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DOGMAN di Luc Besson

Si vocifera come Matteo Garrone abbia concesso al collega l’utilizzo del titolo in maniera cordiale e di come egli abbia ricevuto in cambio un ringraziamento nel roll di coda. Si ipotizza, anche, che il film non sia altro che un urlo di dolore scomposto e stravagante di quello che fu il giovane prodigio del cinema francese che ultimamente non se l’è passata proprio bene. E mentre riecheggiano i fischi in Sala Darsena al termine della proiezione stampa all’80esima Mostra dell’arte Cinematografica di Venezia, arriva nelle nostre sale DogMan, il nuovo film di Luc Besson con tutto questo carico di dietrologia.

Pellicola controversa e divisiva, DogMan corre pericolosamente su quel crinale che separa il sublime dal pessimo, ma che conferma tutto il bene [e tutto il suo contrario] di questo straordinario cineasta.

Doug, nonostante la giovane età, ha avuto una vita dura e sofferente. Sin da bambino ha subito violenze e maltrattamenti da parte del patrigno, crescendo in compagnia degli unici amici che aveva, ovvero dei fedelissimi cani.
Una volta adulto, Doug, ancora tormentato dai ricordi della sua infanzia, si ritira in solitaria e si rintana in una scuola abbandonata, dove vive insieme a un branco di cani. L’uomo si esibisce come drag queen, ma il suo sostentamento arriva proprio dai suoi amici a quattro zampe, che sono stati la sua ancora di salvezza in questa esistenza misera e con cui ha ormai sviluppato un legame profondo. Infatti, i cani non sono soltanto i suoi amici, ma anche i complici per i suoi crimini.

Con una sinossi tale, DogMan non poteva che presentarsi come un calderone pieno zeppo di tante cose diverse. Dal dramma al poliziesco, passando per la commedia disneyana, fino a raggiungere un tono intimista e spirituale dagli echi cristologici.

Avete capito bene, Amici di InGenereCinema.com, ci troviamo di fronte a una strana ricetta che vuole un po’ de La Carica dei 101, un po’ di Joker, un po’ di Priscilla – La regina del deserto. Tante cose e tutte molto diverse, dicevamo, cose che sulla carta dovrebbe concepire un disastro senza se e senza ma. Eppure, la grandezza di Besson sta proprio qui: riuscire a tenere in piedi un film che non potrebbe starci.

Il regista di Léon, infatti, compie un vero e proprio gesto di equilibrismo, realizzando un film in constante bilico che, tuttavia, non cade mai. Si regge dritto DogMan anche quando lo sviluppo della vicenda vira verso soluzioni stravaganti e quando il realismo struggente lascia il posto a coreografie canine mirabolanti o alle esibizioni di travestitismo del protagonista. E forse, gran parte del merito di questo insperato equilibrio va rintracciato proprio nel protagonista, l’eccellente Caleb Landry Jones che riesce a dare credibilità e misura a un personaggio così sbilanciato, teatrale e grottesco.

Un vero miracolo quello compiuto dall’attore texano, il quale con grazia e autenticità vive tutte le incarnazioni di Doug stratificandone la pelle e mostrando in trasparenza il bambino abusato che si nasconde sotto. Ammirare il lavoro di Caleb Landry Jones vale il prezzo del biglietto, così come il gesto funambolico di Luc Besson che volteggia su un pericolosissimo crinale senza farsi male. Chapeau!

Paolo Gaudio

DOGMAN

Regia: Luc Besson

Con: Caleb Landry Jones, Marisa Berenson, Christopher Denham, Jojo T. Gibbs, Michael Garza, James Payton, Bennett Saltzman, Clemens Schick, Eric Carter, Avant Strangel, Derek Siow, Ambrit Millhouse

Uscita sala in Italia: giovedì 12 ottobre 2023

Sceneggiatura: Luc Besson

Produzione: Luc Besson Production, Ondamax Films

Distribuzione: Lucky Red

Anno: 2023

Durata: 114′

InGenere Cinema

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