Quando arriva in libreria un nuovo libro illustrato di Stefano Bessoni – voi lo sapete, cari Amici dell’Horror – siamo i primi a volerlo avere tra le mani, per tuffarci ancora una volta in quel mondo sospeso tra favola e incubo che ogni volta il regista illustratore romano sa regalarci.
Negli anni, i piccoli e grandi volumetti, che ormai occupano quasi un intero scaffale della libreria in redazione, ci hanno portato all’interno di romanzi fantastici e nelle vite di personaggi straordinari, oltre che nel mondo macabro delle pseudoscienze che già hanno abitato la filmografia di Bessoni.
Il nuovo illustrato propone un’ulteriore variante: si parte da un libro già edito ma ancor più dalla sua storia, dalla curiosa nascita di quella raccolta di filastrocche realizzata da un padre per il proprio bambino.
“Oh, che schifo quel bambino! È Pierino il Porcospino. Egli ha l’unghie smisurate che non furon mai tagliate. I capelli sulla testa gli han formata una foresta.”
Questa filastrocca che alcuni di voi potrebbero aver già sentito da bambini e il suo spettinato e sporco piccolo protagonista sono solo una piccolissima parte [di certo una delle più affascinanti] dei due libri di cui vi stiamo parlando [quello di origine e il volume illustrato bessoniano]. Una piccola storia in rima all’interno di un libro che oggi definiremmo homemade che il dottor Heinrich Hoffmann aveva scritto e illustrato per regalarlo a Natale a suo figlio, dopo non essere riuscito a trovare nessun volume adatto in libreria.
Hoffmann, che aveva fin da giovane la passione per la scrittura, si era ritrovato a vestire i panni di scienziato, lavorando sullo studio e la dissezione di cadaveri, per esplorare e cercare di conoscere i segreti del corpo umano. Da lì passò agli studi di psichiatria e iniziò a curare ragazzini traumatizzati e disadattati e proprio da questo suo nuovo percorso lavorativo nasce lo spunto del libro di Struwwelpeter e degli altri bambini grotteschi, sfortunati e maleducati. Hoffmann aveva, infatti, iniziato a sviluppare una serie di filastrocche proprio per rapportarsi meglio con i suoi pazienti più indisciplinati e probabilmente alcune di queste andarono a finire nel libro illustrato autoprodotto che da papà regalò al suo piccolo Carl. Il titolo era “Der Struwwelpeter”
Oggi Stefano Bessoni riporta in vita quel libro che ebbe, una volta uscito dalla casa di famiglia, grande successo editoriale, e lo fa in modo assolutamente personale e autoriale. Facendo sposare in maniera perfetta i bambini cattivi di Hoffmann con il suo immaginario dark, mortifero e deforme, ma sempre anche ironico e capace di meravigliare. Le rime di Hoffmann, che portano sempre a punizioni terribili e terrorizzanti per il protagonista di turno, creano il mondo narrativo ideale per questa nuova vita dello strampalato progetto editoriale nato dal caso e che da quel momento ha fatto ridere [e spaventare] tanti piccoli lettori.
Graficamente il Pierino Porcospino di Bessoni è deliziosamente mostruoso, ma anche gli altri piccoli protagonisti non sono da meno. Ne viene fuori una versione moderna e preziosa, una lettura che può ricordare quel Morte malinconica del bambino ostrica di Tim Burton con cui Struwwelpeter – La vera storia di Pierino Porcospino condivide struttura, brevi storie in rima, finali tragici e piccoli protagonisti bizzarri, nonché un autore [regista e illustratore] con un cuore che batte dalla parte del macabro e del weird.
La cura editoriale di Logos è sempre davvero molto alta.
Chissà dove ci porterà Bessoni la prossima volta!?
Luca Ruocco
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STRUWWELPETER – LA VERA STORIA DI PIERINO PORCOSPINO
Autore: Stefano Bessoni
Editore: Logos Edizioni [illustrati.logosedizioni.it]
Pagine: 80
Illustrazioni/Foto: Sì
Costo: 17 euro