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RITORNO AL GIRONE: Intervista ad Andrea Guglielmino

A tre anni di distanza si torna al girone, Il Secondo Girone, che era stato location di una delle storie più amate fra quelle vissute dal rosso esorcista di casa Bugs Comics: Samuel Stern.

Il Secondo Girone è una casa d’appuntamento probabilmente unica al mondo, dove a vendere il proprio corpo sono dei freak. Andrea Guglielmino – autore di soggetto e sceneggiatura di entrambi gli albi – ci racconta in modo molto personale, mescolando un sapore profondo e amaro a un senso del weird mai eccessivo o sopra le righe, una società contemporanea credibile e per nulla differente a quella che vive al di là delle tavole del fumetto disegnate da Stefano Manieri [anche lui torna al girone nell’albo in edicola questo agosto].

Una società che ha bisogno di non tagliare i ponti con il bizzarro, l’eccezionale, l’impossibile, in alcuni casi anche il perverso, ma che sa di doverlo fare di nascosto, al buio, per auto-assolversi. Lo fa tra le spire di un gire, appunto, dove in verità si nasconde una fetta di umanità assai più “umana” di quella apparentemente “normale” che va a sfruttarne le peculiari per raggiungere fini minuti.

Se non avete ancora letto Il Secondo Girone, albo numero 8 di Samuel Stern, correte subito sul sito di Bugs [qui] per recuperare l’albo e tuffarvi con il giusto pregresso nella nuova storia di Guglielmino e Manieri, di cui abbiamo avuto di parlare proprio con lo sceneggiatore.

[Luca Ruocco]: Ciao Andrea e bentornato su InGenereCinema.com. Il girone continua a creare bei momenti narrativi all’interno della continuity di Samuel Stern. Ricordo che, all’uscita della prima storia, buona parte dei lettori sterniani cominciarono a chiedere esplicitamente un “Ritorno al Girone”. Cosa pensi sia arrivato dritto al cuore dei lettori della tua strana storia di umanità, sorellanza e possessione?

[Andrea Guglielmino]: Ciao e bentrovati. Credo che Il Secondo Girone abbia operato una mini rivoluzione nell’ambito del fumetto popolare horror italiano, portando un passetto più avanti concetti che già ci erano stati chiariti dai maestri del passato ma proiettandoli in un’ottica moderna e fortemente inclusiva pur passando per una superficie che ha del politicamente scorretto. Se Johnny Freak [storia che io amo] ci insegnava che i “diversi” possono amare esattamente come noi, con il Girone affermiamo che possono anche fare l’amore, essere padroni del proprio corpo e gestirlo come e meglio di chiunque altro. Loro non si considerano freak o se lo sono, sono “la crème de la crème”, sono esseri speciali che hanno il dono di dare piacere e sollievo a un’umanità disperata, avendo superato lo stato di disperazione. Credo che i lettori di Samuel della prima ora lo abbiano trovato sorprendente e ardito per questo motivo. In tantissimi aspettavano questo ritorno anche se poi, inevitabilmente, c’è anche chi si è trovato spiazzato dalla ripresa di una storia di tre anni fa. Ma dopotutto, non è niente di così strano: se pensiamo a Dylan Dog, quattro anni passano tra La Zona del Crepuscolo a Ritorno al Crepuscolo, addirittura quindici tra il secondo e il terzo capitolo, Gli eredi del crepuscolo. Quattro tra Johnny Freak e Il cuore di Johnny. Tre tra Il buio e Lo spettro nel buio. Quattro tra Il cervello di Killex e Il ritorno di Killex. Sei tra Memorie dall’invisibile a Oltre la morte. Dopotutto per fare un bel sequel ci vuole tempo, anche se oggi la moderna Hollywood ci ha fin troppo abituati ai film girati back-to-back, che però a volte sacrificano la qualità.

