Come ogni autunno Roma si riempie di arte, teatro, danza e musica grazie al RomaEuropa Festival, giunto nel 2022 alla trentasettesima edizione. Il RomaEuropa Festival è sempre una grande garanzia di qualità, in cui si scovano spesso produzioni curiose e bizzarre e noi di InGenereCinema.com non possiamo fare a meno, ogni anno, di fare un piccolo report dell’enorme rassegna [quest’anno in scena dall’8 settembre al 20 novembre].
Abbiamo già parlato più approfonditamente dello stupendo ROOM di James Thierréé [qui la recensione] e oggi ci soffermiamo su tre spettacoli molto diversi tra loro, i primi due in scena nella sezione KIDS [quella dedicata ai bambini e quella che noi, amanti del fantastico, tendenzialmente preferiamo] Thelonoius di Zonzo Compagnie Teatrali e Bianco su Bianco della Compagnia Finzi Pasca, e un terzo legato invece al cinema e alla letteratura distopica e fantascientifica, e cioè un adattamento ibrido tra musica, cinema e teatro, di 1984 di George Orwell.
Non ci resta, dunque, che andare a cominciare!
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THELONIOUS di Zonzo Compagnie Teatrali
La compagnia fiamminga Zonzo Compagnie ha sede ad Anversa e nel suo lavoro di sperimentazione si occupa di veicolare la musica a un pubblico di bambini dai sei anni in su. In questo Thelonious, in particolare, mette al centro la figura del grande jazzista americano Thelonious Monk e attraverso musica, animazioni e giochi racconta non soltanto la figura di Monk ma anche e soprattutto cos’è il jazz.
Non c’è che dire, la musica è la grande protagonista dello spettacolo, che non ha parole né dialoghi; musica suonata egregiamente dal vivo e spiegata, o sarebbe meglio dire raccontata, attraverso le immagini proiettate su una bellissima scenografia calpestabile che si “anima” continuamente, e attraverso trovate sceniche estremamente comunicative, dirette e immediate. Coinvolgendo i più piccoli anche in prima persona, nella creazione di alcune “improvvisazioni” poi sonorizzate dai bravissimi musicisti di Zonzo, lo spettacolo riesce perfettamente nel suo intento, intrattiene, istruisce e meraviglia un pubblico di piccoli e grandi.
Qualche imprecisione caotica dei musicisti in scena che – essendo in questo caso anche attori – dovrebbero forse curare un pelo di più la loro presenza sul palco. Ma, del resto, cos’altro è il jazz se non un ordinato caos?
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BIANCO SU BIANCO di Compagnia Finzi Pasca
La Compagnia Finzi Pasca, con ben trentasei anni di storia e la firma alla regia di tre cerimonie olimpiche e due spettacoli del Cirque du Soleil, era di certo uno dei fiori all’occhiello di questa edizione del Ref Kids 2022. Con il loro Bianco su Bianco hanno portato in scena uno spettacolo clown surreale e delicato, in continuo equilibrio tra la vita e il sogno, tra realtà e magia.
Purtroppo, però, non è tutto oro quel che luccica. E luccica tantissimo la scenografia di Bianco su Bianco, composta da centinaia di lampadine che si accendono e si spengono a comando, dal grande effetto scenico iniziale, effetto su cui però si insiste fin troppo e che finisce per stancare mente e occhi e addirittura infastidire.
Le potenzialità della Compagnia Finzi Pasca sono indubbie, ma qui rimangono inespresse, in un continuo “vorrei ma non posso” o, ancor peggio, “potrei ma non voglio”: c’è sempre un inizio di meraviglia che però si brucia subito e mai si porta a compimento. Bellissimi oggetti scenici usati per un secondo e poi spariti, routine acrobatiche estremamente caricate di aspettative che poi si risolvono in pochi elementi basici di mano a mano, stupende trovate che finiscono troppo presto o che vengono invece portate avanti fino allo stremo, tanto da perdere la loro magia. Un fiume di parole su cui è difficile concentrarsi, che all’inizio sembra un escamotage per porre attenzione sull’azione e che invece poi conquista una centralità ingombrante e poco funzionale alla riuscita dello spettacolo.
Chi scrive sostiene fortemente che il teatro è la capacità di riuscire a creare tutto con niente. La Compagnia Finzi Pasca qui riesce a fare esattamente il contrario: creare niente con tutto.
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1984 di New European Ensemble / Mihkel Kerem / Marco Quaglia
Che si sia letto per intero oppure no, tutti conosciamo il distopico e fin troppo contemporaneo 1984 di Orwell. Il compositore estone Mihkel Kerem parte proprio da questa terrorizzante somiglianza con il nostro tempo per creare la sua composizione musicale per il New European Ensemble [una tra le principali formazioni olandesi]. «Quando ho letto per la prima volta 1984 sono rimasto terrorizzato perché mi sono reso conto di essere nato nel suo mondo distopico» ha affermato, e non c’è dubbio che questa sua paura abbia regalato a noi una geniale meraviglia da ascoltare.
In questo adattamento di 1984 – un riuscitissimo ibrido tra letteratura, musica e cinema – le musiche di Kerem sono certamente ciò che più colpisce: potentissime, ammalianti, ansiogene, struggenti ed estremamente cinematografiche. Ci ricordano un John Williams meno favolistico, più corrotto, più immorale, deviato dalla storia e dai tempi che stiamo vivendo.
Il New European Ensemble esegue le musiche magnificamente, con una precisione e un prestigio che non permettono di averne mai abbastanza.
Le immagini cinematografiche del regista Gijs Besseling accompagnano il sonoro, evocano la narrazione orwelliana calandola nel nostro presente, servendosi anche di immagini di repertorio. L’ibridazione di questo adattamento di 1984 si completa con la presenza del convincente Marco Quaglia che con grande mestiere interpreta interi brani del romanzo servendosi soltanto del suo corpo e della sua voce.
L’unica debolezza dell’operazione è da rintracciarsi nella schematicità dell’alternanza musica-video-parole [dunque, nella regia di Emlyn Stam] che, superata l’ora di spettacolo, può risultare prevedibile. Prevedibilità che viene però rotta da un finale coinvolgente e crudo che sa come trattenere l’attenzione dello spettatore.
Insomma, abbiamo assistito a una buonissima prima nazionale che si spera possa intraprendere un lungo e fruttuoso tour lungo tutto lo stivale.
Irene Scialanca