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THE OFFERING di Oliver Park

Avevamo bisogno di un altro horror tirato fuori dal cilindro dell’esorcista?

Proprio nell’anno che segnerà l’uscita in sala del remake del più cult del filone – L’esorcista, chiaramente – e di un film strampalato come sembra essere L’esorcista del papa, anche Oliver Park vuole dire la sua sul tema possessioni, con il suo lungometraggio di esordio.

Cerchiamo di trovare nel suo progetto qualcosa di fresco, allora. Nel primo lavoro di un regista deve esserci per forza qualcosa di estremamente suo, anche se le aspettative che abbiamo avuto dall’inizio nei confronti di The Offering non sono mai state altissime [quindi… avevamo bisogno di un altro horror tirato fuori dal cilindro dell’esorcista?].

Non c’è dubbio che il punto più interessante del film di Park sia la traslazione della storia di possessione demoniaca da un’ambientazione più standardizzata – come sarebbe potuta essere quella del mondo cattolico – all’interno di un mondo meno raccontato in questa chiave come quello ebraico.

Possessione ed ebraismo erano già stati al centro di altri horror, come The Vigil di Keith Thomas e Demon di Marcin Wrona, certo. Ma in questo caso il tutto si va a mescolare con l’Autopsy di André Øvredal e con L’esorcismo di Hannah Grace di Diederik Van Rooijen.

Il menu dell’orrore vede, quindi, arrivare sul tavolo autoptico il cadavere di un religioso alienato diventato bozzolo [e in questo caso momentanea prigione di carne] di una pericolosa entità demoniaca – la ladra di bambini – che incautamente ha lui stesso evocato per errore.

La morgue dove il cadavere dell’uomo viene ospitato prima di avere una degna sepoltura è quella di un altro ebreo ortodosso, proprietario di un’impresa funebre che occupa il piano interrato della sua stessa abitazione. Il caso vuole che, insieme al cadavere indemoniato, in casa ritorni anche il figlio dell’impresario funebre, in compagnia di sua moglie in dolce attesa. L’intento del giovane di riavvicinarsi al vecchio padre che aveva sempre cercato di inscatolarlo all’interno di una struttura sociale e religiosa per lui innaturale, nasconde anche un secondo fine, chiave di volta della presenza oscura per insinuarsi all’interno delle lesioni di una famiglia che sta cercando di ricostruire le sue fondamenta, crollate tempo prima per un fatto luttuoso non ben esplicato.

Senso di non appartenenza [a una famiglia e/o a un gruppo] o comunque di frustrazione per un non totale riconoscimento. Potrebbe essere un altro tema portante dell’opera ma , come succede a molte cose in questo film, non viene ben sviscerato e rimane uno dei tanti corridoi narrativi percorsi non fino in fondo.

The Offering  sembra preferire afferrare qui e lì anche meccanismi da spavento facile e piccole presenze inquietanti da ghost story contemporanee [“alla Blum House”] e, senza nemmeno starci troppo a pensare o a ricercare, della cultura che avrebbe potuto usare per farsi film a sé stante prende davvero dei pezzetti utili solo per fare colore.

Non affonda le mani nelle tradizioni, per cercare di aumentare il senso di inquietudine che già funziona a livello meccanico, su questo non si potrà recriminare, ma non riesce mai a strisciare fin dentro al cuore. Peccato, perché quando si avvicina al folklore [lo shiva, il periodo di lutto vissuto dai familiari del defunto all’interno della casa in cui vengo coperti tutti gli specchi, ad esempio] lo spettatore si lega maggiormente al racconto e ai personaggi.

Il circo demoniaco vede scendere in campo tutta una serie di prodotti e cliché rodati: dalla presenza mutaforma che predilige l’aspetto di una bambina inquietante, all’amuleto; dalla donna in gravidanza che attira le attenzioni del Maligno alle sequenze oniriche [e finte oniriche] che ad un certo punto iniziano a prendere possesso in modo prepotente e ingombrante di gran parte del corpo filmico.

Le note decisamente stonate sono poi due: la forma più mostruosa della “ladra di bambini”, realizzata in CGI con poca fantasia e scarso impegno; e la svolta narrativa con cui si è scelto di fornire al giovane protagonista la prova dell’esistenza della presenza maligna. Questa davvero sfida ogni legge di onestà drammaturgica contemporanea.

Tirando le somme, rimane in mano un film senza infamie e senza lodi, che funziona in modo automatico quando si ispira a qualcosa di già di per sé funzionale e commerciale, ma che non ha avuto il coraggio di scavare nel terreno in cui – pare – sarebbero state piantate le sue radici. E il coraggio che manca in un’opera prima mette un po’ più di tristezza.

Luca Ruocco

THE OFFERING

Regia: Oliver Park

Con: Nick Blood, Emm Wiseman, Allan Corduner, Paul Kaye, Daniel Ben Zenou, Jodie Jacobs

Uscita in sala in Italia: giovedì 23 febbraio 2023

Sceneggiatura: Hank Hoffman

Produzione: Millennium Media, Nu Boyana Film Studios

Distribuzione: Vertice360

Anno: 2023

Durata: 93’

InGenere Cinema

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