Cocainorso è una piccola occasione sprecata. Un b-movie che dovrebbe essere cosciente di non doversi prendere troppo sul serio, ma che invece di fregiarsi della sua bizzarria inizia il suo percorso con due passi falsi che, ahinoi, gli costeranno la riuscita.
Il primo scoglio è il non poggiare su una sceneggiatura degna: la storia parte da un fatto realmente accaduto nel 1985 in Georgia, dove un orso nero morì di overdose dopo aver ingerito grandi quantità di cocaina. Nella realtà l’orso non uccise nessuna persona, ma il fatto curioso alimentò una piccola leggenda che lo volle impazzito e omicida e proprio da queste voci di popolo nasce il nuovo film di Elizabeth Banks, a quattro anni di distanza dal suo Charlie’s Angels.
Cocainorso vuole a tutti i costi dimostrare di essere una moderna dark comedy che strizza l’occhio al Genere, ma sfrutta malissimo i tempi filmici, rimbalzando in modo ridondante e quasi cieco tra una sequela di personaggi – e dopo essersi concessa il tempo per ben due incipit – senza avere voglia di raccontare davvero nessuno di loro. Nemmeno il caro cocaine bear.
Sì, perché se un film promette di narrare la storia di un orso strafatto di cocaina, ci si aspetterebbe che il fuoco del film fosse davvero puntato su di lui [che in verità è una lei]. Ma qui il baricentro è spostato su una squinternata banda di narcotrafficanti… ma anche su una ranger infoiata e un ambientalista. E su una mamma che vuole proteggere due bambini. La distribuzione dei tempi narrativi è squilibrata, nessuno ha il tempo di dimostrarsi davvero importante per autori e pubblico e con i tempi comici va ancora peggio, colpa anche di una regia che non sembra voler [o sapere] valorizzare questo aspetto, indecisa ancora sul dove mettere l’accento. Se sulla risata o sullo splatter.
Attenzione, però. Perché il pedale dell’effetto grafico e sanguinoso non viene mai schiacciato per bene e il risultato non potrà convincere i più pretenziosi tra gli amici dell’horror. Qualche buona aggressione c’è, non lo neghiamo, ma da un titolo come questo ci saremmo aspettati davvero di più.
Solo due sequenze, infatti, riescono a quietare la sete degli appassionati: una ambientata tra i boschi con una cocaine bear davvero isterica, che si concede una doppia arrampicata arboricola, prima di abbandonarsi alla violenza; l’altra incentrata su una folle rincorsa tra l’orsa e un’ambulanza. Per il resto, come giù detto, si va avanti senza convinzione, forse anche senza un vero interesse alla materia e al Genere, ed è proprio questo il secondo colpo gobbo, quello che riesce a far disamorare del film anche chi guarda.
Cocainorso suona sempre come qualcosa di poco sincero, una pellicola che avrebbe potuto apparentarsi con le migliori di casa Asylum [tipo Sharknado], ma che invece tenta di dimostrarsi – in modo poco intelligente -superiore al Genere, una commedia nera e non un b-movie.
Ultima nota dolente: per essere una splatter comedy che coniuga temi da eco-vengeance, manca quasi del tutto la cattiveria. Il film non graffia mai.
Il Cocainorso è così… prendere o lasciare.
Luca Ruocco
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COCAINORSO
Regia: Elizabeth Banks
Con: Keri Russell, Margo Martindale, Ray Liotta, Alden Ehrenreich, O’Shea Jackson Jr., Jesse Tyler Ferguson, Kristofer Hivju, Kahyun Kim
Uscita in sala in Italia: giovedì 20 aprile 2023
Sceneggiatura: Jimmy Warden
Produzione: Brownstone Productions, Lord Miller, Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2023
Durata: 95’