Alcuni film vivono di una mitologia che travalica ogni concetto di oggettiva qualità e bellezza. E La croce dalle 7 pietre di Marco Antonio Andolfi è senza ombra di dubbio uno dei titoli che più ha incarnato questa condizione. Tramandato attraverso fanzine prima e oscuri forum di appassionati dopo [quindi ben prima dell’esplosione del file sharing o dello streaming] con il weirdissimo titolo Il lupo mannaro contro la camorra, se ne parlava come di un oggetto indescrivibile a parole capace di unire horror, commedia, esoterismo e mafia-movie. Prodotto dal Ministero dei Beni Culturali, all’epoca [siamo nel 1987] fu proiettato solo in due sale siciliane. Nel tempo una rarissima copia è circolata clandestina fino a quando, con l’esplosione di internet, chiunque ha iniziato finalmente a testarla con mano e la pellicola è diventata oggetto di dileggio e barzelletta [soprattutto da giovani youtuber di tendenza]. Ma che cos’è veramente La croce dalle 7 pietre? La risposta non è facile, perché il film di Andolfi sembra veramente un qualcosa appartenente ad un’antichissima civiltà.
Se da un lato è vero che si tratta di un prodotto sgangherato, delirante e poverissimo [il make-up del protagonista in versione licantropo resta ancora oggi un qualcosa di mitico], è altrettanto inequivocabile che ci troviamo di fronte ad un simbolo di un cinema libero, anarchico e sfrenato assolutamente irripetibile. Invece che con dileggio andrebbe invece visto con il sorriso del divertimento genuino che ogni sua inquadratura sprigiona con totale sincerità. Il protagonista della storia [lo stesso regista celato sotto lo pseudonimo di Eddy Endolf] è un impiegato di banca che è costretto a trasformarsi ogni notte in lupo mannaro, a meno che non porti al collo la sua croce gemmata. Ovviamente la croce verrà rubata e il nostro, per riaverla, dovrà addirittura confrontarsi con il mondo della camorra. Fino a scoprire che questa sua maledizione è dovuta ad una relazione tra sua madre e un essere demoniaco [tale Aborym]. Tra momenti in chiave sadomaso e altri squisitamente splatterosi, si arriva ad un finale dove [SPOILER] possiamo goderci nientemeno che… un’apparizione di Gesù Cristo! Anni dopo Andolfi decise di rimontare il film aggiungendo nuove scene e ribattezzandolo Talisman. Infine, nel 2007 [ovvero a vent’anni dall’uscita del film], girò un mediometraggio dal titolo Riecco Aborym che funge da sequel/postilla. I più fortunati hanno potuto assistere ad una bellissima serata celebrativa al Fantafestival di Roma, dove Andolfi ha deliziato l’adorante pubblico, ma adesso chiunque potrà godere dell’intero pacchetto grazie all’etichetta TetroVideo [in collaborazione con ingenerecinema.com], che ha svolto un magistrale lavoro di restauro della pellicola partendo dai negativi originali.
I fan più spinti del cinema di Genere italiano godranno delle apparizioni di Gordon Mitchell e Zaira Zoccheddu, gli amanti del weird più allucinato impazziranno nelle incredibili e improvvise sequenze psichedeliche e chi semplicemente conosce a memoria il film non potrà che commuoversi vedendolo per la prima come sarebbe sempre dovuto essere. Inoltre il corredo extra è di quelli che rendono onore all’esistenza del supporto fisico con tonnellate di trailer, una featurette sul regista, un divertente commento audio, la versione super vhs del film, il montaggio conosciuto come Talisman e il mediometraggio Riecco Aborym [questo anche con backstage].
Nessun voto finale del film [anche se oggettivo sarebbe totalmente ininfluente], né dell’home video, visto che InGenereCinema.com è piacevolmente invischiata in questa straordinaria riscoperta.
Raffaele Picchio
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LA CROCE DALLE 7 PIETRE
Regia: Marco Antonio Andolfi
Con: Eddy Endolf [Marco Antonio Andolfi], Annie Belle, Paolo Fiorino, Gordon Mitchell, George Ardisson, Zaira Zoccheddu
Sceneggiatura: Marco Antonio Andolfi
Produzione: C.G. Pictures
Distribuzione: TetroVideo
Anno: 1987
Durata: 88′