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EMPIRE OF LIGHT di Sam Mendes

Dopo tre film spettacolari e pensati per il grande pubblico come Skyfall, Spectre e il tecnicamente impressionante 1917, Sam Mendes torna nelle nostre sale con un film intimo e personale. Pur non essendo autobiografico, Empire of Light dice molto del suo regista e dell’ambizione che lo ha spinto a scrivere, produrre e dirigere questo suo ultimo film.

La sala cinematografica, l’Inghilterra dei primi anni ’80, il razzismo, l’emancipazione femminile e una storia d’amore complessa, osteggiata e troppo difficile per avere un lieto fine. Insomma, tutti gli ingredienti per un melò drammatico e commovente tipico del cinema di Mendes che, pur essendo un cineasta discusso e divisivo, ha sempre dimostrato una visione precisa ogni qualvolta si è messo dietro la macchina da presa.

Eppure, a questo giro, il regista di American Beauty sembra non riuscire a trovare quello sguardo preciso, chirurgico solito delle sue esperienze cinematografiche. È un film sentito questo Empire of Light, voluto dal suo autore e pieno della sua poetica, ciò nonostante non riesce mai a mettere a fuoco la vicenda che vuole raccontare, limitandosi – si fa per dire – ad esaltare il lavoro di Roger Deackins e quello di Olia Colman, ma senza mai trovare la propria magia e il proprio cuore.

Ambientato nei primi anni Ottanta all’interno e nei dintorni di un vecchio cinema sbiadito dal tempo in una cittadina costiera dell’Inghilterra, il film segue Hilary, una donna che gestisce la sala e deve fare i conti con la sua salute mentale e Stephen, un nuovo dipendente che sogna di fuggire da questa cittadina provinciale in cui deve affrontare avversità quotidiane. Sia Hilary che Stephen trovano un senso di appartenenza attraverso la loro dolce e improbabile relazione, sperimentando il potere curativo del cinema, della musica e della tenerezza.

Sam Mendes, dunque, si perde in una costruzione narrativa ricchissima di spunti e suggestioni, ma che per un curioso modo di procedere restano tutte sullo sfondo senza assumere mai la dignità di linea principale. Così facendo, Empire of Light propone ai propri spettatori un susseguirsi di abbrivi, di inizi, di incipit di racconto che non riescono mai a raggiungere lo sviluppo che avrebbero meritato, lasciando freddezza e distanza negli occhi di chi osserva. Un vero peccato scoprire che dietro una confezione così lucente – le inquadrature di Mendes e la fotografia di Deakins sono cinema con la “C” maiuscola – si nasconda un’esile forza narrativa che spegne ogni ambizione e raffredda ogni tipo di passione. Svuotato della magia e del cuore necessari per far vibrare un melodramma come questo, L’impero della luce menzionato nel titolo sembra essere il solo lavoro elegante e potente del suo direttore della fotografia.

Cercarlo da altre parti finisce per diventare un esercizio intellettuale e ossessivo che male si sposa con i sentimenti viscerali, gonfi ed esagerati tipici per una storia come questa. Delusione.

Paolo Gaudio

EMPIRE OF LIGHT

Regia: Sam Mendes

Con: Olivia Colman, Michael Ward, Toby Jones, Colin Firth, Monica Dolan, Ron Cook, Sara Stewart, Tom Brooke, Justin Edwards, Tanya Moodie, Crystal Clarke, Hannah Onslow

Uscita in sala in Italia: giovedì 2 marzo 2023

Sceneggiatura: Sam Mendes

Produzione: Neal Street Productions, Searchlight Picture

Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures

Anno: 2023

Durata: 119’

InGenere Cinema

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