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PORNO HOLOCAUST di Joe D’Amato

Tra il 1978 e il 1981 l’instancabile Joe D’Amato/Aristide Massaccesi girò una serie di pellicole tra Santo Domingo e dintorni, dando il via al cosiddetto periodo caraibico, ovvero una delle fasi tutt’oggi più celebrate della sua carriera. Tutti titoli che avevano in comune l’ambientazione esotica, i medesimi volti nel cast, la commistione tra erotismo e violenza [che spesso sfociava nell’hardcore puro e nell’horror splatter] e budget ai limiti dell’irrisorio, tanto che la maggior parte venivano girati in simultaneo facendo spostare di corsa gli attori tra una località e l’altra.

Nel mucchio di questi prodotti Porno Holocaust [per chi se lo chiedesse l’unica similitudine con il famigerato Cannibal Holocaust di Deodato risiede solo nel titolo] viene giustamente ricordato come un piccolo cult nel suo [sotto]Genere ed incarna alla perfezione tutto lo spirito eccessivo, folle e delirante del cinema di D’Amato [qui coadiuvato alla regia dall’instancabile Bruno Mattei, non accreditato].

Già il plot di partenza ha dell’incredibile, con una spedizione che viene inviata su un’isola tropicale, luogo di esperimenti nucleari, per studiare la causa delle abnormi dimensioni di alcuni animali. Quello che non sanno è che sul posto si aggira un enorme indigeno che ha sviluppato un’esorbitante mutazione nelle parti basse [una sorta di John Holmes al quadrato, per capirsi] e che non tarderà a mietere vittime. Ed è proprio la modalità delle sue uccisioni ad aver creato un alone di culto intorno al film, dato che il nostro si serve appunto del suo fallo spropositato [palesemente di gomma e lattice] per sventrare o soffocare le malcapitate di turno [l’omicidio a colpi di fellatio resterà per sempre negli annali].

Molte le similitudini con un altro titolo sempre appartenente al periodo esotico di D’Amato, ovvero Le notti erotiche dei morti viventi, girato solo un anno prima, con la differenza che in quest’ultimo l’horror prevale sull’hard, mentre in Porno Holocaust avviene l’esatto contrario. Ed è forse qui il più evidente limite della pellicola, che nella prima parte si trascina in un loop di amplessi più o meno credibili [ai limiti del farlocco il ménage à trois tra Anji Goren e i due neri, mentre va meglio con le scene lesbo, quantomeno riprese e fotografate con un certo gusto]. Da quando il gruppo approda sull’isola e fa la sua comparsa l’indigeno radioattivo ci si diverte decisamente di più, ma le [quasi] due ore di durata sono davvero spropositate per un prodotto simile.

Il cast, tutto sommato, si difende benino, con il solito George Eastman/Luigi Montefiori [come in altri film di D’Amato anche autore della sceneggiatura] che fa sempre la sua figura e il baffuto Mark Shannon che si conferma un astro nascente nel mondo del porno. Per il resto, notevole lo score di Nico Fidenco e simpatiche le autocitazioni ad Antropophagus [di cui abbiamo parlato qui], dalla soggettiva del mostro che spia le fanciulle con tanto di respiro affannoso per passare alla grotta dove si rifugia e al diario che ne rivela il passato.

Per un recupero in Blu-Ray del film nel mercato europeo ci si può rivolgere al mediabook tedesco [in edizione limitata] della XT Video.

Lorenzo Paviano

PORNO HOLOCAUST

Regia: Joe D’Amato [Aristide Massaccesi]

Con: Simone Keller, Annj Goren, George Eastman [Luigi Montefiori], Mark Shanon, Lucia Ramirez

Sceneggiatura: George Eastman [Luigi Montefiori]

Produzione: Kristal Film

Distribuzione: Variety Distribution

Anno: 1981

Durata: 113’

InGenere Cinema

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