Negli ultimi tempi ci è capitato di parlare più di una volta di Dario Germani e dei suoi lavori. Lo abbiamo fatto raccontando il suo Lettera H, nato da una storia a fumetti firmata da Andrea Cavaletto e arrivato in piattaforma streaming pochi mesi fa. Dopo poco abbiamo avuto modo di vedere Antropophagus II, uno slasher moderno chiaramente apparentato al film di Joe D’Amato.
E proprio di apparentamento ci sembra il caso di parlare ora che nelle sale è approdato il nuovo film di Gemani: The Slaughter – La mattanza. Non solo perché anche in questo lavoro il regista cerca appigli e punti di appoggio [e di riferimento] provenienti dalla storia del cinema di Genere, ma anche perché la trama di The Slaugther sembra guardare, per struttura, proprio alla precedente opera dell’autore.
Ancora una volta, infatti, un gruppo di amici decide di isolarsi in un luogo ameno e del tutto fuori dal mondo:
se in Antropophagus II si parlava di studentesse e di un bunker della Seconda Guerra Mondiale, qui si racconta di un gruppo più eterogeneo e politically correct [sia per quanto riguarda le identità sessuali che per le etnie di provenienza] e il luogo del ritiro è davvero sui generis. I giovani, infatti, decidono di ambientare il loro festino privato a base di droga e sesso all’interno di un vecchio stabilimento in disuso di sviluppo e stampa di pellicola, eleggendo a quartier generale una piccola saletta di proiezione.
Dopo aver fatto infastidire il custode che li ospita in cambio di soldi [anche questa situazione è simile a quanto accaduto nel film precedente], il gruppo inizia a dedicarsi alle attività per cui si è spostato fino a lì: iniziano a circolare droghe e allucinogeni e a formarsi le prime coppie pronte ad appartarsi. C’è anche, chiaramente, chi non riesce a quagliare e chi è distratto da altro: tra gli ospiti dello stabilimento, infatti, c’è un amico dell’horror! Un personaggio che ci viene presentato già nell’incipit del film, mentre sta recitando a memoria le battute di Snuff Killer – La morte in diretta di Bruno Mattei. Il suo compagno cerca anche di capire, non riuscendoci, perché l’uomo di cui è innamorato sia tanto appassionato di filmacci di quel tipo.
Il nostro cinefilo orrorifico inizia a girovagare per la strana location e finisce all’interno di un magazzino dove, incredulo, comincia a maneggiare le pizze di film di Carpenter, Romero, Argento e Fulci.
Ma si parlava di apparentamenti e citazioni e allora Germani torna ancora una volta a Mattei: il giovane amante degli horror decide di portare in sala proiezione una copia de L’isola dei morti viventi o di Zombi – La Creazione, per proporne la visione agli amici.
Decisamente interessati ad altro, i pochi rimasti in sala iniziano a un certo punto a vedere passare su grande schermo le immagini di un film molto violento ma decisamente amatoriale: un reale snuff movie che in qualche modo ci riporta al film che il protagonista stava guardando all’inizio della storia, ma che ne capovolge completamente il senso e la fruizione. Come se, entrando in quel mondo sospeso tra realtà e finzione, i giovani avessero attraversato uno specchio deformante, ritrovandosi all’interno di un incubo senza uscita.
Nel gioco meta-cinematografico di Germani ha un ruolo fondamentale lo sceneggiatore del film, Antonio Tentori, che con Mattei ha lavorato [lo script de L’isola dei morti viventi è suo, ad esempio] ma che è, ancor prima e soprattutto, un grande conoscitore del Genere horror.
Da gran maestro di cerimonia, Tentori fa iniziare le danze di uno slasher efferato [grazie agli effetti di David Bracci] che, ancor prima di giocare con i corpi delle vittime della mattanza, gioca con il cinema e con i cinefili. A partire dalla maschera utilizzata dallo spietato assassino, che stavolta rappresenta un bambolotto che ricorda da vicino il volto del bambolotto meccanico del Profondo Rosso di Dario Argento [attenzione, Tentori ha lavorato anche con lui, oltre che aver scritto diversi libri di critica sul suo cinema].
Il gioco si fa felicemente contorto – ma il film rimane lineare come uno slasher deve essere – grazie ai tanti rimbalzi tra realtà e finzione, tra Germani e Tentori. Ai rimandi tra film precedente e film successivo, dove anche le chiuse sembrano voler comunicare l’una con l’altra con un gioco di rimando al passato, che è ancora una volta specchio dei rimandi al cinema del passato che il regista mette in piedi entrambe le volte.
Gli omicidi sono decisamente ben orchestrati e anche la location regala più di un punto di interesse per lo spettatore.
Tra snuff e slasher potrete immaginare di trovarvi davanti a un film dal sapore americano, ma quello che forse convince di più di tutta l’operazione è proprio l’aria italiana che si riesce a respirare, nonostante in più su un versante il tutto guardi giustamente verso un mercanto internazionale.
Dopotutto slasher e bodycount non sono nati in Italia?
Luca Ruocco
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THE SLAUGHTER – LA MATTANZA
Regia: Dario Germani
Con: Tonia De Micco, Samuel Kay, Nadia Rahman, Janice Quinoi, Roberto Luigi Mauri, Jason Prempeh
Uscita in sala in Italia: giovedì 21 luglio 2022
Sceneggiatura: Antonio Tentori
Produzione: Flat Parioli, TNM Produzioni
Distribuzione: Flat Parioli
Anno: 2022
Durata: 78’12’’