[LR]: Non si tratta comunque di un’operazione fan service. Tu avevi già in mente di doverci tornare in questo girone. Personaggi del genere non potevano sparire e consumarsi nell’arco di un albo…

[AG]: Esattamente. Diciamo che ho iniziato a pensare al “Ritorno” non appena ho capito che Il Secondo Girone aveva conquistato il cuore dei lettori. C’erano tante idee che erano state scartate dal primo capitolo per mancanza di spazio o semplicemente perché non erano centrate su quella storia, e poi il finale era volutamente aperto. A volte si lascia un finale aperto per permettere al lettore di dare la sua interpretazione, ma in quel caso mi sono immediatamente reso conto che c’era tanto ancora da raccontare. Il Secondo Girone è uscito in edicola a fine giugno del 2020 e a settembre avevo già pronta la prima stesura del soggetto del “Ritorno”. Poi ci sono state varie riscritture, un altro albo di mezzo [Il quinto comandamento, numero 27] e riorganizzazione delle tempistiche soprattutto perché volevo assolutamente farlo con Stefano Manieri, disegnatore anche del primo episodio, e dovevamo incastrare gli impegni di entrambi. Abbiamo avuto anche un serio stop la scorsa estate per problemi personali di entrambi, ma poi ci siamo dovuti per forza riprendere anche perché si tratta dell’ultimo albo prima di un importante ciclo di storie ininterrotto, quello dell’Apocalisse, quindi se avessimo bucato anche di un solo mese avremmo dovuto rimandare l’uscita di un anno intero, e la storia, così legata allo scorrere del tempo e incastrata della continuity di Samuel, ne avrebbe risentito troppo.

[LR]: “Ritorno al Girone” si inserisce in maniera efficace all’interno della storia di Samuel Stern, non solo ancorandosi all’ovvio sequel del primo capitolo dell’arco narrativo che hai creato. Ci spieghi esattamente in quali momenti della storia sterniana si cala il Ritorno e a cosa fa da porta sul futuro?

[AG]: E’ stato uno degli aspetti più difficili e al contempo entusiasmanti dello scrivere questa storia. Il Secondo Girone si chiudeva rivelandoci che Astra, la gemella siamese superstite, non solo era posseduta dal demone che prima si trovava nella gemella, ma era anche incinta. Il demone permetteva la sopravvivenza sua e del bambino che portava in grembo. Samuel non poteva fare nulla: se l’avesse esorcizzata, avrebbe indirettamente ucciso lei e la bambina. A partire da questo cliffhanger dovevano necessariamente passare nove mesi, perché tanto dura la gestazione di una gravidanza. Inoltre, a me non piacciono le storie dove passa del tempo e all’improvviso i personaggi si incontrano e si scopre che sono stati fermi e non hanno fatto niente di significativo per tutto quel tempo trascorso. Questo rende tutto bidimensionale, quindi volevo che si capisse che nel frattempo le vite di tutti sono andate avanti. Tutta la prima parte dell’albo si svolge in un tempo intermedio tra Il Secondo Girone e l’oggi, grossomodo nella primavera del 2021, quando è uscito l’albo Il regno, da cui abbiamo tratto appositamente una sequenza con il personaggio di Cranna, tanto per dare il setting. Ci sembrava comunque più elegante che inserire didascalie con le date, tanto lasciano il tempo che trovano perché il tempo dei fumetti è malleabile e tra quattro, cinque anni non avrebbe avuto più senso. Poi c’è un salto in avanti e si arriva all’oggi. La seconda parte, dopo il parto di Astra, si svolge ai giorni nostri, a ridosso dell’evento Apocalisse. Per la cronaca, il Girone non sarà coinvolto in questa run, piuttosto è vero il contrario: l’Apocalisse influenzerà il mondo di Samuel e dunque anche i suoi rapporti con i personaggi del Girone. Se mai si farà un terzo capitolo –  e già me lo stanno chiedendo – con tutta probabilità si svolgerà dopo l’Apocalisse e questo non passerà inosservato.

