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BEAU HA PAURA di Ari Aster

Beau ha paura, ultima attesa pellicola di Ari Aster, è un gigantesco, poderoso e fragoroso passo falso.

Sì, cari amici di InGenereCinema.com, diciamolo subito e chiaramente, anche perché non sarebbe possibile argomentare meglio di così quanto fatto da questo regista fin troppo osannato in precedenza. Un passo falso, un enorme esempio di cinema autoriferito, senza alcuna direzione e dalla durata interminabile.

Aster è sempre stato un cineasta divisivo, questo è risaputo, ma qui ci troviamo di fronte a una maratona sfiancante di oltre tre ore durante le quali uno stralunato Joaquin Phoenix [l’attore più bravo della sua generazione, proprio lui] si trascina inebetito attraverso un’odissea sconclusionata che, manco a dirlo, non porterà a nulla.

Allora due domande bisogna che ce le facciamo: ma non ci saremo entusiasmati un po’ troppo dopo Hereditary? Ancora unico film davvero convincente del vecchio Ari. Oppure, non saremmo stati troppo indulgenti con Midsommar? In fondo, le carriere dei più grandi autori si sono costruite anche con film sbagliati, minori e non riusciti. Forse, abbiamo qualche responsabilità anche tutti noi, amici dell’horror, ma mai così tante da meritarci quel gigantesco, poderoso e fragoroso passo falso di Beau ha paura.

In un presente alterativo, grottesco, sporco e violento, seguiamo il ritratto pluridecennale di Beau, un uomo molto ansioso, che ha un tormentato rapporto con sua madre, una donna molto autoritaria. Beau non ha mai conosciuto il padre ed è cresciuto sentendo l’assenza di questa figura genitoriale. Quando l’uomo scopre che sua madre è morta intraprende un viaggio verso casa, durante il quale dovrà affrontare varie, assurde e angoscianti minacce al limite del soprannaturale.

Ari Aster prova, dunque, a fare il definitivo salto di qualità che lo possa emancipare da mero regista horror a un più gratificante status da autore cinematografico. Per farlo si affida alla propria indiscussa capacità visionaria, nonché alla poetica del terrore che tanto gli ha portato fortuna, vale a dire quel rapporto disfunzionale e sinistro con la figura materna e le conseguenze emotive e psicologiche che ne possono derivare.

Beau ha paura si edifica su questi pilastri ai quali vanno aggiunti un senso dell’umorismo disturbante e una star premio Oscar come protagonista. Tutti ingredienti per un gran film, non c’è che
dire, ma, com’è noto, i buoni propositi possono portare dritti all’inferno. Infatti, l’odissea assurda, violenta, un po’ incubo un po’ sogno di Aster si schianta solo dopo mezz’ora dal suo inizio, mostrandosi un vuoto esercizio di maniera calcolato e freddo alla ricerca scientifica dell’effetto scioccante. Lo spettatore dovrebbe incuriosirsi e partecipare al dolore e al disagio di Beau, ma ogni volta che il racconto ci consente di avvicinarci a questo protagonista il tanto che basta per comprenderne i sentimenti, i desideri o le paure – appunto -, Aster si mette in mezzo interrompendo il processo empatico proponendo l’ennesima soluzione iperbolica che spinge l’asticella dell’assurdo sempre più in alto.

Risultato: nessuna immedesimazione con Beau e un lento, lentissimo allontanamento dalla storia, dal suo dramma e di conseguenza dal film intero. Ne segue un’interminabile campionario di bravura sterile che riempie le restanti due ore e mezza a cui il regista americano non risparmia nulla: sparatorie, incidenti stradali, torture psicologiche e fisiche, rapimenti, fughe, invecchiamenti prostetici, animazioni e se non fosse ancora sufficiente anche una pièce teatrale nel bosco. Ari Aster procede a briglia sciolta, dunque, e non sarebbe nemmeno un problema, sapesse solo dove sta
andando.

Così dopo 179 minuti, Beau ha paura muore senza essere riuscito a raccontare l’angoscia di quest’uomo e senza aver spaventato, divertito o coinvolto il suo pubblico. Un gigantesco, poderoso e fragoroso passo falso, dicevamo, e questa volta è importante dirlo. Chiaramente.

Paolo Gaudio

BEAU HA PAURA

Regia: Ari Aster
Con: Joaquin Phoenix, Parker Posey, Amy Ryan, Richard Kind, Kylie Rogers, Nathan Lane, Patti LuPone, Michael Gandolfini, Zoe Lister-Jones, Stephen Henderson, Joe Cobden, Denis Ménochet, Hayley Squires, Anana Rydvald
Uscita in sala in Italia: giovedì 27 aprile 2023
Sceneggiatura: Ari Aster
Produzione: A24, Access Industries, IPR.VC, Square Peg
Distribuzione: I Wonder Pictures
Anno: 2023
Durata: 179′

InGenere Cinema

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