, ahinoi, neanche la Pixar riesce a rimanere indenne dai paradossi temporali causati dal racconto dei viaggi nel tempo, così evidenti da deconcentrare uno spettatore che si trova a ragionare sul perché di quegli avvenimenti piuttosto che goderseli.
Insomma, Lightyear – La vera storia di Buzz rappresenta certamente una sfida superata, un nuovo film riuscito da inscrivere nell’universo Toy Story, nonostante fosse già stato raccontato da ogni possibile punto di vista. Certo, non è all’altezza della saga. Ma, d’altronde, ce lo racconta il film stesso: da soli non si riesce ad essere eccellenti, c’è bisogno degli altri per essere compiuti.
E Buzz Lightyear senza Woody, Rex, Mr. Potato e tutti gli altri è forte, sì, ma non abbastanza.
Irene Scialanca
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LIGHTYEAR – LA VERA STORIA DI BUZZ
Regia: Angus MacLane
Uscita in sala in Italia: giovedì 15 giugno 2022
Sceneggiatura: Jason Headley, Angus MacLane, Pete Docter
Produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Anno: 2022
Durata: 100’