[LR]: I personaggi, nell’arco di tempo che separa le due storie e che ci hai fotografato sopra, hanno vissuto, sono cambiati. In questo caso non intendo Samuel e Duncan, quello è scontato, ma i tuoi personaggi: Astra e Madame in primis. Come li troviamo in questo “Ritorno al Girone”. Cosa hanno perso e cosa hanno guadagnato dalla prima volta?

[AG]: Sam e Duncan hanno acquisito ovviamente consapevolezza del loro ruolo, anche se Duncan vede la sua fede sempre più compromessa. Astra è in balia del demone. Un demone che tra l’altro ha ereditato dalla sorella e questo complica ancora di più le cose, perché Samuel deve trovare un modo alternativo di esorcizzarlo. Non basta individuare una crepa nell’anima del posseduto, in questo caso, perché era la crepa di Selene e non di Astra. Samuel deve trattare con il male e venirci a compromesso, cercando di lavorare sugli obiettivi che hanno in comune. Più che Astra, è il Demone a essere maturato, tanto che compie un percorso identitario importante, di cui però non voglio rivelare troppo qui.  Madame è estremamente protettiva e ha un cuore grande, è una capofamiglia e cerca di proteggere l’equilibrio del suo piccolo mondo, in questo la sua debolezza potrebbero rivelarsi i sentimenti – di natura non del tutto chiara – che prova per Padre Duncan. Tra i due ci sono un paio di momenti di maretta niente male.

[LR]: Come puoi spiegare il processo creativo che ti ha portato a creare personaggi con un’identità forte all’interno di una serie che ha altri personaggi protagonisti non creata da te?

[AG]: Più che altro è stata una necessità. Ti ricorderai che Il Secondo Girone era il mio esordio non solo su Samuel Stern ma anche nel fumetto da edicola e su una storia lunga, di 94 pagine proprio come un fumetto Bonelli. Prima avevo scritto solo storie brevi per le riviste antologiche come Mostri, Alieni e Gangster. Mentre ci lavoravo, poi, Samuel Stern doveva ancora uscire, quindi lo conoscevamo solo io e i curatori, Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro. Ho subito capito che, se loro erano i Tiziano Sclavi della situazione, io dovevo puntare a essere Chiaverotti, o Bilotta, ovvero ritagliarmi uno spazio totalmente mio dove il titolare di testata svolgesse più il ruolo del testimone e persona informata dei fatti che del protagonista. D’altro canto ci sono storie meravigliose in cui questo accade, come ne I Predatori dell’arca perduta, dove il concetto è esplicitato dal monologo di Belloq: “Noi siamo solo di passaggio nella Storia. L’Arca è la Storia”. Per questo trovo fuori luogo le critiche di Big Bang Theory secondo cui la scarsa rilevanza di Indiana Jones nello svolgimento della vicenda sarebbe un buco di sceneggiatura: è la sua stessa essenza e il punto più originale, invece. Oppure, Forrest Gump. Ecco, Samuel e Duncan sono i miei Indy e Forrest, osservano la scena e ci danno il loro fondamentale punto di vista, ma i protagonisti sono gli abitanti del Girone.

[LR]: Il tema del doppio, costante del tuo viaggio all’interno del Girone, si trasforma e si arricchisce. Oggi ci racconti la maternità [e in parte qualcosa della paternità]. Forse un altro modo di vivere una parte di sé allo stesso tempo indissolubile ma autonoma. Un maternità che si sdoppia [e qui non poteva fare altrimenti]: ci sono una mamma e una figlia, ma c’è anche un demone che in qualche modo è madre protettiva sia della donna che la ospita che della bambina che deve nascere. La maternità è un tema talmente importante, universale, che nell’horror ha trovato spesso declinazioni, anche importanti. Come ci arrivi in “Ritorno al Girone”?

