“La mia vita è come se fosse un film in VHS, questi stronzi hanno rubato il telecomando e mi hanno lasciato in pausa”.
L’auspicio di Bernardo [Guido Caprino], una volta fuori dal carcere, è quello di prendere figurativamente il telecomando e ricominciare a vivere mandando, a quel paese tutti quello che lo hanno tradito.
Stiamo parlando di Per niente al mondo, seconda fatica di Ciro D’Emilio, ora in home video grazie a CG Entertainment.
Bernardo è uno chef che conduce una vita appagante, piena di impegni e senza mai momenti di relax, come piace a lui, che fermo non riesce proprio a stare. Trascorre le ore del tempo libero con sua figlia Giuditta [Irene Casagrande] e con gli amici, e coltiva l’hobby del rally con il suo amico Sergio [Antonio Zavatteri], candidato sindaco del paese. La sua vita viene improvvisata sconvolta quando gli agenti di polizia vengono a prenderlo in casa per portarlo in questura e interrogarlo, in quanto sospettato di essere a capo di una banda di rapinatori con suo cugino Armando [Josafat Vagni]. A sostenerlo c’è il suo avvocato [Antonella Attili], sicura che il suo assistito sia vittima di un grave errore, mentre i suoi amici, tra cui lo stesso Sergio, iniziano ad allontanarsi, convinti della sua colpevolezza. Bernardo da quel carcere uscirà dopo un anno, ma la sua vita non sarà più la stessa: troppi i tradimenti subìti. A parte sua figlia, l’unica persona di cui sente di potersi fidare è Elia [Boris Isaković], il suo compagno di cella di origine croata, con cui sta studiando un colpo…
Ambientato in un paese del nord est Italia, Per niente al mondo si svolge in tre archi temporali: il periodo precedente all’arresto di Bernardo, il periodo in carcere e poi il ritorno alla libertà. Questi tre archi temporali si mescolano tra loro, e proprio questa mescolanza genera confusione e difficoltà a seguire la storia.
La sceneggiatura, scritta da D’Emilio con Cosimo Calamini, ha molte criticità, risultando innanzitutto forzata nello sviluppo della narrazione e per niente empatica nella descrizione della personalità dei personaggi. La stessa figura di Bernardo, non è interessante perché di lui, a parte la frustrazione per la sua sventura, ci viene mostrata quasi unicamente la sua dedizione al lavoro, rendendolo freddo e distaccato, nonostante Calamini sia molto bravo nella sua interpretazione. La freddezza della narrazione si sposa con la freddezza delle ambientazioni, che risultano inospitali e spoglie.
Interessante è la figura di Elia, protagonista con Bernardo di dialoghi incentrati sulla figura di Dio, sul figlio che Elia non ha avuto il tempo di crescere a causa della guerra d’indipendenza croata, e che insegna a Bernardo a vivere in carcere senza perdere lucidità, anche se, a differenza sua, Bernardo è innocente. Sempre Elia sarà l’amico con cui Bernardo sfogherà il dolore della morte del padre in carcere.
Il DVD comprende alcuni extra: il Backstage, con gli interventi del regista e degli attori, che raccontano i loro personaggi [Isaković spiega come ha studiato il copione imparando l’italiano, lui che è di origine croate]; Le musiche, in cui il compositore Bruno Falanga spiega le tematiche musicali che accompagnano il film e come le ha adattate al protagonista della storia, ricorrendo al suono degli archi, della chitarra, e di suoni elettronici; I costumi, in cui la costumista Veronica Fragola spiega come ha lavorato ai costumi tenendo conto dei tre archi temporali, passando, nel caso di Bernardo, da vestiti colori pastello prima del dramma, per passare agli abiti scuri in carcere e dopo la scarcerazione.
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Dal Genere drammatico passiamo all’horror. Infatti il secondo titolo proposto dagli amici di CG Entertainment è Lychantrpus, un film in bianco e nero del 1961 di un regista di cui sa molto poco, Paolo Heusch, noto anche con lo pseudonimo di Richard Benson. Si tratta del terzo film da regista, dopo l’esordio con il Genere fantascientifico, La morte viene dallo spazio, 1958, e il drammatico Un uomo facile, 1959.
