Che Luca Guadagnino sia uno dei registi italiani contemporanei di maggior successo non è una novità: il Leone d’Argento per la Miglior Regia alla 79° Mostra del Cinema di Venezia per Bones and All, sua ultima fatica, non fa che confermare la grandezza del regista palermitano, unanimemente plaudito in tutto il mondo.
Guadagnino si era già misurato con l’horror nel remake di Suspiria [2018], omaggio al Maestro del Brivido Dario Argento, ma in Bones and All lo fa per la prima volta con una storia mai esplorata dal cinema, tratta dal romanzo omonimo di Camille de Angelis e sceneggiata da David Kajganich.
Bones and All, modo di dire inglese traducibile nel nostro italiano “fino all’osso”, è un film che parla di cannibalismo, un road movie sanguinolento che però, purtroppo, ha ben poco di sanguigno.
C’è un grande, enorme, problema nella trama di Bones and All: trattare il cannibalismo non come una scelta, ma come un bisogno, una necessità, una malattia. C’è confusione, nella penna di Kajganich, tra cannibalismo e vampirismo, una confusione che squalifica l’intera visione a causa anche della mancanza di regole di cui il Genere obbligatoriamente necessita.
Questo bisogno irrefrenabile – che poi tanto irrefrenabile non è – di nutrirsi degli altri, non è legiferato da precise norme che aiuterebbero a renderlo comprensibile: capita semplicemente quando capita, in un indecifrabile e disordinato raptus che si spoglia di fascino e di terrore, ma soprattutto di senso logico. Se i cannibali di Bones and All ci vengono presentati come bisognosi di nutrirsi di sangue per vivere, allora com’è che riescono a resistere anni interi senza farlo? C’è altro che scatena in loro la necessità di mangiare esseri umani? E, se c’è altro, di cosa si tratta? Inoltre, se il cannibalismo è scatenato da qualcosa non necessariamente legata alla sopravvivenza, dunque non più di bisogno vitale si tratta?
Insomma, sono tante, tantissime, addirittura troppe le domande che per tutti i centotrenta minuti di visione hanno occupato la nostra mente. Domande impossibili da ignorare, che sovrastano l’indiscutibile riuscita tecnica del film.
Ma non è questo l’unico problema di sceneggiatura che si porta dietro Bones and All.
Perfino il road movie risulta forzato, ripetuto, insistito, poco organico. Basti pensare a tutte le volte in cui i nostri due protagonisti si fermano in uno stato solo per pochi minuti, per un’azione breve e insignificante ai fini del racconto. Inoltre, per esigenze di trama, si crea una strana sensazione secondo cui – da un certo punto in poi – nel mondo ci sia un’altissima e ben poco credibile concentrazione di cannibali. Tante, troppe, scene vuote che non portano avanti la narrazione finiscono per allungare inutilmente un film che sarebbe potuto durare senza problemi mezz’ora in meno, e che ora invece ne esce annacquato e scarico.
Taylor Russel e Timothée Chalamet fanno ciò che possono, ma sembrano rimanere sempre un poco sotto le loro potenzialità, regalandoci più bei visi che buone performances; tra loro manca la chimica e la pellicola – che già soffre di freddezza – ne risente terribilmente dal lato emotivo.
Non ce ne voglia Guadagnino, che per stavolta ci consegna un film che parte benissimo, con un’opening scene davvero potentissima, che però fa presto a rimanere senza colpi in canna. Insomma, Bones and All ci ricorda quanto nel Cinema non sia [solo] la bravura del regista a contare. L’oggetto filmico è un’opera corale, un insieme di mestieri e talenti, di anime e di sensibilità creativa; che anche il miglior direttore d’orchestra fa fatica a uscirne sano e salvo se ha i fiati in disaccordo e una composizione da dimenticare.
Irene Scialanca
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BONES AND ALL
Regia: Luca Guadagnino
Uscita in sala in Italia: mercoledì 23 novembre 2022
Con: Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon Green, Jessica Harper, Mark Rylance, Ellie Parker, Madeleine Hall, Christine Dye, Jake Horowitz, Kendle Coffey, Sean Bridgers, Francesca Scorsese, Anna Cobb
Sceneggiatura: David Kajganich
Produzione: Frenesy Film Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures – società del gruppo Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment, Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution in collaborazione con SKY
Distribuzione: Vision Distribution
Anno: 2022
Durata: 130’