[AG]: Sono effettivamente due dei temi fondamentali di Ritorno al Girone. Lorenzo Barberis nella sua bellissima recensione ha sottolineato, giustamente, che un sequel ha il “doppio” nella sua struttura, ed è vero, ma la saga già parte “doppia” e se vogliamo, sghemba, perché non c’è mai stato un “primo Girone”, si parte direttamente con il “secondo”. Quindi la saga aveva la dualità nel DNA, se vogliamo, ed era già impressa in alcuni segnali che avevo incluso nel primo episodio (che era già “secondo”) ma che ora esplicitiamo. Però non c’è due senza tre, e infatti Madame è “trina”, per quella sua caratteristica particolare del terzo seno, che ovviamente riporta anche a una maternità simbolica particolarmente sviluppata. E poi ci sono una serie di dualismi fatti di assenze: Alba, la figlia del Girone, nasce già potenzialmente senza madre, dato che la vita di Astra è appesa a un filo, o meglio alla volontà di una creatura del Caos. Ma è anche senza padre, come tutti i personaggi mitologici importanti, da Gesù Cristo a John Connor al Quetzalcoatl della tradizione azteca, ad Anakin Skywalker di Star Wars. Sono tutti caratterizzati dall’assenza del padre o da una nascita soprannaturale. E poi naturalmente c’è una sorella siamese rimasta singola, il Demone la possiede, ma cura anche questa mancanza, andandola a riempire con la sua presenza.

[LR]: Ho saputo che l’arrivo al traguardo in questo caso è stato piuttosto travagliato, per vicende personali tue e di Manieri. Stefano ha dovuto addirittura ripensare uno stile e a una modalità di lavoro più adatti a un tipo di situazione che si è trovato a vivere. Nonostante tutto hai sempre detto che il Girone non poteva esistere senza di lui. Cosa ci dici del vostro rapporto e di questa sintesi del tratto, devo dire molto riuscita, che Stefano ha proposto in questo nuovo albo?

[AG]: Te lo confermo. Io ho avuto un cammino di salute travagliato che ho deciso anche di rendere pubblico tramite i miei profili Facebook. Avevo già iniziato a tribolare quando è uscito Il Secondo Girone ma paradossalmente ai tempi del “Ritorno” mi trovavo in una fase positiva: ho affrontato due operazioni chirurgiche mentre lo scrivevo che mi hanno portato a essere temporaneamente portatore di una stomia, il che, se vogliamo, mi ha fatto sentire un po’ più vicino ai “freak” che stavo scrivendo. Insomma, anche io sono un po’ diverso dal normale, anche se fortunatamente ci si adatta presto e mentre scrivevo ero abbastanza tranquillo. Anche Stefano ha avuto un momento di crisi dovuto soprattutto allo stress e come ti dicevo per poco non abbiamo rischiato di saltare avanti di un anno, ma alla fine lui ha proposto una soluzione per velocizzare i tempi, che si è rivelata per me vincente anche dal punto di vista dello stile, che appare oggi più sintetico e maturo. In sostanza, ci consegnava le tavole già inchiostrate al computer, senza passare per le matite. Io mi sono fidato subito, anche perché tra di noi c’è oggettivamente un’intesa speciale. Lavoro bene con tutti, ma con Stefano a volte mi basta veramente scrivere poche righe perché lui capisca perfettamente quello che voglio e come voglio che lo realizzi. Più che descrivergli l’inquadratura, le luci o cose del genere, gli suggerisco un’atmosfera, a volte con delle reference, a volte semplicemente a parole. Lui la interpreta e nove volte su dieci viene esattamente come volevo io. La volta che non viene come volevo io, viene meglio. Quindi da quando abbiamo preso questa decisione tutto è filato liscio.

[LR]: Il Girone resterà un punto geografico fermo all’interno della saga di Stern? Sono previsti altre visite?