Il professore di scienze Olcott [Carl Schell] viene chiamato ad insegnare in un collegio femminile, accolto dal finanziatore dell’istituto Alfred Whiteman [Maurice Marsac] e dal direttore del collegio [Curt Lowens]. La tensione nel collegio è evidente, a seguito della morte [non l’unica] di una collegiale, Mary [Mary McNeeran], sepolta con una certa fretta senza che le ragazze abbiano potuto vederla.
Tutto questo genera dei sospetti in Brunilde [Barbara Lass], che inizia da sola ad indagare sui rapporti tra Mary e un uomo misterioso che le inviava delle lettere. I sospetti cadono su Walter, custode del collegio [Luciano Pigozzi], e su Whiteman, due uomini senza scrupoli, che approfittano dell’ingenuità delle ragazze per ricattarle. Olcott, insieme a Brunilde, si metterà sulle tracce del lupo mannaro, convinto che la scienza possa recuperare la bestia e reinserirla una volta curata, nella società.
Lycanthropus è un giallo horror in stile gotico discreto, di cui soggetto e sceneggiatura sono firmati dal prolifico Ernesto Gastaldi [La frusta e il corpo di Mario Bava, Milano odia: la polizia non può sparare di Umberto Lenzi, La vergine di Norimberga di Antonio Margheriti]. Nato da una coproduzione tra Italia ed Austria, il terzo film di Heusch, noto anche come Werewolf in a Girls Dormitory è uno dei primi film gotici italiani. Non siamo di fronte ad uno dei migliori film del Genere per l’epoca, seppur abbia una sceneggiatura tutto sommato interessante, che si veste di dialoghi essenziali per lo sviluppo della trama e che unisce l’horror al giallo. Possiamo perdonare i costumi del lupo mannaro, estremamente semplici e goffi.
Intriganti sono i personaggi del film, compresi quelli secondari. Come non citare il buon Pigozzi, perfetto nel ruolo del guardiano ricattatore, con un volto malefico, o la figura di Whiteman, che la superba moglie Sheena [Annie Steinert] apostrofa come essere ignobile, per via delle relazioni che l’uomo stringe con alcune ragazze, compresa Mary. O ancora l’attrice polacca Lass nel ruolo della protagonista Brunilde, che si improvvisa investigatrice muovendosi con accortezza nel grande collegio; o ancora la preside Leonore MacDonald [Grace Neame], l’unica a conoscere la vera identità del lupo mannaro.
Belle le ambientazioni di questo horror, girato in gran parte a Cinecittà. Gli esterni [il film è per la maggior parte in interni] sono quasi tutti in notturna, quando il lupo mannaro è in azione, e qualche povera malcapitata corre nel tentativo di rientrare nel collegio, attraversando un ponte illuminato dalla luna e finendo poi nel fiume, come capitato a Mary.
Fa riflettere come, nella trama, ci sia spazio per la corruzione presente nel collegio, una denuncia ai reati commessi in questo caso da due uomini nei confronti di giovani la cui reputazione è già compromessa, trattandosi di ragazze con un trascorso difficile.
Non siamo di fronte ad uno dei migliori film gotici italiani, ma è pur sempre godibile la visione di film di questo genere, pieno di atmosfere tenebrose e con una trama affascinante.
Il DVD con comprende extra.
Gilda Signoretti
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PER NIENTE AL MONDO
Voto film:
Voto DVD:
Regia: Ciro D’Emilio
Con: Guido Caprino, Irene Casagrande, Antonio Zavatteri, Josafat Vagni, Antonella Attili, Boris Isaković
Formato: 16/9 2.39:1
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1, Italiano Dolby Digital 2.0
Extra: Backstage, Le musiche, I costumi
Distribuzione: CG Entertainment [www.cgentertainment.it]
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LYCANTHROPUS
Voto film:
Voto DVD:
Regia: Paolo Heusch
Con: Barbara Lass, Carl Schell, Luciano Pigozzi, Maurice Marsac, Curt Lowens, Mary McNeeran, Annie Steinert, Grace Neame
Formato: 16/9 1.66:1 Anamorfico
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0
Extra: /
Distribuzione: CG Entertainment [www.cgentertainment.it]