L’apparire. Condiziona la nostra vita, la maggior parte di essa. Dalla cura del nostro aspetto a ciò di cui possiamo fruire e che possiamo contemplare. Per queste ultime cose, le scelte sono varie: un concerto, una mostra d’arte, uno spettacolo teatrale… una performance. Attività che ci spingono – il più delle volte e dove consentito – a prendere dalla tasca il nostro smartphone e a immortalare quel momento, spesso irripetibile. Ma è solo l’esteriorità ciò che interessa generalmente? Domanda banale. Il contenuto, ciò che si cela internamente, rimane pur sempre ricercato e bramato. Ecco, immaginate ora di aver pagato un biglietto per poter assistere all’esibizione di un artista e di essere testimoni della vivisezione del suo corpo grazie a un dispositivo biomeccanico. Nessun pericolo di morte: dolore e infezioni sono ormai un ricordo lontano e l’infliggere chirurgicamente delle ferite in molteplici parti anatomiche è un atto innocuo simile al tatuare… e carico di erotismo. “Gloria e vita alla nuova carne!” veniva urlato in Videodrome.
E così, in un mondo immiserito dagli effetti dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, Saul Tenser [Viggo Mortensen] è uno dei pionieri di questa nuova body art, assistito dall’affascinante ex chirurgo Caprice [Léa Seydoux].
La peculiarità di Tenser è avere una disfunzione che causa la crescita di organi superflui e di dubbia utilità; una condizione che lo condanna – a differenza del resto dell’umanità – a continui dolori, problemi respiratori e difficoltà digestive. Grazie all’utilizzo di avanzati macchinari biomeccanici, il duo ha la possibilità non solo di alleviare le pene del performer, ma di sfruttare questa sindrome per distinguersi da altri esibizionisti del settore, mettendo “a nudo” impensabili parti interiori. Il loro lavoro coinvolgerà la National Organ Registry, rappresentata dai burocrati Wippet [Don McKellar] e Timlin [Kristen Stewart], con il compito di monitorare lo stato dell’evoluzione antropica, catalogando la formazione di nuovi organi. Una serie di intrecci, iniziati con la morte di un bambino anomalo, porteranno Saul Tenser a collaborare con un’unità investigativa e a svelare gli intenti di una setta pronta a cambiare ulteriormente la condizione umana.
A otto anni di distanza da Maps to the Stars, David Cronenberg torna alle sue origini, presentandoci finalmente quel suo Painkillers [questo il titolo originale del progetto, che vedeva Ralph Fiennes come protagonista] previsto vent’anni fa circa e abbandonato in fase di pre-produzione. Il regista riprende così il percorso abbandonato dopo eXistenZ, riportandoci oltre la pelle, oltre la carne, oltre la mediocre apparenza, permettendoci letteralmente di “aprire” e osservare ciò che risiede nei nostri corpi umani. Se di “umani” possiamo parlare.
Cronenberg ci mostra una collettività anestetizzata che ha subìto un cambiamento biologico, grazie al quale il senso del dolore è stato quasi del tutto sconfitto, pagandone però lo scotto con un inaridimento interiore.
L’assenza di tutto ciò, ovvero un qualcosa che spesso diamo per scontato, di poca importanza e inconsciamente creduto impercepibile, trascina verso nuovi stimoli, perfino più seducenti della carnalità. Sebbene i motivi di questo mutamento possano sembrare non del tutto chiari, le risposte si possono trovare nello scenario immiserito e negli atti innocenti di un bambino: le nostre irrinunciabili abitudini alimentari e il continuo uso osceno di plastica, hanno portato ad un livello di inquinamento difficilmente risanabile e David Cronenberg suggerisce una soluzione disperata, ma che potrebbe essere bizzarramente fattibile.
A prendere il testimone dall’originario Ralph Fiennes, l’ormai feticcio Viggo Mortensen, che offre un Saul Tenser dolente, ma al tempo stesso asettico, affiancato da una Léa Seydoux nel suo completo splendore – gioia per gli occhi e per la macchina da presa – e da un’ottima Kristen Stewart, la cui reverenza e attrazione nei confronti di Tenser le conferiscono una forte e imprevedibile sensualità. Oltre a Mortensen, ritornano in squadra anche gli immancabili collaboratori tecnici: da Carol Spier per la scenografia, ridotta all’essenziale, a Howard Shore per la colonna sonora, avvolgente e onirica.
Insomma, David Cronenberg è tornato in grande spolvero: un artista che, in più di cinquant’anni di carriera, non si è mai risparmiato nell’“aprire” sé stesso in maniera esplicita al grande pubblico. Un ritorno che non può di certo essere ignorato, ma che sarà sicuramente non gradito – forse è inutile specificarlo – ai deboli di stomaco.
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CRIMES OF THE FUTURE
Regia: David Cronenberg
Con: Viggo Mortensen, Léa Seydoux, Kristen Stewart, Scott Speedman, Don McKellar
Uscita in Italia: mercoledì 24 agosto 2022
Sceneggiatura: David Cronenberg
Produzione: Argonauts Productions S.A., Serendipity Point Films, Davis Films, Telefilm Canada, Ingenious Media, Bell Media, CBC, Ekome, Natixis Coficiné
Distribuzione: Lucky Red Distribuzione
Anno: 2022
Durata: 107’