[AG]: Ancora una volta la risposta dei lettori è stata sostanzialmente eccezionale, dunque non vedo perché non tornare al girone ancora una volta. Ci stiamo pensando. Sicuramente non sarà tra poco. Ora c’è l’Apocalisse, in cui non sono coinvolto, per cui non mi rivedrete sulle pagine della testata regolare di Samuel per almeno un anno, ma direi anche due. Ho dei soggetti in valutazione che però non riguardano il Girone. E’ un po’ diverso dall’altra volta. Stavolta abbiamo chiuso tutti i fili narrativi che erano rimasti in sospeso, quindi, anche se ho delle idee forti per un threequel del Girone, non è esattamente una necessità. Lo farò soltanto quando sarò sicuro di avere un’altra grande storia tra le mani, e possibilmente sempre con Stefano Manieri. Farei, però – se l’editore è d’accordo – uno spin-off, per raccontare le storie singole di tutti i personaggi che popolano questa colorata casa di appuntamenti: per molti di loro, ho le storie già scritte in testa. Penso che sarebbe molto interessante.

[LR]: Puoi anticiparci qualcosa sui cambiamenti che l’imminente Apocalisse porterà nel mondo di Samuel Stern? Questi stravolgimenti potrebbero modificare anche i tuoi personaggi del Girone?

[AG]: In parte ti ho già risposto, ma devo anche confessare che sebbene io sia il direttore responsabile della testata nel corso dell’ultimo anno sono rimasto indietro con la lettura delle storie future. Leggo gli albi poco prima di voi, diciamo un mesetto prima, per controllare che sia tutto ok e dare il “visto si stampi”. Ero concentrato sul Girone e non volevo lasciarmi distrarre, quindi non so poi così tanto dell’Apocalisse e anche quel poco che so, non lo potrei dire perché altrimenti sarei severamente punito! La pagina di chiusura del “Ritorno”, che appunto accenna all’inizio dell’Apocalisse, non era nella mia sceneggiatura, mi è stata chiesta in corsa per legare appunto l’albo agli eventi futuri, a me non è dispiaciuto, anche perché il concetto di paternità negata o ambigua si allacciava bene alla mia storia. Posso dire che Angus Derryleng sarà un personaggio centrale, questo sì. Tra l’altro, un personaggio che amo molto e per cui ho avuto l’onore di scrivere una storia da protagonista, in Samuel Stern Extra del 2021. Diciamo che ora sono in attesa di capire cosa succede, non solo seguendo l’Apocalisse da lettore ma anche interfacciandomi con l’editore. Di solito dopo l’estate io e Gianmarco ci concediamo sempre un incontro per fare il punto della situazione, e confido che anche stavolta lo faremo e ne verranno fuori cose interessanti.

[LR]: Immagino che un ciclo a sé stante con storie di questo peso abbia bisogno di una gestazione abbastanza lunga tra un racconto e l’altro. Nel frattempo tornerai su “Samuel Stern” con altre storie?

[AG]: Me lo auguro e presumo di sì. Al momento non ho nessuna storia approvata, tranne una breve che però non ha ancora una collocazione precisa. Quello che cerco di fare è sempre proporre temi precisi e forti, che nessun altro ha trattato sulla serie, e che possano interessare il lettore al di là della loro collocazione nella continuity, un po’ come feci anche per Il quinto comandamento che parlava di terrorismo politico ed eutanasia. Naturalmente vi terrò sempre informati attraverso i mei profili social. Però una cosa ci tengo a dirla, perché Bugs non è solo Samuel Stern e a novembre, a Lucca Comics, usciremo insieme con un altro lavoro importante. Si tratta di un saggio – il primo saggio pubblicato da Bugs – che passa in rassegna l’era dei bonellidi anni Novanta, nati sull’onda del successo di Dylan Dog. E’ un lavoro di quattro anni che ho scritto insieme a Francesco Fasiolo e sarà accompagnato da una storia a fumetti speciale, scritta da Giovanni Barbieri e disegnata da Fabio D’Auria, uno speciale crossover all’insegna del multiverso dove Samuel Stern incrocerà le strade con due protagonisti di quell’epoca: il quasi omonimo Samuel Sand e Desdemona Metus de L’Insonne. Il saggio, oltre che di schede specifiche su ciascun bonellide, sarà corredato di una parte teorica e di interviste ad autori, editori e teorici del fumetto che hanno attraversato quel momento di grande fermento editoriale.

Luca Ruocco

[Roma, agosto 2023]

InGenere Cinema

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