Leggere Il terzo giorno, romanzo breve del maestro Lamberto Bava a distanza di pochi mesi dal I morti viventi di un altro mostro sacro dell’horror internazionale come George A. Romero [con Daniel Kraus] è un’esperienza davvero affascinante. Farlo in questi anni di pandemia è ancora più bizzarro, per certi versi centrato e angosciante.
Entrambi i libri, infatti, ci raccontano il futuro in chiave horror fantascientifica. Post-apocalittica, è il termine giusto.
Entrambi i libri ci raccontano di una pandemia mortale, che cambierà per sempre la storia dell’umanità e, ancor più in grande, della vita sul Pianeta Terra.
Nel parlarvi de Il terzo giorno, edito da Cut-Up Publishing i pensieri corrono alla saga cinematografica di Demoni, ai due film di Lamberto che più di tutti gli altri sono riusciti ad entrare nella storia dell’horror internazionale.
Anche lì si parlava di contagio e anche in quel caso c’era un importante conto a base 3 che definiva in maniera grafica davvero molto esplicita i tre differenti stadi di possessione. Si trattava di una possessione prima di tutto fisica, una mutazione continua, una sorta di evoluzione. Che anche parlando di Demoni non si possa che rispolverare il parallelismo con i living dead romeriani è segno che il nostro ragionamento ha basi solide e ci porta alla verifica definitiva: anche il romanzo del papà dei morti viventi è raccontato in tre momenti. Non si tratta nemmeno in quel caso di tre giorni, ma di tre periodi temporali anche se più lontani e dilatati, ma è pur vero che in quel caso il romanzo è tutt’altro che breve.
Il racconto epidemico de Il terzo giorno è rapido, tagliente, incisivo. Regala una lettura veloce ma coinvolgente. L’autore non si perde mai in spiegazioni troppo dettagliate o descrizioni decorative. Bava mira a raccontare l’utile e l’essenziale per far funzionare il suo racconto di malattia e morte. Vuole essere sempre realistico, cinematografico nel montaggio di azioni, nel rimbalzare da un piccolo gruppo di sopravvissuti a un altro, da un piano e un altro. Da un giorno all’altro.
Quella di Bava è la cronaca pulita di un’epidemia, in molti punti profondamente legata alla città di Roma, con quartieri, palazzi e monumenti riconoscibili, ma calati in un mondo in cui la malattia ha trasformato [o sta trasformando, a secondo dei momenti] i corpi sparsi per l’intera città in sculture commemorative che inneggiano a una macabra e violenta Morte universale. Sembra quasi che l’autore abbia raccontato quanto guardato dalla finestra di casa durante i mesi di lockdown, utilizzando, però, una lente particolare, capace di sottolineare il fantastico e il macabro della vicenda.
Da maestro del macabro, Bava non può esimersi dal raccontare anche le modalità di diffusione del nuovo morbo, soffermandosi sui primi sintomi e su quelli più avanzati. Senza fare sconti, naturalmente, per nessuno. Il virus de Il terzo giorno, così come quelli veri, è estremamente democratico e spietato.
Un giorno qualunque un morbo misterioso e devastante comincia a mietere vittime, a Roma e in tutte le città del mondo. In poche ore i morti si moltiplicano in modo esponenziale e nessuno riesce a fermare l’epidemia. La civiltà si dissolve.
In poco meno di 90 pagine l’autore ci fa conoscere una manciata di sopravvissuti, ma non solo. Giocando di flashback fotografa anche la civiltà che il mondo pre-pandemico non lo ha mai conosciuto e lo fa in modo organico e strutturato.
Il piccolo grande incubo che, anche grazie alla realtà che ha accolto l’uscita del romanzo, appare fin troppo reale, unisce il piano temporale di Gianna e Andrea, giovani nati nel “Nuovo Mondo” che compiono un viaggio di riscoperta della storia dei loro predecessori. A questa si alterna una storia ambientata nel giorno uno, che segue le drammatiche scoperte di Giulio, che dopo aver assistito alla violenta infezione della sua ex moglie, cerca di rispondere all’esplosione pandemica nel più utile dei modi.
C’è poi un altro piano in cui, con un giocose strizzate d’occhio e giochi di parole, è facile ritrovare tra i protagonisti del romanzo lo stesso autore e altri nomi noti agli Amici dell’Horror.
Fin dai primi giorni di covid-19 ci siamo chiesti come registi e scrittori avrebbero assimilato e raccontato una realtà così poco conosciuta. Cut-Up ci offre la possibilità di leggere la versione di un grande regista che, tra l’altro, aveva già dato prova di saper trasformare infezioni e malattie in indimenticabili incubi.
Luca Ruocco
–
IL TERZO GIORNO
Autore: Lamberto Bava
Editore: Cut-Up Publishing [www-cut-up.it]
Pagine: 96
Illustrazioni/Foto: No
Costo: 16,00 euro